Era passato ormai un mese da quando mi ero trasferita dai Rossi, e più passava il tempo, più mi legavo a Giulio e Sara.
Sentivo anche gli altri ragazzi, in particolare Mario e Mirko, che mi chiamavano praticamente ogni giorno. Mario scendeva qualche fine settimana, in cui uscivamo e parlavamo fino a tardi, mentre Mirko, a causa dei vari lavori che svolgeva non aveva neanche un attimo libero. Il mio migliore amico, infatti, mi disse che voleva assolutamente, ed a tutti i costi, riavermi a casa, anche perché l'appartamento a Calvairate senza di me sembrava un porcile.
Matteo era tornato dalla Polonia, e mi aveva promesso che sarebbe sceso al più preso a Genova per passare un po' di tempo con me e sentire cosa fosse successo con Diego. A proposito di quest'ultimo, mi dissero che aveva trovato una nuova ragazza, ma mi avevano rassicurata dicendomi che tanto non avrebbe tenuto a lei quanto teneva ancora a me.
Per quanto riguarda i miei sentimenti verso di lui, non era cambiato nulla di una virgola. Rimanevo ancora perdutamente innamorata di lui, del suo sorriso, di quelle guance, di quelle mani così grandi che mi avevano accarezzata con amore e delicatezza tante volte, di quella risata, così semplice ogni volta che si espandeva, da quelle labbra, così morbide e che avrei voluto baciare per ore senza mai stancarmi, di quegli occhi color cioccolato, in cui ogni volta ci vedevo la sua anima, i suoi sogni, le sue paranoie e paure, i suoi capelli, così morbidi. Scossi la testa, sentendo le lacrime pronte ad uscire ed i ricordi che si susseguivano nella mia testa. Sospirai, per poi tornare a concentrarmi per aiutare Sara a fare i compiti.
《El come si fa?》chiese la bambina, puntando il suo dito su una divisione in riga.
《Ti ricordi le tabelline giusto?》chiesi. Lei annuì.
《Okay allora mhm come spiegartelo》ridacchiai confusa.
《Per trovare 36, per che numero dovresti moltiplicare nove?》chiesi, tentando di farle capire come dovesse fare.
《Umh emh》mormorò.
《Ripeti tutta la tabellina del nove》le dissi dolcemente. Sara partì con la solita cantilena, per poi fermarsi a 9 per 4, 36. Sorrise felice, poi applicò lo stesso ragionamento per tutte le altre, finendo matematica da sola.
《Dai ora facciamo italiano. Posso guardare il tuo diario mentre tu vai a prendere il libro?》chiesi, mentre Sara cercava il libro di italiano nel suo zaino rosa ed annuiva.
Leggere a voce alta da pagina 35 a pagina 38, più tutti gli esercizi a pagina 39.
Sara tornò con il libro di lettura rosso, per poi sedersi e leggere il brano. Dopo due pagine, era stanca ed annoiata e cominciò a fare i capricci.
《Facciamo merenda e poi riprendiamo okay?》le proposi. Lei annuì, poi le presi dei biscotti e del succo. Nel frattempo che lei faceva una pausa, controllai il telefono.
Da:Marietto♡
Tieniti pronta per le nove
Lessi il messaggio confusa, per poi scrivergli un semplice "okay" e tornare ad aiutare Sara. Dopo quaranta minuti e vari capricci, finimmo. Lei andò in salotto a guardare i cartoni, io cominciai a fare la cena, poi mi aiutò anche Giulio appena finì i compiti.
Alle otto, eravamo tutti a tavola per mangiare, dove ci raccontammo della giornata e dei momenti divertenti a cui avevamo assistito o partecipato.
Alle nove meno un quarto, finii di aiutare a pulire e sistemare, per poi andare a cambiarmi ed indossare un paio di jeans strappati, una felpa di Mirko e le dottor Martens. Presi lo zaino dove dentro tenevo le sigarette ed il portafogli, per poi correre fuori di casa e salutare i "miei". Il freddo della notte mi avvolse, facendomi stringere nella mia felpa.
《Hai ancora la brutta abitudine di non metterti un giubbotto pesante vedo》disse una voce familiare mentre rideva. Diego.
Deglutii, per poi dirigermi di nuovo verso casa.
《No aspetta》disse, per poi afferrarmi un polso. Mi girai, guardandolo negli occhi. Aveva delle occhiaie, le guance un po' scavate e sembrava triste e stanco.
