Nulla da Temere

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TuTum.
TuTum.
TuTum.
Cos’era? Era l’unico rumore che riuscivo a percepire in quel momento, oltre uno strano ronzio che mi infastidiva le orecchie. Tirai parecchia aria dalle narici, ma qualcosa la bloccava. Avevo qualcosa dentro il naso che ancor più mi infastidiva, peggio delle orecchie.
Vedevo solo il nero. Solo il bellissimo ed lontanissimo nero.
Ma lentamente cercai di aprire gli occhi. Pian piano la luce penetrò in quel nero, graffiandolo… come graffiò il mio sguardo che si apriva e richiudeva velocemente.
Umh.. Umh…” sussurrai. Mi risvegliai come quei peccatori che prima avevo ucciso, con lo stesso verso. Ma cosa stava succedendo? L’ultima volta che avevo visto il bellissimo nero credevo di aver chiuso gli occhi per sempre. E adesso mi ritrovavo a gorgogliare qualcosa.
Sarah… Sarah mi senti?
Una voce. Una voce che conoscevo perfettamente bene.
Aprii bene gli occhi ritrovandomi di fronte Nath. Mi teneva la mano sinistra, dove c’era infilato un ago. Cercai di muoverla, ma la mano di Nath la fermava.
Come ti senti?
Alzai lo sguardo su di lui. “Male”, solitamente in queste occasioni si riesce a dire di star bene, ma nessuno capisce che in realtà ci si sente come se un camion ti fosse passato di sopra. Io non stavo male sol perché mi ritrovavo in un letto d’ospedale. Io stavo male perché Nath mi aveva portato in ospedale. Io dovevo morire. Io dovevo andare via da quel luogo.
Se vuoi chiamo…
No” lo fermai prima che potesse chiamare qualcuno. Non volevo nessuno. Non volevo vedere nessuno. Quel luogo mi ricordava mia madre… Era anche li che mia madre era stata portata prima che l’uccidessi. I ricordi mi presero alla gola come una mano pronta a strozzarmi. Che sensazione orribile, quel bruciore di lacrime che ti attorciglia alla gola e che sembra quasi soffocarti. Ed io soffocavo le mie lacrime. Cercavo di chiuderle dentro gli occhi, di non farle uscire. “Perché?” fu solo un sussurro il mio. Solo un semplice sussurro.. Eppure Nath parve sentirmi.
Mi sorrise, un sorriso alquanto triste. “Perché non c’era alcun motivo
Si, invece” non riuscivo a parlare bene. Ogni qual volta che mi entrava aria, sembrava che questa mi spezzasse qualcosa dentro. “Ho peccato. Io ho peccato… E dovevo morire
Il silenzio si fermò fra noi, ma sol pochi attimi prima che lui prendesse la parola “Hai confessato i tuoi peccati, Sarah. Adesso non hai alcun motivo per morire
Confessato? Non riuscivo a capire, e il mio sguardo ne diede atto. Fu lui a parlare per me.
Prima di concepire James con Elèna, stavo per prendere i voti. Questo fa di me un prete, non credi?” un sorriso gli passò il volto. No, non capivo. Come poteva essere un prete e dir tutte quelle cose contro il Signore. Lui che diceva che il Signore aveva ucciso. E che non diceva mai a James che sua madre stava nel Regno dei Cieli. Lo guardai stranita, senza riuscire a parlare per un paio di secondi. “Lo so, lo so.. Sembra strano ma…
Sembra impossibile”, precisai. Non ci credevo. Era davvero qualcosa di impossibile.
Ma non lo è”, mi rassicurò. Ed era il suo stesso sguardo a rassicurarmi, con quel sorriso che pian piano, dal triste, sembrava diventare più convinto “Fin da piccolo il mio desiderio era stato quello di seguire il Signore, di seguire le sue volontà, le sue diciture. Ma poi conobbi Elèna, il mio essere si incrociò con il suo e… e nacque James.” Mi chiesi come potesse un uomo di chiesa concepire con una donna. No.. non avrebbe potuto farlo. Era contro.. contro ogni regola.
Lasciai perdere il discorso, prendendo un lungo sospiro “Cosa centra con la mia morte? Confessata o meno, avevo peccato
No, non più. Ieri, quando ti ho fatto quelle domande, ti ho benedetto. Ho benedetto la tua mente, il tuo spirito e la tua anima. Credimi Sarah.. adesso non devi più temere nulla
Era convinto. E il suo sorriso lo dimostrava. Prese la mia mano fra le sue, tenendola stretta fra le sue.
“Non hai più da temere nulla, va bene?
Cercava ancor di convincermi.
Ma avevo ucciso. Lo sapevo perfettamente che le mie mani non si sarebbero pulite così facilmente, così come il mio spirito. Ero tutta sporca di sangue, dalle mani, allo spirito.. Dalla testa sino allo stomaco. E lo sentivo. Sembravo sentire l’odore di quel sangue dolce, quel sangue che mi aveva fatto scaturire l’eccitazione al primo assaggio.
Avevo ucciso Josh.
Avevo ucciso mia madre.
Avevo ucciso il padre di Terry.
Quante… quante persone ero stata in grado di uccidere? Quante persone erano state sotto le mie mani e spargere lacrime, a pregare inutilmente? Ed io ero stata il loro destino, il loro umile destino.
Me… me la regali quella… penna?
Nath abbassò lo sguardo sulla propria camicia prendendo la penna. Era una normalissima Big.
Questa?
Annuii, allungando la mano. Lui me la diede con un sorriso che io ricambiai.
Adesso vorrei riposare un po’. Mi sento molto stanca
Annuì lasciandomi la mano “E ricorda… Non hai nulla da temere. Riposati
Va bene
Lo vidi uscire dalla stanza e mi salutò ancor una volta dalla finestra prima di sparire.
Si… Si, dovevo riposare. E avrei riposato bene, li nel Regno dei Cieli. Presi la penna e aprii il tappo con la bocca. Alzai il mio braccio sinistro e cominciai a scrivervi: < Io sottoscritta, Jada Bilek, chiedo di dare i miei organi a James. > Ecco. Ecco, l’avevo fatto. Se qualcuno avrebbe dovuto vivere, era proprio quel bambino. Proprio James. Lui, lui no… Lui non meritava di morire. E non perché era un bambino.. Ma perché aveva un buon cuore.
Gettai la penna per terra e cominciai a togliere tutti i fili sul mio corpo. La flebo, le ventose sul petto, il conta battiti… Tutto. E trattenni l’aria. Il mio ultimo sorriso si disegnò sul volto, mentre mi rilassavo con la testa sul cuscino.
Nath aveva ragione. Non avevo più nulla da temere. Li sopra sarei stata bene. Non avrei avuto dolori, non avrei sofferto.. E non avrei avuto alcun bisogno di uccidere.
Ben presto sarei stata in  un mondo migliore.
Ben presto avrei conosciuto il Signore.
Lui mi avrebbe accolto, come ogni sua figlia. Perché per anni lo avevo seguito, nel bene e nel male. Per anni sol lui era stato la mia famiglia.
Ma un altro pensiero che mi venne in mente prima di vedere del tutto nero fu… “Mamma… sto arrivando

Il Diario di una PsicopaticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora