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Luke

Juliane mi sta fissando intensamente con un cipiglio esagerato. Si rigirata tra le mani il bicchiere di vino rosso delle undici di mattina e mi giudica con il suo solito sguardo tagliente.

Assomiglia in modo impressionante a Candy ma ha i lineamenti più duri e severi. «Eccomi» la mia attenzione si sposta sulla bionda che sta scendendo le scale. «Si volevo assicurarmi che stessi bene Candice» le sorrido aspettando una risposta sincera solo dai suoi occhi grigio/azzurri.

Mi sorride ma si vede che è leggermente forzato. «Si vieni in camera mia che parliamo...» «Lui non viene da nessuna parte, e in camera tua no di certo. Discutete qui io sono in cucina» se ne va oscillando sui tacchi, quando è diventata così cattiva?
«Stronza, troppe operazioni a quella faccia, ora non ha neppure espressioni al di fuori della rabbia.» si butta senza grazia sul divano e incrocia le braccia.
«Candy che cavolo succede» la guardo serio negli occhi e aspetto che sia apra come ha sempre fatto, fino a quindici anni. «Nulla, tutto apposto.» distoglie lo sguardo e gioca con un elastico per capelli. «Stai mentendo ma non importa, quando vorrai me ne parlerai. Ascolta io e Adam volevamo andare a fare un giro da qualche parte con le nostre auto e stare via due giorni... sempre che tua madre sia d'accordo, verresti? Probabilmente Adam porta sua sorella piccola ma ha garantito che è pazzesca» la guardo speranzoso, quel giro è sempre stato uno dei motivi per la quale ci siamo dedicati tanto alle nostre auto ma avere con me Candice lo renderebbe imparagonabile. Si apre in un sorriso, finalmente sincero, e annuisce venendomi in braccio. Mi coglie alla sprovvista ma la stringo a me fino a quando non si irrigidisce, le ho fatto male?
Scende velocemente e con una smorfia cerca di nascondere il dolore, cazzo Candice.

«Chiedo alla strega cosa ne pensa» ed esce velocemente dal salone.
Sento delle urla indistinte dato che la casa è gigantesca e si perdono le voci ma dopo cinque minuti Juliane appare con sua figlia affianco.
«Chi sarete?» chiede
«Io un mio caro amico Adam e sua sorella più piccola» la donna valuta la situazione sbattendo il tacco in modo nervoso. «Si d'accordo, ma se succedono delle stronzate vorrò la tua testa Luke» detto questo se ne va.
Candy mi sorride e inizia a saltellare «Quando partiamo?»
«Domani mattina presto, vai a farti una borsa ma nulla di che, siamo via due notti soltanto, prendi cose pesanti attraverseremo alcuni dei boschi dell'Oregon» lo do un bacio sulla fronte e esco.

«Allora ora chiamo Grace per chiederle a che punto è con la valigia.» Adam è seduto sul bancone della mia cucina mentre mangia.
Annuisco pensando alla sua sorellina. Ha solo undici anni ma da quello che ho capito odia che stia con suo padre o in casa in generale. «Ehi Grace, a che punto sei con la borsa... si d'accordo... passo a prenderti tra un ora... dio, figlio di puttana... Sisi okay arrivo» mette giù il telefono e l'espressione incazzata che ha mette un po' di paura. «Che succede?»
«Nulla... sono quel coglione di mio padre è tornato sta volta da chissà dove e sta rompendo in casa. Grace e Madison sono insieme ma tra poco Mad va via con le amiche e le rimane sola. Quindi vado a prenderla, è un problema se dorme qui sta notte?» mi guarda speranzoso ma senza obbligo.

«Assolutamente no, dico a Tania di prepararle il letto in camera degli ospiti»
Mi sorride grato ed esce velocemente facendo rombare il motore.

Candy

Il profumo della pelle mi innonda le narici appena entro nella macchina di Luke. «Wow, gran bella auto» mi sorride felice accarezzando il volante.
«Già, questa bimba è speciale. Ci ho lavorato parecchio anche con Adam ultimamente»
Dalla casa di Luke vedo uscire una ragazzina e Adam al suo fianco con un sorriso dolce che non gli avevo ancora visto. «Quella è sua sorella Grace, ha undici anni. Adam la tiene lontana da casa perché non c'è una grande situazione li...» annuisco capendo perfettamente cosa intende.

«Sembra carina, e sicuramente diventerà una bellissima donna» guardo la bambina salire nella macchina di suo fratello e i lunghi capelli neri svolazzare.
Luke, distraendomi dai miei pensieri, tira fuori una cartina vecchio stampo e indica la zona in cui viviamo con un dito, Covington, e inizia a tracciare il percorso «Faremo un giro per la zona del Mount Rainer il parco nazionale verso l'Oregon, dormiamo in uno chalet in montagna e facciamo un giro, ci sono un sacco di strade abbandonate ma ben messe, dove posso provare a fare correre la bambina» lancia un occhiata di puro amore al cruscotto e scuoto lo testa.

Quando partiamo le fusa della macchina mi fanno sobbalzare appena, in modo piacevole. Per ore vedo il paesaggio di Washington passarmi affianco e sorrido ascoltando le canzoni orribili di Luke. Non parliamo quasi mai e ne sono contenta, preferisco la sua compagnia rassicurante che quella stressante con le domande più inopportune.
Appoggio la testa indietro e in un baleno sprofondo in un sonno senza sogni.

«Cavolo se dorme la ragazza» sento Adam ridacchiare e apro un occhio aspirando profondamente.
Il profumo di fresco e pino viene leggermente nascosto dall'odore di sigaretta. Luke sta buttando fuori il fumo con un sorrisetto «Ben svegliata» cerco di alzarmi dal sedile ma mi gira un po' la testa, quando finalmente mi alzo senza accorgermene vado ad appoggiarmi a Luke che mi cinge la vita con un braccio e mi da un bacio sulla testa, il bello di non essere alta quanto lui.
«Quanto ho dormito?» chiedo guardandomi intorno ancora una volta. Siamo fermi in uno spazio a lato della strada, probabilmente i ragazzi volevano fumarsi una sigaretta e Grace prendere aria. Grace!
«Eh non saprei due ore forse» si mette a sogghignare ma lo ignoro.
«Ciao! Tu devi essere Grace» mi sporgo in avanti verso la ragazzina che subito mi sorride gentilmente. «Si sono io, piacere...»
«Candice, sono Candice» ricambio il sorriso e torno al mio posto attaccata a Luke.
Dopo un quarto d'ora siamo nuovamente per strada e mi godo il panorama che ancora una volta mi lascia senza fiato. Una volta con la mia famiglia facevamo questo genere di gite, con più pause e panini, ma eravamo sempre in queste zone e ho visto gran parte di questa parte di Washington, ma dopo anni ritrovarmi qui con la mia persona preferita in assoluto è impagabile.

«A cosa pensi biondina?» Luke non toglie gli occhi dalla strada
«Alla montagna, alle volte che sono venuta qui, a te» lo dico senza pensarci e mi aspetto una delle sue uscite poco galanti che mi farà arrossire invece ricevi un sorriso timido di rimando e un paio di occhi che sembrano sinceramente contenti.

<<mine story>>

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