Un brusio insistente, musica, luci colorate, odore di pop-corn e zucchero filato.
A quanto pare, anche quest'anno l'ultima serata di questo piccolo luna-park paesano si riconferma un appuntamento immancabile per tutti gli abitanti della zona.
Di diverso questa volta c'è solo il mio imbarazzante contributo "da protagonista".
Mia nonna Luisa, ovvero la nota - almeno nel raggio di un chilometro - veggente Madame Lulù, ha pensato bene di sentirsi male proprio oggi, così, facendo leva sul mio altrettanto notorio cuore di burro, mi ha praticamente costretto a sostituirla.
- Ti prego Marty, devi andare tu al posto mio! Il mio banchetto di chiaroveggenza non può rimanere chiuso... lo sai quanto la Caritas del paese conti sul nostro aiuto! - mi si è raccomandata tutta agitata, e anche se per tutto il tempo ho continuato a scuotere la testa e a guardarla con gli occhi spiritati della serie "Non se ne parla nemmeno!", alla fine ho pensato a tutte quelle povere persone bisognose, e sentendomi un'egoista colossale ho ceduto.
Che poi, riflettendo bene, non so neanche cosa le sia preso. So solo che un momento prima era lì bella arzilla, in piedi davanti a me con le palpebre socchiuse che si concentrava facendo pratica di lettura del futuro con la mia mano, e un attimo dopo ha sbarrato gli occhi, trattenuto sonoramente il fiato, ed è corsa a stendersi sul divano dicendo di stare male.
Boh, sarà stato lo sforzo della preveggenza... fatto sta, che con l'andare avanti dell'età, mi sa che stia prendendo un po' troppo sul serio il suo ruolo di veggente-barra-cartomante.
All'inizio era stato solo un gioco, un modo piacevole per intrattenere le amiche del tè, ma poi si era sparsa la voce di quanto i suoi oracoli fossero azzeccati - magia della suggestione... - e avevano incominciato a chiamarla, sempre più spesso, sia per consulti privati che per esibirsi in feste e sagre paesane dei dintorni.
Di buono c'è che la nonna non si approfitta del prossimo, dato che ogni centesimo derivante dal suo "dono" è destinato esclusivamente a opere di beneficienza, ma di contro resta il fatto che sua figlia, ovvero la mia mamma, non è per niente contenta di questa sua nuova occupazione.
Si è sempre opposta con vigore al fatto che la nonna mi riempisse la testa con queste scemenze - secondo l'interessata, solo perchè è troppo orgogliosa per ammettere che a suo tempo aveva previsto anche l'esito disastroso del suo matrimonio con mio padre - e se viene a sapere che durante questa mia visita per le vacanze estive, non solo non sono riuscita a farla rinsavire, ma mi sono addirittura fatta coinvolgere in prima persona... rischio seriamente di essere diseredata!
Comunque sia, oramai è troppo tardi, e mi ritrovo qui, bardata da gitana, con tanto di gonnellona, trucco pesante e foulard floreale annodato intorno al mio cespuglio di capelli ricci, a raffrontarmi con un branco di sconosciuti, cercando di inventarmi sull'istante un mucchio di frottole fantasiose.
Non male per una timida patologica come me... davvero non male.
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Sarà lo stress dovuto alla situazione in cui mi sono cacciata, ma dopo un po' mi ritrovo con la gola secca come carta vetrata.
Sento il bisogno di prendermi una pausa, e dopo aver messo davanti alla tenda d'ingresso il cartello "torno subito", mi rifugio nella parte posteriore del banchetto per bere un sorso d'acqua e guardare la gente che passa.
Ad un tratto, nella massa, una pennellata di colore attira la mia attenzione.
E' una felpa, di un rosso brillante, e la indossa un ragazzo alto, moro, con il cappuccio tirato su fin sugli occhi.