Capitolo 1

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"Madyson, se non ti muovi rischiamo di arrivare in ritardo!" Urla mia cugina dall'altra parte dell'appartamento, più precisamente dall'entrata dove si trovano tutti i nostri cappotti e le scarpe posti in modo maledettamente ordinato, come piace ad Annabelle.

Sistemo velocemente il colletto della camicia bianca con i bordi neri che avevo deciso di indossare almeno una settimana prima e poi passo ad inserirla nei miei jeans blu a vita alta, che tra l'altro sono pure i miei preferiti, infine mi guardo allo specchio e ammiro il mio buon gusto nel vestire.

"Ti sbrighi?" Urla di nuovo Annabelle ed io non posso fare altro che correre verso la scarpiera alla sua destra ed indossare le mie francesine abbinate ad una giacca di pelle nera, un accostamento che ultimamente utilizzo molto.

"Finalmente ce l'hai fatta, pensavo che fossi rimasta a guardarti allo specchio per ore come tuo solito fare." Ironizza la mora al mio fianco mentre con la mano apre la porta e la richiude dietro di noi.

"Non è mica colpa mia se mi vesto così bene!" Dico consapevole del fatto che a mia cugina non è mai piaciuto il mio modo di vestire, diciamo che lei apprezza di più una bella felpa assieme a delle scarpe da ginnastica, un modo come un altro per far intendere alle persone che il suo fisico non le piace e sebbene gli abbia detto mille volte di lasciar perdere quel look da liceale lei continua imperterrita.

"Meglio che non dico niente!" E senza aggiungere altro scende velocemente le scale del palazzo con me al seguito ed in men che non si dica arriviamo di fronte all'entrata del nostro college, l'Oxford University.

"Wow, dopo una vita a sognare di venire a studiare qua, finalmente ci siamo!" Dico felice, sin da piccole abbiamo sempre sperato di  studiare in questa università e vedere il proprio sogno davanti agli occhi fa un effetto straordinario, non avrei mai pensato che ci saremmo riuscite.

"Si, ma se non ci diamo una mossa rischiamo anche di essere buttate fuori, quindi cammina e taci!" ordina con quella sua vocina irritante, se non si è ancora capito ha una specie di fobia per il ritardo e ovviamente quella che ci deve rimettere sono sempre io che vengo costretta ad alzarmi un'ora e mezza prima del dovuto.

Con l'eccitazione che scorre nelle vene premo il palmo della mano contro la porta di ingresso e dopo aver fatto un grosso respiro la apro con forza... forse fin troppa!

"Oh mio dio, mi dispiace non sapevo che ci fossi tu dietro!" dico in preda la panico vedendo un ragazzo piegato in due che con le mani si copre il naso, ditemi che non gliel'ho rotto, vi prego!

"Sei per caso impazzita?" ringhia con rabbia, ma quando  finalmente si rimette dritto i miei occhi si spalancano dalla sorpresa e la sua reazione è più o meno la stessa.

"Ancora tu? Prima mi fai arrivare in ritardo alla festa e poi mi rompi il naso?!" urla con gli occhi lucidi, probabilmente gliel'ho  veramente rotto visto che ci sono alcune gocce di sangue che gli scivolano sotto le mani e a questo punto vorrei proprio  spararmi o magari buttarmi sotto una macchina che va a tutta velocità, no, credo sia meglio la prima.

"Tu sei il ragazzo che ho conosciuto la notte di San Lorenzo? Quasi non ti avevo riconosciuto!" Dico ridacchiando, magari riesco a cambiare discorso e a scappare il più velocemente possibile dall'ennesima figuraccia fatta. Nel  frattempo sento Annabelle picchiettare il piede per terra dall'ansia e questo mi mette in agitazione più del dovuto, quindi le lascio un'occhiataccia che subito si trasforma in una faccia da cucciolo dovuta alla sua espressione da matta.

"Tranquillo, non sei l'unico che fa sempre arrivare in ritardo!" dice con  rabbia mia cugina.

"E' una grazia se non ti denuncio, sei un pericolo pubblico!" continua il moro di cui non ricordo il nome beccandosi uno sguardo truce da parte mia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 26, 2018 ⏰

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