Gli occhi di Petra erano brillanti, quasi dorati. Splendevano di luce propria, ispiravano simpatia ed erano contagiosi, terribilmente contagiosi.
Ma non era per il suo sguardo commosso che i miei occhi erano coperti da un velo di lacrime.
Era bassa e con il capo appoggiato sul mio petto sembrava ancora più piccola e tenera.
Le sue braccia tremavano, tanto che le sentivo, chiuse sulla mia schiena, muoversi leggermente.
Sembrava tanto debole ed indifesa, quella donna che sembrava così forte e spavalda.
Ma dolce, e simile ad una mamma.
La abbracciavo anche io, ignorando gli sguardi stupiti degli Ackerman trafiggermi.
Stare lì era... Bello.
Non era come quando era Rivaille ad abbracciarmi, quella era una stretta più nostalgica, quasi... Materna.
Notai Rivaille fissarci, senza che il suo viso trapelasse alcuna emozione. Ma non era arrabbiato o geloso, no.
Petra si separò da me, osservandomi.
<<Ti siedi vicino a me Eren?>> mi chiese, prendendomi le mani tra le sue.
Arrossii inconsapevolmente, annuendo piano, mostrandomi meno felice di quanto non fossi.
Si sedette accanto a Rivaille, sorridendogli leggermente, come a scusarsi.
Presi posto quindi accanto a lei, sapendo che nonostante tutto avrei ancora mangiato poco, se non quasi niente.
Petra mi parlò per tutta la durata della colazione, proponendomi di farle compagnia nel pomeriggio. Stavo gentilmente declinando, poiché, essendo quel giorno il compleanno di Gabi, ero stato invitato a partecipare alla sua festa, quando all'improvviso entrò nella sala da pranzo un soldato, che riconobbi essere Ghunter, trafelato.
<<Sire! Hanno attaccato il villaggio!>>
<<Gabi è una tale monella! Si figuri, l'altro giorno ha rotto il vaso di fiori che mi aveva regalato Erwin con uno di quei nuovi gingilli per giovani dopo che le avevo ripetuto più volte di usarlo fuori casa!>> sorrisi al racconto, ricordando quante da piccolo ne avessi combinate. Chissà, mia madre, che pazienza avrà avuto...
<<Mamma!>> Gabi era completamente rossa, seduta accanto a me. Come biasimarla?
<<Uh, ricordo che una volta, quando ero piccolo come te,- le diedi un buffettino sulla guancia. -avevo distrutto la collezione di armature che mio padre teneva nell'ingresso del mio palazzo, giocando con mio fratello Zeke. Dopo quel giorno non vidi più armature per il castello.>> dissi per risollevarle il morale, ottenendo in cambio le sue risate e quelle della sua famiglia.
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Donami te stesso - Ereri/Riren
Hayran KurguEren Jaeger, principe del Regno di Shiganshina, è stato promesso in sposo alla coetanea Mikasa Ackerman, del Regno di Trost. Per conoscerla meglio viene portato nel loro castello dove rimane ospite fino al matrimonio. Ma in quel castello abita anche...