Ritorno a casa

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Il tragitto è stato fin troppo lungo per i miei gusti,grazie a Dio siamo arrivati.
Devo ammettere che mi fa un certo effetto ritornare nella città dove sono nata e cresciuta.
Appena ci fermiamo scendo dalla macchina,mi è mancata questa casa.
Istintivamente poggio lo sguardo sull'edificio affianco al nostro,un senso di malinconia e tristezza s'impossessa del mio corpo.
'è qui che vive' penso tra me e me
"Tesoro ci sei?"sento mia madre,che mi risveglia dallo stato di trance in cui ero immersa.
"Eh?....si si ci sono"la raggiungo all'entrata di casa
"Aideen vai a sistemare la tua roba in camera" dice mio padre,intanto mi guardo attorno ed è tutto al suo posto.
Mi dirigo nella mia stanza a passo svelto,ma mi blocco accanto allo stipite della porta.
Il colore lilla delle pareti attira la mia attenzione,il letto rifatto,la scrivania in legno di ciliegio.
È tutto come l'ho lasciato,entro e poso il borsone sul letto.
Inizio a sistemare i pantaloni,le maglie,le felpe e tutto il resto nell'armadio.
Quando una fotografia mi distrae da ciò che stavo facendo,la raccolgo da terra e la osservo attentamente, ricordo bene il giorno in cui è stata scattata.
Eravamo andati al lago per il giorno del mio compleanno,e lui mi ha chiesto di farci una foto per non dimenticare un giorno così importante.
Lo guardo. I capelli castano scuro,la pelle chiara,la mascella alquanto pronunciata e poi i suoi occhi di un blu intenso.
È una delle poche cose che mi hanno affascinato sin dall'inizio,li ho sempre trovati stupendi.
'ma rivedrò quegl'occhi?'mi domando
Ripongo la fotografia nel cassetto della scrivania,e finisco di sistemare.
Mi butto a peso morto sul materasso e penso a lui.
Il suo nome è Nash.....Nash Grier, l'ultima volta che l'ho visto abbiamo discusso,e detto sinceramente non mi ricordo nemmeno per cosa.
E per di più me ne sono andata senza avvisarlo della mia partenza,ero così arrabbiata.....ma nonostante ciò glielo volevo dire ma non ha risposto a nessuno dei molteplici messaggi e nemmeno alle chiamate.
'forse per lui non cambiava nulla il fatto che io me ne andassi' rimugino su questa frase
"Tesoro domani inizi il tuo primo giorno di scuola" mi ricorda mia madre facendo capolino in stanza
"Perfetto" sbuffo
"Ah e io e tuo padre dobbiamo andare ad una cena di lavoro"annuncia con tono calmo
"E quando mai" sputo acida
"Senti Aideen....."
"Aideen un corno"la interrompo subito
"Come lo vuoi capire che noi lo facciamo per il tuo bene!"mi rimprovera disperata
"Per il mio bene" ripeto,ridendo amaramente
"Noi ti vogliamo bene lo sai" si avvicina per posare la sua mano sulla mia,ma la scosto bruscamente.
Indietreggia,"beh noi andiamo" esce dalla porta.
Mi è passata persino la voglia di mangiare, così mi svesto e vado in bagno per farmi una doccia.
L'acqua calda scivola sul mio corpo, i muscoli si rilassano e tutti i problemi che popolano la mia testa si affievoliscono.
Per questo amo fare la doccia,mi calma e mi fa riflettere.
Appena esco,mi avvolgo in un asciugamano e torno in camera per indossare il mio fantastico pigiama rosa.
Mi stendo sul letto dopo aver asciugato e legato i capelli mossi.
Imposto la sveglia alle 7:00 e poi cado nelle braccia di Morfeo.

Spazio autrice
Allora questo è il primo capitolo di 'You are the cure',spero tanto vi sia piaciuto. Mi scuso per gli eventuali errori.
Baci💕

You are the cure|| Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora