12. Hurt
Non sapevo cosa stessi facendo.
Mi ritrovai tra le braccia di Alex e nulla sembrava più avere importanza. Stavamo ballando un lento su una canzone che mi sembrava di conoscere, ma in quel momento il mio cervello non ricordava più nulla, aveva smesso di funzionare.
Lui teneva la mia vita stretta tra lei sue possenti braccia e io cingevo il suo collo con le mie minuscole mani. Io tenevo la mia testa poggiata sul suo petto e preferivo tenere lo sguardo basso perché ero certa che se avessi osato guardare la sua espressione in quel momento, sarei scappata a gambe levate.
Magari mi stava guardando divertito, pensando a quanto fossi masochista a stare con lui nonostante tutto ciò che era successo; magari mi stava guardando soddisfatto perché in effetti mi ero comportata come tutte le altre, avevo ceduto al suo fascino.
O magari non ti sta guardando proprio e sta pensando a quello che ha mangiato oggi.
Il cervello aveva ricominciato a funzionare, fortunatamente.«Katy»
Sussurrò come se avesse avuto paura di farmi scappare via e, in effetti, era quello che volevo fare; ma non avevo le forza per farlo, era come se fossi inchiodata al terreno, come se qualcosa mi spingesse verso lui.«Dimmi» risposi dopo un po'.
«Puoi guardarmi, per favore?»
Si allontanò da me e prese il mio mento tra l'indice e il pollice. Il fatto che avesse usato "per favore" mi stupì, quindi lo lasciai fare.«Stai benissimo stasera» mi sorrise, non con il suo solito sorriso malizioso, era diverso.
Era un sorriso sincero, fatto col cuore. «So che non sono il primo che te lo dice e probabilmente non sarò l'ultimo, ma il fatto che...» cominciò a parlare a vanvera. Sembrava quasi me.«Alex» risi e lui mi guardò sorpreso, come se lo avessi risvegliato da un sogno. «grazie» gli sorrisi come lui aveva fatto poco prima.
Mi prese di nuovo tra le braccia e ricominciammo a ballare.
«Non pensavo indossassi proprio questo vestito» disse guardandomi soddisfatto.
Ecco, era tornato Alexander Blake.«Cami ha insistito, non ti illudere»
Provai ad allontanarlo, ma lui mi strinse ancora più forte.«Dove vai?» mi sussurrò all'orecchio.
Quando si avvicinava così tanto mi mandava in estasi, riuscivo a sentire il suo profumo e tutto ciò mandava in tilt il mio cervello.
Chissà quale profumo usava perché era davvero meraviglioso. Odorava di fiori, ma era mischiato con qualcosa che rendeva l'aroma così virile. Prima o poi gliel'avrei chiesto.
«Stavolta non scappi come quella mattina»Quando sentii nominare proprio quella mattina mi sentii male perché ricordai quanto fossi stupida e a quanto fosse sbagliato tutto ciò che stavo facendo.
STAI LEGGENDO
He likes playing
RomanceKatherine e Alexander si odiano. Lei non sopporta lui come persona e lui non sopporta l'arroganza della ragazza. A causa di una festa fin troppo movimentata si ritrovano a passare la notte insieme e, da quel momento in poi, qualcosa cambierà. I prot...