Capitolo 15:

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Lauren:
Devo prendere coraggio, più di quanto ne abbia mai avuto finora, ed andarmene. Se aspetto anche solo un istante in più rischio, ed il rischio che tutto si possa ripetere ancora e ancora è troppo grande. Potrebbero entrare da un momento all'altro i "ragazzi", per non chiamarli trogloditi.                               Devo agire.
Continuo a ripetere nella mente questa frase mentre Melanie e Grace avanzano pericolosamente verso di me.
Devo trovare per una volta il coraggio di saltare, da sola, senza la mano di nessuno. Alla fine dei conti nella vita bisogna sapersi arrangiare da soli.
Riesco a trovare ila forza necessaria per scappare.
Le "ragazze" cercano di fermarmi, ma invano. Sono troppo ubriache e fatte per respingere tutta la rabbia che ho accumulato dopo ore di impotenza totale davanti a questi mostri.                                                            In questa corsa verso la libertà ripongo tutto il coraggio e la forza che non ho mai avuto prima d'ora. È un po' come la mia rivincita per tutte quelle volte che mi sono sentita moralmente in trappola e non ho avuto la forza di liberarmi.                                                                                                                                 Per tutte le volte che avrei voluto parlare a Kate ma non l'ho mai fatto, per paura di non essere accettata.                                                                                                                                                      Per tutte le volte che non ho avuto il coraggio di sputare in faccia a quegli stronzi la mia rabbia e mi sono tenuta tutto dentro, piangendo da sola in camera mia, rischiando di esplodere.
Per tutte le volte in cui mi sono vergognata di urlare al mondo intero di essere lesbica, per non deludere la mia famiglia. Perché io molto probabilmente non riuscirò mai a sposarmi, non porterò mai un uomo in casa.                                                                                                                                                  Perché io non sono come le altre e, purtroppo, la maggior parte delle persone, tra cui i miei familiari, non mi accettano per quello che sono.Mi sfogo così correndo, a dir poco sfrecciando via da quel maledetto posto. Molti ragazzi provano a seguirmi ma, essendo a dir poco fuori, non riescono a raggiungermi.
Che cosa strana, non ho mai corso. Odio correre. Mi affatico subito, visto che non molto sportiva. Ma oggi è diverso. Non solo perché sono realmente motivata a farlo, ma anche come sfogo per l' umiliazione accumulata, per tutte le emozioni negative accumulate in questi maledettissimi minuti.              Ma non solo.
Uno sfogo per questa vita che non mi lascia quasi mai un attimo di felicità.                                                                           Mi sento come sopraffatta, fatico sempre di più ad accettare la realtà; mi sembra di vivere in un film che non si esaurisce mai.
Mi soffermo a guardare una villetta, a dir poco bellissima. Strano, questa casa mi è familiare, però non saprei proprio il motivo, visto che io abito dall'altra parte del quartiere e questa zona non la conosco bene.
Eppure mi sembra di essere già stata, anche a lungo, in questa casa. Spinta dalla curiosità guardo i nomi sul campanello.                                                                                                                                     Uno dei due cognomi incisi sul campanello è proprio "Blue", come quello di Kate.
Improvvisamente tutto torna.
Sono venuta qua a "dormire" quando mia mamma era in coma.
Beh è normale allora il fatto che non sapessi di chi fosse questa villetta che però mi sembrava familiare. Ero totalmente sotto shock.
Me ne sto lì a pensare, scordandomi delle condizioni in cui mi hanno ridotta.
Mi tornano in mente solo quando vedo che tutti i passanti mi guardano con fare interrogativo nonché schifato.
Non so dove andare. Il telefono è scarico, come al solito. Casa mia è lontana e soprattutto prima di attraversare il quartiere devo darmi una sistemata, come minimo devo assolutamente togliere queste scritte che sporgono dalle gambe.
Così mi decido a suonare. Spero che Kate sia sola in casa. Ma di che diavolo mi preoccupo?! Ormai la mia "reputazione" è andata a farsi fottere. Quindi, anche se la madre di Kate mi vedesse in queste condizioni, cosa cambierebbe?! Prima o dopo che differenza fa ormai...
Sento che la porta si apre e rimango sorpresa nel vedere Kate da sola. Almeno in queste piccole cose la vita mi sorride. Solo in queste, purtroppo.
Cavolo, è perfetta. Persino quando è in casa da sola e non aspetta nessuno, con quei terribili vestiti da casa che stanno male a tutti. Ma lei non è come tutti. Rende tutto incredibilmente speciale e diverso. Già, mette sempre il suo marchio, il suo fantastico odore che riempie l'aria attorno a me, facendola diventare magica. Il sorriso imperfettamente perfetto che mi rivolge ogni volta che mi vede, persino ora che sono piombata alla sua porta, ricoperta di schifo e fragile come non mai. Gli occhi lucenti, quasi sempre raggianti quando parliamo, anche del più o del meno. Non scambierei quegli occhi per nulla al mondo, nemmeno per la restituzione della dignità perduta poco fa.
Sono innamorata persa di tutto quello che riporta a questa ragazza. Amo il suo insieme, la sua totalità.
Basta Lauren, non devi farlo a vedere. Devi nascondere ancora le emozioni, tanto ormai dovresti averci fatto l'abitudine...
"Lauren ma, ma, ma, che hai fatto?! Cosa ti è successo?" È scioccata, letteralmente stupita nel vedermi conciata così.
"È una storia lunga, posso entrare?" Chiedo con un filo di voce, al solo pensiero delle scorse ore, mi viene da piangere, ma riesco, per il momento, a trattenere le lacrime.
"Certamente... entra pure." Esclama aprendo di più la porta per farmi passare. È inquieta, percepisco che ha bisogno di spiegazioni. Non so se sono pronta a dagliele però, dato che è la persona che amo, ci proverò. Per lei. Solo ed esclusivamente per lei.
Sono ansiosa.                                                                                                                                                        Ho paura che dopo questa storia possa ricredersi sulla nostra amicizia e passare dalla parte dei "cattivi". Ma devo rischiare, la vita è un enorme rischio, per chi sveglie di viverla con pienezza. Se non rischi non proverai mai emozioni e la tua vita non prenderà mai la piega giusta.Spesso, rischiando la vita sembra prendere solo pieghe sbagliate ma poi, tutto cambia, basta continuare a credere nel modo giusto e soprattutto senza arrendersi mai, anche quando, come nel mio caso, è difficilissimo non cedere.
Attendo un po' , il tempo necessario per rimettere a posto le idee, sempre più confuse e spaventose.
Mentre racconto Kate  rimane in silenzio, ma la sua faccia fa capire tutta la marea di emozioni che la stanno attraversando.
Alla fine riesco a dirle tutto, quasi d'un fiato perché, nel caso mi fossi fermata anche solo che qualche secondo, sarei scoppiata in lacrime e avrei dato la meglio a quei vigliacchi.
L'unico particolare che decido di non riferirle è quello che i traditori hanno fatto finta di essere  lei per incastrarmi. Ho scelto di non dirglielo per non farla sentire in colpa, se tiene anche solo che un po' a me, per come è fatta, si sentirebbe tremendamente in colpa. Ed è l'ultima cosa che voglio.
Dopo alcuni minuti dalla fine, esclama :"Quegli stronzi! Lauren mi dispiace è tutta colpa mi..."
Non le lascio terminare la parola dicendo:" Kate, non è colpa tua, come non lo è mia. È solo colpa di quei senza cuore, sentimenti e cervello."
Da dove mi sia venuta tutta questa determinazione non lo so, forse è la rabbia o forse è l'impulso di proteggerla da ogni sua incertezza.
"E queste? Cosa sono?" Chiede toccando le scritte sulle gambe e sulle braccia. Mi basta solo un suo tocco sulla mia pelle, ormai fragile, per rabbrividire, in senso positivo, ovviamente.
"Sono le famose scritte di cui ti ho parlato."
"Vedi... penso che siano tutti insulti. Ne ho anche altri..."
"No Lauren, io non accetto che ti facciano questo. Non ha senso. Questi comportamenti tiranni devono finire,  per te e per le altre persone che subiscono in silenzio!" Mi interrompe Kate con tono deciso ed infuriato.
"I-io non so..." Cerco di continuare sempre con un filo di voce, ma vengo nuovamente interrotta da una Kate alquanto alterata.
"Lo so io invece. Ora ti faccio una foto per ogni scritta, poi ti aiuto a sistemarti un po' e andiamo insieme a denunciare quei cretini. E' il minimo dopo averti presa e trattata come un bestia senza sentimenti propri."
"Ma non so se ..."
"Lauren, ti fidi di me?" Mi domanda con tono dolce e non più furioso.
"Certo." Rispondo subito dopo io, sempre con un filo di voce perché le emozioni che provo sono davvero troppe... troppe da nascondere.
"Allora facciamo come dico io. Andremo insieme a sporgere denuncia, non c'è più niente di cui devi temere Lauren. E soprattutto non devi vergognarti."
Annuisco e lei tira fuori il cellulare per fare le foto. Per fortuna le scritte sono solamente sulle braccia, gambe ed una minuscola sulla fronte.
Fatte le foto Kate prepara uno strano miscuglio per togliere il pennarello indelebile, dice che lo usava sempre da piccola quando voleva farsi dei tatuaggi che però non si volevano proprio più levare. Mentre prepara il cosiddetto miscuglio parla, forse per distrarmi un po'. Non capisco molto di quello che esce da quella favolosa bocca ma non importa, mi basta guardarla per capire tutto. Capire come potrebbe, quella ragazza dagli occhioni azzurri, con un semplice gesto, trasformare questo disastro in un capolavoro.
Non appena finito prende del cotone e lo versa sopra. È così delicata, come se avesse paura di far del male persino agli oggetti.
Mi offro per levarmi le scritte da sola, ma insiste per farlo.
Le sue dolci mani assieme al cotone creano dei piccoli cerchi. La sua delicatezza è sorprendente. Le sue mani sono capaci di curarmi ogni ferita, persino quelle che non sono visibili esternamente.
Le sue mani candide continuano a farsi strada lungo il mio corpo danneggiato per cercare di rimetterlo a posto. Un po' mi vergogno davanti a lei, così perfetta,ma tutte le altre emozioni sovrastano e nascondono , per una volta, la mia vergogna. Irrompono gioia, dolcezza, desiderio ma soprattutto amore, tanto imperfetto e impossibile da sembrare perfetto agli occhi di una folle come me.
Questi attimi sono perfetti per me. C'è silenzio, ma un silenzio unico e non pesante. Un silenzio impaziente di sapere cosa accadrà durante gli attimi che mi aspettano.
Le sue mani sul mio corpo fanno uno strano effetto.
La calma dopo la tempesta.
L'amore dopo tanto odio ricevuto.
Gli attimi più belli, si sa, durano troppo poco. Ma in me saranno sempre eterni.
Manca solo la piccola scritta sulla fronte.
Le sue labbra sono troppo vicine alle mie mentre cerca di levare lo schifo sulla mia fronte. Troppo vicine. La tentazione è davvero tanta, così per non darlo a vedere decido di chiudere gli occhi. Ad occhi chiusi immagino tutto ciò che potrebbe essere nei film d'amore che però resteranno sempre pura finzione.
Devo tornare alla realtà, sennò la fantasia mi ucciderà.
Appena provo a riaprirli la trovo lì, davanti a me, intenta ad osservarmi. Non strofina più la fronte, non ha più il cotone in mano, rimane a fissarmi per qualche istante, immobile. Le sue labbra sono sempre più vicine alle mie. Mi sento avvampare.
Devo chiudere gli occhi. Se mi permetto di guardare ancora non so cosa potrei fare, di sicuro qualcosa di cui mi pentirei amaramente.
Ho gli occhi socchiusi, abbastanza aperti per vedere qualcosa, ma non tanto per vedere tutta quella perfezione. Quando decido di chiuderli totalmente sento le sue labbra appoggiarsi alle mie.

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