《Quella notte non ero in me, ero completamente fatto, ubriaco e non sapevo manco dove fossi od il mio nome. Poi questa ha iniziato a provocarmi e...》spiegò, mentre gesticolava e parlava velocemente.
《E tu hai pensato di darle corda, ovvio Diego. Dai senti, non ne ho voglia, è tardi e sono stanca, ci vediamo》dissi, allontanandomi di nuovo, ma lui mi riseguì e mi bloccò ancora.
《Mi dispiace piccola, non so in che altro modo farmi perdonare. Sono da un mese che ci penso, che ti penso》mormorò, con un'espressione ferita.
《Hai, hai un'altra》dissi deglutendo e fissando le mie scarpe.
Una risata amara lasciò le sue labbra, mentre scuoteva la testa.
《È solo una troia che mi scopo per sfogarmi》disse, accarezzandomi il dorso della mano. Mi ritrassi, come se fossi stata scottata. E così effettivamente era stato. Diego era come un fuoco, ed io ero semplicemente stata una persona stupida e troppo infreddolita e che si era avvinata a lui per scaldarsi, bruciandosi, non permanentemente, ma comunque i segni delle scottature ancora si vedevano ed ancora facevano male.
《Oh ma che romanticismo, ora sicuramente tornerò con te》dissi triste ed acida. Lui sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
《Sai che non lo capisco? Da quant'è che ti conosco, io non lo so più, me ne accorgo da come ti fisso, che non mi bastano droghe per tirarmi su, non mi bastano donne di pizzo, per non buttarmi giù nel precipizio》canticchiò.
《Non cantarmi Mad, e soprattutto quella canzone》dissi, sentendo un groppo formarsi nella gola e delle lacrime che minacciavano di uscire.
《Tutte le troie, una specie di vizio, ci prendi gusto, non calcoli il rischio, sono placebo, piacere fittizio, voglio che se ne va quando finisco》continuò, avvicinandosi a me.
《Non ce la faccio a seguire il copione, nè quello che dice il dottore, se voglio te non va bene un doppione perché voglio l'oro non voglio l'ottone*》continuò, trovandosi a qualche centimetro di distanza dal mio viso.
《Dio sei così bella》sussurrò, avvicinando le sue labbra alle mie. Chiusi gli occhi, e poi sentii le sue labbra venire a contatto con le mie, mentre piangevo. Mentre mi baciava, mi asciugava le lacrime con una mano, e con l'altra, poggiata sul fianco, mi attirava a se.
《Sei dimagrita ma sei bella uguale*》disse sorridendo una volta staccatici.
《Mi hai perdonato?》mormorò, mentre si torturava le dita. Lo guardai, perdendomi ancora nei suoi dettagli, anche in quelli più piccoli, anche in quelli che avevo già fissato per ore ed ore e che ormai sapevo a memoria. Sorrisi annuendo. Diego mi guardò sospirando, per poi baciarmi con foga.
****
《 Domani ti porto a cena fuori》propose davanti alla porta della mia nuova casa. Annuii, per poi abbracciarlo.
《Buonanotte Diego》dissi, lasciandogli poi un bacio a stampo.
《Come buonanotte? Non dormo con te?》chiese, inclinando la testa verso destra perplesso.
Sospirai, per poi prenderlo per mano ed aprire casa. Chiusi super piano la porta, poi feci girare due volte la chiave grande, poi lo trascinai nella mia stanza, chiudendo la porta. Lui si buttò sul mio letto, mentre io mi dirigevo verso l'armadio a cercare qualcosa per la notte.
《Ho una vecchia tuta di Mirko》sussurrai. Lui annuì, per poi spogliarsi e mettersi i pantaloni, rimanendo senza maglia.
Deglutii, per poi mormorare un "Hai controllato il diabete?"ottenendo una risposta affermativa.
《Die' emh dovresti girarti che mi devo cambiare》dissi imbarazzata. Lui sorrise maliziosamente, per poi girarsi. Mi misi velocemente una felpa super gigante di Mario che mi arrivava fino alle ginocchia, per poi coricarmi. Dopo, mi raggiunse Diego, che mi cinse i fianchi con le sue braccia e mi attirò al suo petto, dandomi leggeri baci tra i capelli e sul collo, facendomi addormentare.
*La canzone che canta Diego è "Blue Sky" di Gemitaiz e Madman
*La frase che dice Diego dopo è da "Solo" di Rkomi.
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Deja vu/Izi
Hayran KurguSe si tiene davvero a qualcosa, l'ultimo tentativo è sempre il penultimo.