Prologo: Episodio VII, La tua fine, il mio inizio

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"Tu fui, ego eris."
-Epitaffi

                             Furor
8 Marzo

Forse vi starete stancando di questo va e vieni fra me e la Dottoressa Oversome, oppure state grandendo questo non piccolo approfondimento della mia vita, ma quello che sto per raccontare rappresenta l' ultima vera seduta di cui vi parlerò, che in ordine corrisponde alla terzultima.
Era un mercoledì stranamente caldo, ma quell' inusuale dettaglio non fu sicuramente la parte più insolita della giornata.
Tanto per cominciare, quel giorno la mia vita ebbe fine. Fine, end, caput, messo al tappeto: insomma, l' 8 Marzo 2017 sono, ecco... "morto".
Prima di parlarne, però, é necessario raccontare la mia seduta del giorno.

Stesso ufficio, stesso orario, stesse due persone: anche noi ormai sentivamo la pesantezza della ripetitività, della routine.
  - Ci siamo, oggi bisogna toccare
l' argomento, Nathan.-.
Mi massaggiai con forza la nuca, sospirando vigorosamente.
  - Non c' è proprio modo di evitarlo, vero?- domandai rassegnato.
  - Purtroppo... no, non c' è.- scosse la testa.
  - Cominciamo allora, e vediamo di fare in fretta.-.

              ~A Stillbrooke Story~
                    Solo un uomo

《C' è un lago, come le ho già detto, che rappresenta almeno l'80% del turismo di Stillbrooke: Diamond Lake, così chiamato per le sue acque, sempre cristalline e calme, quasi solide e compatte come il prezioso minerale.
Era la mia meta preferita, una sorta di nascondiglio segreto, un luogo in cui amavo ritirarmi, da solo, per poter essere cullato dall' acqua e dal vento.
Lì mio padre mi ha insegnato a nuotare, uno dei pochi momenti in cui si è comportato come un genitore.
Credo che uno dei ricordi più forti, uno dei più significativi di tutta la mia vita, sia proprio collegato a quel lago.
Sono sott' acqua, completamente immerso, e vedo il sole, il cielo, e mio padre, lì fuori, che aspetta la mia emersione.
Non sento nulla se non lo scorrere
dell' acqua, il modo elegante e leggero con cui si muovono le correnti.
Mi sento come in una sorta di sacca amniotica, ritornato ad uno stato embrionale, in una nuova visione primitiva, in completo contatto con la natura.
Avevo cinque anni, mia madre non era malata, Steven non era morto... la mia vita non era stata ancora colpita da nessuna tragedia.
Visitai quel lago molte volte, soprattutto dopo ogni digrazia, in quegli anni, tendevo persino ad organizzarmi in modo da poter dormire lì.》.
  - Quel lago rappresenta quindi una sorta di collegamento con tuo padre?-.
  - Diciamo che... si tratta più di un luogo in cui ogni cosa andava bene... e sì, anche fra me e mio padre.-.
  - Prova a concentrarti sul vostro rapporto, sulle cause che lo hanno lentamente distrutto.-.

《Non vi è un motivo preciso, improvvisamente si è allontanato da me, forse perchè Robin si è sempre dimostrata una figlia decisamente migliore, o forse perché la nascita di Trevor lo aveva entusiasmato a tal punto da dimenticarsi dell' altro figlio maschio... tutti hanno un figlio preferito, a quanto pare, e in entrambe le ipotesi non si trattava di me.》.

  - Provi rancore, verso i tuoi fratelli?-.
  - No, per niente: non hanno colpe riguardanti le azioni di mio padre.-.
  - Perchè non mi parli un po' di lui, svincolalo da te, descrivine il carattere.-.

《Era sempre stato un tipo severo, di poche parole, molto introspettivo. Ricordo che non festeggiavamo neanche il suo compleanno. Era Vice Sceriffo, a Stillbrooke, quindi spesso e volentieri tornava a casa molto di rado.
Ho imparato a conviverci, col passare degli anni, ho rinunciato a lui e mi sono completamente dedicato a mia madre.》.
  - Ti stai allontanando dall' argomento principale.-.
  - Mi scusi.-.
《Nonostante l' espressione burbera era molto amato nel vicinato perchè garantiva l' ordine pubblico: certo, Stillbrooke era sicuramente una cittadina tranquilla, ma ogni tanto accadeva qualcosa.》.
  - Del tipo?-.
《Beh, come le ho già detto, io e altri bambini siamo stati rapiti, mentre si sono verificati altri tre casi di omicidio dopo i rapimenti, o almeno sono a conoscenza di soli tre casi, come sa ho lasciato la città appena diplomato.》.
  - Tre omicidi... come mai ho la sensazione che non ne sei rimasto fuori, Nathan?-.
Rimasi serio.
  - Un caso non è stato risolto, il secondo invece sì.. per quanto riguarda il terzo caso, beh, si trattava di una compagna di liceo, Katherine Edwards, Kat.-.
  - Come si è concluso il caso?-.
  - ...l' ho risolto io, è stato il primo caso a cui mi fossi veramente interessato. Ovviamente lasciai che mio padre si prendesse il merito, nonostante lui avesse continuamente ostacolato le mie indagini.-.
  - Quindi il colpevole è stato preso?-.
  - È stato assolto per un cavillo presente fra le prove, ma si è suicidato poco tempo dopo, in casa sua.-.
  - Stillbrooke non è tutta rose e miniere abbandonate, allora.-.
  - Purtroppo no.-.
Continuammo a discutere dei problemi con mio padre (roba che alla lunga vi annoierebbe), poi arrivammo all' argomento che forse incuriosiva di più la Dottoressa.
  - Allora... 3 Giugno 1999, il giorno del famoso Incidente di Blackdoom City.-.
  - Ci siamo, allora. È il momento di svuotare il sacco?-.
  - Credo proprio di sì.-.

The Taker Tales: Eternal CurseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora