Cap.1: Una giornata catastrofica

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Quanto vorrei essere una persona normale. Una persona come tutte. Perché devo essere io quella a sopportare tutto? Non potevano scegliere qualcun altro? Essere fuori da tutto questo, ecco cosa voglio. Ma a nessuno importa cosa voglio io. Tutti dicono che è perché sono diversa, ma non è questo, lo so. E poi loro cosa ne sanno di me? Nemmeno sanno cosa sono veramente. Loro non sanno cosa devo sopportare ogni mese, con cosa devo lottare.

-Rosie!!!! Dove sei!?- esclamò mia sorella.

-Non ci sono.- risposi, secca, sottovoce in modo che non mi sentisse. Non poteva immaginare nemmeno lontanamente cosa mi stava succedendo. Mi stavo trasformando, ecco cosa mi stava accadendo. Mi ero nascosta nella casa sull'albero del campo di casa nostra. Non poteva di certo sconfiggere l'istinto che avrei avuto, quando la luna sarebbe sorta.

Ormai non c'era tempo. La luna era quasi sopra la casetta sull'albero e non avrei potuto fare niente per fermare il mostro che stava emergendo dentro di me. "No" mi dissi "Non un'altra volta, non di nuovo". Non potevo permettermi di mettere a rischio la vita di qualcun altro, ancora. Corsi fino al mulino abbandonato nel campo dei Wool e mi incatenai , strinsi il più forte possibile, fino a vedermi sanguinare i polsi. Le zanne erano spuntate e i miei occhi luccicavano di giallo, un giallo aspro, un colore che odiavo, anche prima di diventare un licantropo.

Le unghie erano state sguainate e la dolce adolescente che andava a giocare per i campi si era trasformata in un orribile mostro assetato di sangue.

Qualcosa si stava muovendo dietro ad un cespuglio, appena fuori dal mulino. Degli occhi rossi spuntarono e un ululato rimbombò nell'aria.

Un alpha, un alpha si stava avvicinando ed io mi ero accasciata di fianco al muro, impaurita.

-E tu chi sei?- chiese una voce maschile.

-R-Rosie...- balbettai, cercando di non guardare l'alpha, che si era avvicinato a tal punto da poter vedere il suo viso.

-Non avere paura, non ti farò nulla. Io sono Dylan. Sto cercando nuovi componenti per il mio branco, è un po' di lune che ti osservo e devo dire che hai del potenziale. Devi solo imparare a controllarti.- dicendo questo mi porse un amuleto, con il triskelide inciso sopra. Lo guardai, intimorita e perplessa.

-Non sai come si usa, non è così?- chiese annusando l'aria per controllare la tensione. -Devi semplicemente prendere l'amuleto fra le mani e pronunciare la formula "Alpha, Beta, Omega", io ho imparato così.-

-Alpha, Beta, Omega. Alpha, Beta, Omega.- pronunciai, guardando i miei artigli ritrarsi.

-Wow! Non credo di aver mai visto un lupo controllarsi così bene al primo tentativo! Strabiliante!-

Arrossii, abbassando lo sguardo. Dylan si avvicinò ancora, prese le catene e le strappò.

-Ehm... Grazie...- dissi, cercando di non pensare al fatto che le catene non c'erano più.

-Figurati. Allora pensi di entrare nel mio branco sì o no?- chiese, sedendosi su un covone abbandonato all'angolo del vecchio mulino. Rimasi pietrifica per un po', fino a quando non mi accorsi che l'amuleto era ancora fra le mie mani. Lo guardai, e pensai alla riconoscenza che avevo per quello che Dylan aveva fatto per me. Dopotutto non facevo parte di un branco, e la forza del lupo sta nel branco, letteralmente. Così accettai.

Il sole era appena sorto, così feci un balzo fino al balcone di casa mia, mi infilai il pigiama e finalmente chiusi gli occhi. Non li riaprii fino alle 06:30, quando la mia sveglia suonò.

Mi preparai e andai di sotto, a testa bassa, pronta a sentire la solita ramanzina che mia madre recitava ogni mattina dopo il plenilunio. Ma non fu così. Mamma mi guardò, mi servì la colazione e senza dire una parola uscì di casa e andò a lavorare.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 14, 2018 ⏰

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