Capitolo Cinque

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Caro Louis,
ho atteso per un'intera settimana questa lettera, come se vivessi nell'attesa di poter stringere fra le mani qualcosa che ti appartiene e che con la mente, riesca a portarmi via da tutto questo. Stavo cominciando a preoccuparmi, la paura che possa accaderti qualcosa mentre io non sono lì, pronto a difenderti, mi terrorizza.
Louis, amore, non azzardarti mai più ad avere un'idea simile: questo non è il tuo posto, fra armi, sangue e morte ad ogni passo. Non hai da preoccuparti per Zayn, è un ottimi amico (ho detto amico, te lo ripeto; non vorrei mandassi qualcuno per ucciderlo) e insieme ce la caviamo, salvandoci la pelle a vicenda.
Qui fa un freddo che non puoi immaginare, le coperte non sono abbastanza ed io nemmeno ne posseggo una; non sono riuscito a resistere, c'era una bambina in difficoltà e l'ho ceduta a lei. Qui si fatica a pensare che si possa superare la notte, io spero per il meglio, amore mio.
Devo concludere, mi stanno chiamando, ma prima ho bisogno di dirti di stare attento; guardati le spalle e non fidarti di nessuno, molto probabilmente al palazzo c'è una spia di Cowell.
Per favore, tieni gli occhi aperti e non camminare mai e poi mai da solo.
Ti amo e ho custoditi con me ogni singolo ricordo della nostra storia ed ogni singolo dettaglio di te, mi manchi.

Tuo Harry.

***

Fischiettava rilassato, un panno gli cingeva la vita ed il vapore quasi rendeva impossibile guardare ad un palmo del naso. Harry era appena uscito dalla vasca, reduce di un rigenerante bagno caldo, il quale gli aveva regalo dei sospiri di piacere quando aveva sentito i suoi muscoli, contratti a causa dei troppi allenamenti e dello stress che negli ultimi tempi provava, rilassarsi.
La fonte principale del suo stress era il maledetto Principe Louis William Tomlinson: trascorreva parte dei suoi allenamenti lamentandosi, ed Harry doveva costantemente controllarsi e cercare di non tagliargli quelle dannate corde vocali con la spada, e quando gli sembrava di essersi avvicinato al cuore del liscio, il minimo da poter stringere almeno un rapporto di convivenza, ecco che quest'ultimo impazziva e lo respingeva.

Ormai erano due mesi che allenava Louis e poteva però affermare che, nonostante il suo caratteraccio, il principe apprendesse molto velocemente.

Si passò una mano fra i capelli e, continuando a fischiettare, uscì dal bagno, il quale era collegato direttamente alla sua camera, e quasi non sobbalzò dallo spavento quando si ritrovò la figura del principe seduto sul suo letto.

"Cristo", imprecò, portandosi una mano al petto ed un'altra al panno che aveva alla vita, il quale per poco non cadde. "Vostra Altezza, volete per caso farmi venire un infarto?"

Louis lo guardò, inizialmente inespressivo e poi rimanendo ammaliato dal corpo muscoloso della guardia: era abbronzato, a causa degli allenamenti svolti all'aperto, e dei tatuaggi - nonostante non fossero visti tanto di buon occhio nel regno - svettavano sul petto, sulla pancia e sulle braccia. Il principe deglutì e per poco non dimenticò il motivo per il quale era andato nella camera della guardia, tanto era incantato dal fisico dell'altro. Harry si accorse dello sguardo lussurioso di Louis e non si sentì per niente a disagio, anche perché era consapevole di avere un bel corpo, e si stupì quando si ritrovò a pensare che quelle attenzioni da parte del principe gli piacevano.

Aspetta- cosa? No, a lui non potevano piacere le attenzioni del principe!

Tossicchiò imbarazzato ed alzò un sopracciglio, guardando il principe spazientito.

"Oh- ehm", si schiarì la voce Louis. "Scusami, non potevo immaginare ti stessi facendo un bagno. Non era mia intenzione disturbarti."

"Mi auguro sia piuttosto urgente il motivo, Vostra Altezza" gli disse Harry, fissando l'altro ragazzo che sembrava tanto piccolo, seduto sul letto e vestito degli abiti regali.

Louis annuì. "Come tu sai, dovrai duellare con Sir. Horan, per far in modo che si decida a chi andrà in sposa la principessa Calder", cominciò a spiegare.

Il riccio annuì, facendogli segno di proseguire.

"Harry" lo chiamò, alzandosi dal letto ed avvicinandosi al riccio. "Per favore, perdi il duello."

Il riccio, già in tensione per quell'improvvisa vicinanza, la quale gli scaturiva sensazione indescrivibili allo stomaco, si ritrovò ad indietreggiare di un passo, confuso. "Non credo di capire."

"Non voglio sposarmi con la principessa Calder" gli confessò, quasi in un sussurro, Louis.

"La principessa Calder è perfetta, dolce e simpatica. Un'ottima madre per i vostri figli, che un giorno poi dovranno portare avanti il regno. Non capisco perché voi non vogliate sposarla" disse con onestà Harry, ignorando quella strana sensazione di sollievo che avvertiva nel petto a quella rivelazione da parte del principe.

Louis calò lo sguardo e si morse il labbro, mostrandosi vulnerabile come mai aveva fatto, e alzando in seguito i suoi occhi azzurri in quelli verdi di Harry. "Il mio cuore non appartiene a lei."

Harry tremò a quella rivelazione e all'intensità con cui Louis lo stava guardando: quei suoi pozzi azzurri, per poco non brillavano, illuminando tutta la stanza."E- se posso permettermi, a chi apparterrebbe il vostro cuore, principe?"

Louis lo guardò come fosse indeciso su che risposta dare, ed ad Harry quei secondi di esitazione nella risposta, quasi non gli procurarono un infarto.

Chi era riuscito a conquistare il cuore tormentato del principe? Lui doveva saperlo.

Improvvisamente, quella strana tensione che si era venuta a creare fra i due si spezzò e Louis indurì i tratti del viso. "Mi pare di averti detto già una volta di dover ricordare qual è il tuo posto, Harry."

Harry non si fece di certo intimorire. "Principe, lo ricordo benissimo. Siete voi qui a trovarvi nel posto sbagliato" disse, facendo allusione al fatto che Louis fosse entrato nella sua stanza.

Louis strinse i denti, non sapendo come contro ribattere visto che Harry aveva effettivamente ragione, e senza dire una parola, si voltò e fece per andarsene. Poggiò la mano sulla maniglia quando-

"Lo farò" disse Harry, guardando il principe.

Louis si voltò e guardò la guardia, uno strano groppo alla gola gli impediva di parlare.

"Ma non per voi. Quella poveretta non merita un cuore di ghiaccio come il vostro" pronunciò il riccio, pentendosene subito quando vide gli occhi del principe inumidirsi.

Louis aprì la porta e la sbattè poi alle sue spalle.

Era così che ci si sentiva quando il cuore ti si spezzava in tanti piccoli pezzi?

n/a:

haaveillax è una persona orribile e questo capitolo lo dimostra. ho quasi pianto nel leggerlo.
ho detto tutto.

giada col cuore spezzato☹️

Nothing will stop me from going back home to you ❥ lwt+hesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora