Chapter twenty-six

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Federico's point of view:

Eravamo tutti scossi, ma ci saremmo dovuti riprendere.
≪ Cioccolata calda? ≫ proposi e ad Eireen le si illuminarono gli occhi, ma subito dopo aver rivolto lo sguardo verso il basso, probabilmente verso le sue gambe, si spensero.
≪ Ehm no, per me una tazza di the ≫
Annuii tristemente, era chiaro che avesse dei problemi di autostima causati dal bullismo subito, ma il fatto che rifiutasse una cioccolata calda per paura di ingrassare era davvero triste.
Non era grassa, anzi, era fin troppo magra; ma probabilmente non se ne accorgeva.
≪ Tu Adrian? ≫ chiesi cercando di riprendermi dai miei pensieri.
≪ Cosa voglio io Federico?
Sei serio?
Davvero vuoi stare qua a bere the, cioccolata e perché no, accompagnati da qualche biscottino e pettegolezzo come se nulla di tutto ciò fosse accaduto?
Tu e la tua ragazza avete appena accoltellato tuo padre! ≫
≪ Ormai ciò che è successo è successo, non posso tornare indietro e cambiare ciò che è stato, quindi cosa dovremmo fare eh?
Stare a rimuginarci sopra?
Su dai, illuminami. ≫ sbottai frustato, e nell'esatto momento in cui dissi quella frase mi ritrovai una luce puntata in faccia.
Non potevo crederci, Eireen aveva acceso la torcia del telefono e l'aveva puntata contro di me.
Io e Adrian senza nemmeno guardarci ci voltammo verso la direzione della mia ragazza, Adrian alzò il sopracciglio destro ed io mi trattenni dal ridere.
Aveva  un faccia così dolce, mi veniva voglia di abbracciarla e non lasciarla mai più; sicuramente dopo quello che aveva fatto quel giorno, non l'avrei lasciata mai più.
≪ Scusate ragazzi, non potevo farne a meno, ma oh continuare pure ≫ disse liquidandoci con la mano, ed una volta spenta la torcia continuò a guardare lo schermo del telefono con completa nonchalance.
Adrian si voltò verso di me e sembrava essersi calmato un po'.
≪ Sì ehm scusami, non volevo sclerare in quel modo, è che sai, sono ancora un po' scosso. ≫
≪ Tutti lo siamo. ≫
≪ Beh secondo me lei non lo è affatto ≫ sussurrò indicando la ragazza.
≪ Ti sento ≫ canzonò Eireen ed io mi trattenni dal ridere quando vidi Adrian allontanarsi di qualche passo.
Sicuramente non mi avrebbe "rubato" la ragazza dato che si teneva a debita distanza da essa ritenendola al quanto inquietante.

Preparai il the e due cioccolate per me ed Adrian.
Una volta pronto il the lo portai ad Eireen e scostandole i capelli le baciai la guancia.
Sorrise mentre il volto le se colorava di un lieve rosa grazioso e di conseguenza sorrisi.
Dopo un po' dovetti accompagnare Eireen alla casa famiglia, Adrian non volle venire con noi, ci disse che doveva finire l'ultima stagione di The Vampire Diaries, ma a parer mio voleva solo lasciarci un po' di tempo da soli e di conseguenza restare lui stesso da solo per realizzare ed elaborate il tutto.
Adrian non era abituato alla violenza, non quella in casa o in famiglia almeno.

Ma anche lui non aveva avuto una vita facile, il padre appena seppe che Marlene fosse rimasta incinta se ne andò e non si fece mai più sentire, non c'è bisogno di specificare il fatto che Adrian non conobbe mai suo padre.
Esso non si interessò mai ad Adrian, non si presentò mai ad un suo compleanno, ad una sua recita.
Non gli portò mai il regalo di natale e non gli fece mai gli auguri per niente.
Non era con lui quando il primo ragazzo gli ruppe il cuore, e nemmeno quando lui ruppe il cuore ad una ragazza.
Nonostante ciò però, Adrian venne a conoscenza del fatto che suo padre si fosse ricreato una nuova vita, con una nuova moglie ed una nuova famiglia.
Quello che venne dopo la scoperta di Adrian, fu un bruttissimo periodo deprimente per lui.
Si sentiva uno schifo totale, continuava ad incolparsi per l'assenza del padre.
Diceva che non era abbastanza per lui, che lo sapeva, che se fosse altrimenti perché abbandonarlo per poi ricrearsi un'altra famiglia?
Ma la verità è che suo padre era un bastardo, ed ero felice che stesse il più lontano possibile da Adrian.
Non si meritava di soffrire per qualcosa di cui non ha colpa.

Accompagnai Eireen alla casa famiglia, e prima di andarsene mi chiese se fosse tutto okay.
≪ ehm sì ≫ dissi alzando le spalle guardando il cancello.
≪ Puoi dirmi la verità Federico, non c'è bisogno di tenerti tutto dentro o di mascherare il fatto che tu non stia bene. ≫
≪ Cosa vuoi che ti dica? Non sto bene, non sto affatto bene.
Ma non per quello che e successo oggi, è da molto tempo che non sto bene. ≫
Lei fece qualche passo verso di me e mi accarezzò il braccio dolcemente.
≪ Andrà meglio, prima o poi. ≫
≪ Il problema è quanto dura questo prima o poi. ≫
≪ Nessuno di noi può saperlo, potrebbe essere domani come tra un mese, come tra una vita.
Non possiamo esserne certi ma, prima o poi andrà meglio. Tu starai meglio, e tua madre anche. ≫
Sapevo che non sarebbe andata così, e anche lei ne era al corrente.
Neanche lei era convinta di ciò che stava dicendo, ma era carino il fatto che volesse supportarmi e farmi stare meglio.
Rassicurarmi, ma la mia unica rassicurazione era lei.

Fragili come petali di rugiadaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora