On A Wednesday Night.

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Louis si trovava come ogni mercoledì sera seduto per terra, al chiaro di luna con una chitarra in mano e la testa inondata di pensieri.
Tastó l'erba leggermente bagnata sotto di esso e ne poté percepire la delicatezza. Tolse la matita dalla bocca ed incominció a scrivere nel suo diario in pelle
"Lei non merita il suo cuore, lasciateci amare"
Era la frase scritta sul davanti del taccuino. Louis non amava una ragazza. Louis amava un ragazzo e per quanto potesse suonare strano era alquanto giusto. Louis Tomlinson era lo scandalo di Doncaster. Un ragazzo così bello, di buona famiglia aveva donato il suo fragile cuore ad un ragazzo. Un ragazzo.
Riempì quelle pagine di odio, di amore, di dubbi e di angosce. Ne scrisse la sua vita, ne versó lacrime, sangue. Era così sbagliato in un mondo cosí giusto ma lui non vedeva altro che due persone. Due persone innamorate. Il blu e il verde. Il mare e la speranza.
Una sera.
Una di quelle inutili, una di quelle in cui ci sentiamo valere meno di zero, una di quelle da dimenticare lui, incontró un ragazzo. Un semplice ragazzo dai capelli ricci e dagli occhi verdi. Fin dal primo momento quel ragazzo gli tolse il respiro. Gli tolse il respiro come quando gli mancava durante i suoi numerosi attacchi di panico. Gli tolse il respiro come quando ci si rimane un po' troppo sott'acqua. Si sentì talmente confuso e strordito che si dimenticò chi fosse e che cosa ci facesse a quell'ora seduto sul muretto che affacciava al porto. Il vento di mezzanotte gli scompigliava i capelli, alzava la sabbia e creava un'atmosfera piacevole per una serata afosa di agosto. Harry era così misterioso con il suo berretto verde e la sua maglia nera, Louis era così fragile con il suo gicchetto di jeans. Sembrava così fragile tanto che il vento avrebbe potuto portarlo via, spazzarlo da un momento all'altro. Forse Louis aveva solo bisogno di pensare oppure di essere stretto tra due braccia che lo proteggessero.I suoi occhi erano così accesi e pieni di speranza tanto da poter illuminare le mille sfumature del mare in piena notte oppure la luna in una notte di un primo quarto.
A differenza degli occhi di Harry. I suoi di occhi erano spenti, non emanavano ne calore ne gioia. Non trasmettevano proprio niente solo trisetezza ma erano così penetranti che Louis Tomlinson li trovó così belli e affascinanti che rivolse la parola al riccio. Iniziarono a parlare e mercoledì sera, dopo mercoledì sera Louis finalmente trovó due braccia che lo abbracciassero e non solo, ma anche due labbra. Due labbra che si completavano a vicenda, due labbra che andavano in sinfonia che messe insieme emanassero una passione straziante. Una di quelle dolorose e maledettamente sbagliate, segreta come i loro incontri. La vita andava avanti. Passava velocemente sotto gli sguardi di Harry e Louis che mano nella mano guardavano le macchine passare, la luna calare e il sole sorgere, le stelle nascere e morire ed ad accompagnarli c'era come sempre la luna lì ad assorvar il loro amore segreto, i loro baci rubati, le loro lacrime scorrere e le loro mani intrecciate. Intrecciate come le loro vite.
Ma allora cos'era che turbava così tanto Louis e come mai propio un mercoledì sera era tutto solo seduto sull'erba e non con il suo piccolo Harry?
Louis non si dimenticò facilmente il giorno in cui scrisse quella frase sul taccuino che proprio il misterioso ragazzo dai capelli ricci gli regaló. Ricordava ogni singola emozione, ogni singola parola di Harry quando gli diede la notizia. Ricorda i suoi occhi verdi che dopo aver preso vita ritornarono ad essere di quel verde cupo e spento, ricorda i vetri rotti, le urla, le lacrime versate, la pioggia battente che gocciolava dai suoi capelli e i tuoni che rimbombavano fuori la finestra sulla sua maglietta poteva ancora sentire il profumo di Harry, quello che ormai lo aveva assimilato a 'casa'  e a quel pensiero a Louis mancó un battito, propio come quando non si vede una persona importante da troppo tempo e poi all'improvviso riappare davanti facendoti dimenticare tutta l'attesta, proprio quando Louis bació Harry per la prima volta, proprio quando ruppe quel maledettissimo spazio che si era creato tra di loro appoggiando le sue soffici labbra sull'altro.
Un battito mancare.
Uno sbattere di ali di una farfalla a sud che provoca il completo caos a nord. Provocó il caos che si era creato in Louis perché ormai una parte di lui mancava, apparteneva ad un'altra persona, l'aveva presa, portata con se per il resto della vita, era perduta ma sapeva che almeno era al sicuro.
Louis non aveva notizie di Harry da un po' di tempo ormai, si erano detti addio, anche se nei loro cuori c'era ancora una scintilla. Una scintilla di speranza, uno spiraglio di luce.
Se tutti voi vi starete chiedendo cose successe ad Harry beh, Harry Edward Styles aveva da sempre fatto di testa sua. Non cedeva difronte a niente e a nessuno apparte ad una cosa. La famiglia. Il giorno in cui il padre costrinse Harry a sposarsi fu devastante fu ancora più devastante quando scoprì che era stato concesso ad una ragazza, una smorfiosetta di Holmes Chapel e quante volte Louis pregó Harry di non andare, di non partire, gli propose perfino di scappere, lasciare la sua amata Doncaster per scappare con l'amore della sua vita ma no. Harry non poteva.
Harry era troppo orgoglioso per lasciare la sua famiglia, per ammettere la sua omosessualità. Da una parte c'era la sua terra natale, la sua famiglia, le conoscenze, gli amici mentre dall'altra c'era Louis.
Per Louis era ben diverso avrebbe potuto fare i bagagli e fuggire da un momento all'altro, senza rimorsi, senza rimpiangimenti avrebbe lasciato tutto quello che l'apparteneva, avrebbe fatto di tutto per Harry perché dopotutto quando si parlava di lui non esisteva più niente al mondo. Solo Louis con il suo piccolo Harry. Avrebbe perfino mandato a quel paese le sue 7 sorelle, lasciare la madre sola. Avrebbe rinunciato a tutto. Ma Harry aveva preferito la sua perfetta famiglia e questo fece male. Male sul serio, fu la pugnalata finale propio come il suo tatuaggio sul braccio. Louis capì che Harry non lo amava così di tanto. Lo capì fino a quando ormai devastato e mezzo ubriaco si buttò a peso morto sull'erba del suo vialetto e sentì un profumo. Sentì Harry abbracciarlo da dietro, sentì i suoi soffici ricci premergli sulla guancia, sentì le sue sottili labbra farsi spazio, si diedero il loro ultimo bacio, si guardarono per l'ultima volta negli occhi e si stesero a guardare le stelle.Proprio li si diedero un addio e proprio lì, ancora una volta Lou capì che non avrebbe mai smesso di amare quel ragazzo dai capelli ricci con una passione sfrenata per la musica proprio come lui.

Erano passati tre anni da quando Louis non vedeva Harry e tre anni  precisi da quando Harry non vedeva Louis. Era propio un mercoledì sera e come ogni anno Louis si trovava stretto nel suo giacchetto di Jeans all'entrata del porto. Proprio dove li tutto era iniziato, propio dove li tutto era finito.Per un attimo chiuse gli occhi e davanti gli passarono tutti i momenti passati col ragazzo. Da quelli più brutti a quelli più belli, dalla prima volta che Louis si sentì veramente amato da qualcuno. Dalla prima volta in cui era sicuro su se stesso, chi fosse. In effetti lui non sapeva chi in realtà fosse, ma sapeva chi non fosse e questo lo faceva stare un pochino meglio, alleviava il dolore. Louis aprì gli occhi e vide come il sole pian piano sparì del tutto per far spazio alla luna, la sua migliore amica.
Quel pensiero lo fece ridere perché dopotutto Louis e Harry erano propio come la luna e il sole. Segnati da un destino troppo crudele per loro, destinati a non potresti vedere mai, destinati a stare lontani ma costantemente ed incosciamente vicini. Louis in quel momento voleva solo dimenticare il dolore, voleva che qualcuno portasse il suo dolore altrove, lo seppellisse con tanto di mazzi di rose. Le rose, quelle preferite di Harry proprio Hazz, proprio come uno dei sui tanti tatuaggi.
Il tempo passó così velocemente che Louis non se ne accorse, scese i gradini del porto per andare a sedersi proprio su quel muretto ad affogare le sue lacrime sul maglione come ormai da tradizione ma quello che vide, quello che vide lo segnó, quasi lo terrorizzó. Con la bocca spalancata, le gambe tremanti e gli occhi increduli non poteva credere allo spettacolo cha aveva davanti.
Corse.
Corse come non aveva mai fatto prima.
Il vento gli spazzava via i capelli rimasti attaccati alla fronte per colpa del sudore, corse così veloce tanto da ignorare la pioggia battente che lo bagnava dalla testa ai piedi, non gli importó se gli sarebbe venuto una bronchite, una febbre, un raffreddore, non gli importó propio di nulla. E finalmente arrivò.
Arrivó propio li e si sedette. Si sedette come se non fosse mai successo niente, come se quei tre anni non gli avessero fatto ne caldo ne freddo.
Guardò il ragazzo vicino a lui e gli scappó un sussulto. Davanti non aveva più un ragazzino ma un uomo, per un attimo gli occhi di Harry iniziarono a brillare, iniziarono a brillare come non avevano mai fatto prima, le lacrime li rendevano ancora più intensi e Louis per la prima volta ne potè vedere ogni minimo dettaglio, ogni minima sfumatura, ogni pigmento e Louis se ne innamorò. Se ne innamorò come la prima volta e proprio come un tempo ruppe quello spazio che c'era tra di loro. Collegó la scintilla che li allontava, lo ribació a distanza di tre anni, senza sapere se fosse ancora innamorato di lui, senza sapere se lo fosse mai stato, senza sapere se non passava un giorno, un minuto un secondo che lui non lo pensasse. Le lacrime si mischiarono tra di loro, la pioggia cadeva ignota di cose stesse succedendo, ed Harry non si poté sentire meglio dopo anni e anni di sofferenze. Si staccarono dal bacio che sembró durare un eternità e nessuno dei due parló. Entrambi erano troppo presi dal momento, rimasero a guardarsi, rimasero a scrutarsi, a ritrovare il bello dopo il brutto, rimasero a leggere le proprie anime, a ricordarsi ogni singolo particolare dell'altro come se quella fosse l'ultima cosa che avrebbero mai visto, l'ultimo mercoledì sera che avrebbero mai vissuto, come se il mondo, il Sole, Saturno, le mille collestazioni che ci circondano, tutte le nubolose potessero cadere da un momento all'altro. Harry sorrise rivelando quella fossetta che Louis amava infinitamente. E Louis ci ricadde, ricadde a così tanta bellezza, pensó ancora una volta di come un essere così perfetto potesse mai esistere e si sentì estremamente grato, fortunato, ringrazió il cielo di aver creato una creatura così semplicemente perfetta e mentre i mille pensieri gli offuscavano la mente come Londra in una giornata tempestosa Harry parló
"Louis facciamolo".
"Scappiamo insieme. Lo voglio"
Louis non poté credere alle sue orecchie.
"Ti amo Harry. Ti amo infinitamente"
"Ti amo anche io Louis."

In un mercoledì sera possono succedere infinite e infinite cose. Ci si può trovare l'amore, ci si può rimanere soli, puó succedere qualcosa di totalmente inaspettato, due persone possono scontrarsi, riavvicinarsi, girare intorno come orbitre. In un mercoledì sera Louis ritrovò Harry, beh loro si ritrovarono a vicenda.
«Mi domando» disse
«se le stelle brillano perché un giorno ciascuno possa ritrovare la propia"
"Beh, io ti ho ritrovato, senza che tu brillassi" rispose Louis.

On A Wednesday Night ||Larry Stylinson OneShot||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora