Capitolo 17

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«Ci vediamo a Natale, riprenditi Ico. Ce la farai.»
«Certo cucciola, ci sentiamo tutti i giorni, ok?»
«Sí.»
Lo abbraccio con la paura di spezzarlo in mille pezzi, é cosí debole e delicato.
«Ti voglio troppo bene.» diciamo contemporaneamente nell'abbraccio. E sorridiamo.
Mi stacco da lui e me ne vado. Lo lascio sul letto con la certezza che a Natale starà meglio.
Saluto anche i suoi genitori.

***

Già sento la mancanza di Nico, e questo viaggio è stressante, non vedo l'ora di arrivare, non sopporto piú questo treno, anzi non sopporto avere Tom di fronte, dopo quello che ha detto.... Gli avrei tirato un pugno.
Vedo con la coda dell'occhio Riccardo, che mi porge un auricolare.
Lo prendo senza esitare e inizio a sentire la voce di Ed-sheeran, adoro troppo. Gli occhi di Tom sono puntati su noi due, vorrei cambiare posto, cambiare treno, ma Vale è seduta al mio fianco e non posso passare.

“Mi manchi giá tanto, ti voglio un mondo di bene”
Voglio ritornare indietro, voglio ritornare dalla mia prima promessa. Voglio stringerlo forte e dirgli che io ci sarò, qualsiasi cosa accada.

«Tu e Riccardo dovreste iniziare a scrivere delle canzoni, siete bravissimi.»
«E tu Vale?» le chiedo.
«Non ho cose da raccontare, ma penso che voi due ce le abbiate.»
Non ha tutti i torti, io ho un sacco di cose da raccontare, al piú presto dovró mettermi con carta e penna, ne parlerò con Lara, mia insegnante di canto.
«Ma state insieme?» Tom interviene con faccia schifata guardando prima me e poi Riccardo.
«No.» risponde lui. «La lasci stare? Non hai capito che la fai soffrire? Basta. Non meriti niente da lei.»
È cosí dolce Riccardo che mi difende, non pensavo arrivasse a questo, ma sono felice di averlo conosciuto meglio. Per fortuna mancano pochi minuti all'arrivo e ci prepariamo davanti alla porta.
Vedo mio padre che mi aspetta, e sorrido. Mi è mancato un sacco, non sono mai stata via di casa per cosí tanto tempo. Corro da lui e lo abbraccio, finalmente sento il profumo di casa, il suo profumo che mi ha sempre protetto.
Saluto anche gli altri, tranne Tom, non voglio abbracciarlo.

«Poi ci organizziamo per un uscita.» dice Vale prima che io ritorni da mio padre. Annuisco. E me ne vado.

«Perchè non hai salutato quel ragazzo biondo?» come immaginavo mio padre mi fa questa domanda.
Guardo fuori dal finestrino, è tutto diverso. Aria diversa, persone diverse, è tutto piú affollato.
«Con lui non ho fatto amicizia.» rispondo continuando a guardare la cittá.
«Del resto ti sei divertita?»
«Sai di Nico?» questa volta lo guardo in faccia, anzi il suo profilo, è concetrato a guidare, e a questa domanda cambia faccia, si rabbuia.
«Sí...»
«Beh dai, inizierà la chemio, quindi c'é qualche speranza.»
Annuisce solamente, con un senso di malinconia enorme.
Per il resto del tragitto mi rilasso con la musica. Spero davvero che Nico ce la faccia.

***

Ma ho portato cosí tanti vestiti? Non finisco piú di sistemare.
Solo ora mi accorgo di una lettera sulla scrivania, non so se sia mia, forse è di mia sorella. Però sono troppo curiosa non posso lasciarla lì.
Nella prima riga c'è scritto "Cara Federica..."
Allora è mia. Mi metto sul letto e inizio a leggere.

“Cara Federica
sono Lara, la tua insegnante di canto. Non vedo l'ora di mettermi subito al lavoro con te. Al Festival sei stata magnifica, e dopo questa vittoria è il momento di lavorare duro. Mi hanno giá contattato altri maestri, vogliono insegnarti qualcosa, vedono nella tuq voce qualcosa di magnifico, vogliono scoprirti attraverso la musica. Quindi è ora di lavorare sulla tua musica, creare testi che parlino di te, della tua vita. Ritorna piú carica che mai, spero tu abbia passato una buona vacanza. Ti aspetto.
Baci"

Non ci credo. Scriverò le mie canzoni, scriverò la mia storia, ma per il momento non ho idee. In questi giorni mi riposerò un po', forse non avendo amici intorno è tutto più tranquillo.
Riprendo a sistemare i vestiti nell'armadio. Succede sempre così, ti porti miliardi di vestiti, ma ti metti sempre gli stessi. Come in pizzeria, potrai leggere sempre il menù, ma poi prendi sempre la solita pizza. Il mondo è strano, anzi, la gente è strana, tutti diciamo cosí, e i primi ad essere strani siamo noi.

«Uhh ma è arrivata la mia sorellina preferita?» Arianna entra nella mia stanza sorridendo.
«Sì amo.»
Quanto mi è mancata. Non siamo quelle sorelle che litigano per le proprie cose, sará che abbiamo quasi la stessa etá, lei è un anno e mezzo più grande di me. Ci siamo sempre state fisicamente l'una per l'altra. Però per ascoltarci, per risolvere i problemi non tanto. Durante l'anno scolastico siamo libere solo alla sera, al pomeriggio studiamo, poi io ho lezione di canto, lei allenamento di pallavolo... Solamente che lei alla sera esce spesso o siamo stanche. Poi io non ho mai avuto problemi, sì, ho quelle persone che mi insultano, ma ho come paura di parlarne a lei. Adesso mi sento più fragile, con queste nuove amicizie sono cambiate molte cose, forse sapendo che ho qualcuno a mio fianco come Riccardo e Valentina, mi sento come protetta e di conseguenza meno forte... In realtá non so neanch'io come sto.
Saluto anche mia mamma, erano andate a fare compere con Ari.
«Comunque i genitori di Valentina sono fantastici. È andato tutto bene?»
«Sì. Mi sono divertita.»
«Sono felice.» mi da un bacio sulla fronte e va a preparare la cena. Mentre Ari ritorna nella sua camera.
Sicuramente tutta la mia famiglia sa di Nico, ma non me ne vuole parlare perchè sanno che io ci sto male. 

Mi arriva una notifica da instagram, e rivedo nello sfondo del cellulare la foto con Riccardo e Valentina. Devo ringraziare molto Valentina, se non fosse per lei, io non avrei questo rapporto con Riccardo, è davvero dolcissimo. È così bello che per conoscere una persona devi cercare dentro di sè. Anche con una semplice frase si capisce giá tutto.
Con Valentina ho capito che è una ragazza super dolce, già da quel visino tenero.
Riccardo che si fa il grande in un gruppo di persone che non conosce, ma poi ha le debolezze, come tutti.
Sorrido a quella foto e mi addormento.

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