"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior."
-CatulloLibido
23 Gennaio
- Lauren? Ciao, sono io Nathan.
- Nathan! Non ci sentiamo da... beh, dal tuo risveglio. Sono contenta che tu abbia chiamato! Come va?-
Mi trovavo in camera mia, erano le tre del pomeriggio.
La donna con me al telefono si chiama Lauren Panser, era la sorella maggiore di Fey.
Le due sorelle erano completamente diverse, e non solo a livello caratteriale.
Lauren era più alta, bionda e aveva gli occhi verdi, lavorava per una compagnia assicurativa a Balckdoom.
Era sempre stata molto protettiva nei confronti di sua sorella: credetemi, è stato più difficile ottenere la sua approvazione che quella dei genitori di Fey.
Alla fine, però, ero riuscito a conquistare anche Lauren, la quale iniziò a fidarsi di me.
- Potrebbe andare meglio, come per tutti gli altri giorni, d' altronde... comunque, ti ho chiamato per parlarti di una cosa molto importante.
- Dimmi pure.-
Non era una cosa facile da chiederle, per tutta la notte avevo pensato e ripensato a come spiegarle la mia richiesta, come cercare di convincerla che fosse una buona idea.
Alla fine, con un tono abbastanza penoso, me ne uscì con...
- Riguarda Fey, mi piacerebbe organizzare una piccola cerimonia in suo onore.-
Riuscii a percepire lo stupore di Lauren nonostante fossimo al telefono.
- Nathan...-.
- Ascolta, so che hai sofferto, che avete sofferto... ma ho bisogno di ricordarla, ho bisogno che mi veda, lì, a darle un ultimo saluto.-
Lauren non parlava, in sottofondo sentivo le urla di Anna, sua figlia di tre anni, mentre chiedeva disperatamente di poter vedere i cartoni.
- Sto arrivando tesoro!- le rispose con un tono leggermente sconvolto.
- Ascolta, Nathan... capisco che tu abbia vissuto l' incidente in modo totalmente diverso rispetto ad ognuno noi, ma la verità è che stiamo cercando di andare avanti, tutti.-.
- Lauren per favore, è importante, era tutto per me...-.
- Era mia sorella, Nathan, non me la sento di rivivere il lutto, non ora che sono quasi sul punto di accettare la cosa.-.
- Lauren...-.
- Mi dispiace, Nathan. Forse un giorno, ma non adesso.-.
- Io non posso aspettare, Lauren! Non posso attendere ancora! Ho già dovuto attendere sei mesi, in coma!-.
- Tu non hai vissuto quei sei mesi, Nathan!-.
Stava iniziando ad agitarsi, non avrei dovuto alzare la voce.
- Non hai provato quel dolore, non durante lo stato comatoso.- disse, -Non hai idea di come ci siamo sentiti e quanto abbiamo pregato perchè almeno tu ti salvassi!-.
Non avevo idea di come replicare.
- Non sto mettendo in dubbio la tua sofferenza, Lauren, dammi solo
l' occasione di...-.
- No, Nathan, mi dispiace, davvero. Non posso organizzare un altro funerale per Fey, non... non ora.-
Era una causa persa, salutai Lauren e terminai la telefonata premendo con veemenza sullo schermo del cellulare.
Per quanto fossi arrabbiato, Lauren aveva ragione: non avevo provato dolore per la morte di Fey, non durante quei mesi. La gente intorno a me stava già ricominciando a vivere serenamente, l' unica persona rimasta indietro, trascinata da una convinzione illusoria di essere nella stessa situazione degli altri, ero io, Nathan Miller.
Ma come poteva pretendere che non soffrissi? Come poteva chiedermi di aspettare, quando la persona più importante per me se n' era andata per sempre?
Ero come intrappolato in una ragnatela di sofferenza, più cercavo di scappare e più i fili del lutto mi circondavano, soffocandomi.
La morte di Fey era un trauma che non poteva essere evitato, nè rimandato ad un altro momento.
Non poteva neanche essere risolto in modo veloce: di certo impormi di farlo il più presto possibile sarebbe stato insulso, inutile.
L'intero ragionamento di Lauren era una follia, continuavo a pensare questo mentre una piccola, piccolissima parte della mia coscienza mi invitava a comprenderla.
Avevo già affrontato numerose perdite durante la mia vita, ma quella di Felicity Panser era stata sicuramente la più atroce.
Perchè la sua, di perdita, non avrebbe mai smesso di tormentarmi.
Nonostante la visita al museo e le volte in cui mi ero confidato con Robin e la Dottoressa Oversome, spesso mi ritrovavo a vivere momenti di pura depressione. Le mie allucinazioni avevano iniziato a ridursi, col tempo, fino a scomparire dopo pochi giorni.
Purtroppo, tolto un problema,un altro era pronto a fare da sostituto.
Mi svegliavo in piena notte, zuppo di sudore, in seguito a terribili incubi, incubi che non facevo da anni, dalla morte di mia madre per essere precisi.
Era come se la mia psiche volesse spingermi verso la catastrofe emotiva, oppure accelerare il mio arrivo
al superamento del trauma grazie alla paura.
Entrambe le alternative erano tremende, non sapevo quale fosse la migliore.
Di una cosa, però, ero convinto.
Felicity Panser non mi avrebbe mai abbandonato: come giurò di non farlo da viva, non lo avrebbe fatto adesso, da morta.
Fu quel giorno, in quella camera, che le promisi sulla mia stessa vita che avrei affrontato la sua morte, accettandola, prima o poi, vivendo a pieno il tempo che mi era stato concesso.
Perchè, in fondo, nonostante avesse avuto un peso maggiore sulla mia mente, la morte di Fey era solo una delle tante tragedie che avevano invaso la mia semplicemente ingiusta vita e che avrebbero continuato a farlo, in futuro: dovevo solo accettarlo.
Un piccolo consiglio: non giurate mai sulla vostra stessa vita o su quella di qualcuno, non fatelo.
Io lo feci, ma come potevo sapere che da lì ad un mese e mezzo avrei spezzato la promessa?
Ebbene, la notte dell' 8 Marzo 2017, a causa di un volere di forza maggiore, ruppi il giuramento.
Perchè, quella notte, fu l'ultima della mia vita.
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The Taker Tales: Eternal Curse
Mistério / SuspenseA Nathan Miller, poliziotto ventisettenne della fittizia città di Blackdoom City, è stata data una seconda possibilità. Risvegliatosi da un coma, scopre di aver perso la fidanzata, Fey, a causa di un brutto incidente d' auto. Purtroppo, quando crede...