Non era niente di speciale, il loro rapporto. O almeno così pensavano.
Erano due amici d'infanzia, Jimin e Jungkook, che si volevano bene e riuscivano a beccarsi per un caffè nei momenti morti delle loro giornate lavorative. Quando ne sentivano la necessità, si trovavano per discutere di qualsiasi questione, dalle più stupide alle più serie, solo per godere della compagnia dell'altro e scaricare un po' lo stress. Erano arrivati ad un punto tale da conoscere più o meno tutto l'uno dell'altro ma la cosa più bella era sicuramente che loro non erano come tutti gli altri, quelli da 'Amici x sempre XDXD'. No. Loro sapevano che quello era, in realtà, il primo passo verso la rovina. Dunque i due si limitavano a comportarsi come due semplicissimi amici di vecchia data, facendo finta di scordare gli anni di scuola passati assieme e tutte le avventure vissute. Questo, ovviamente, anche quando entrambi cominciarono a sviluppare delle sensazioni inspiegabili, che non capivano... O che facevano finta di non capire.
I loro amici, che li conoscevano bene, erano soliti chiedersi perché non facessero quel passo avanti che tutti aspettavano, perché non parlassero e cercassero di ammettere che i due iniziavano ad essere ben più che amici. Era divertente vedere i loro sguardi incrociarsi subito prima che i loro occhi cominciassero a brillare di luce propria... No. Brillavano della luce che si creava alla vista dell'altro, come se fosse il gioiello più prezioso e lucente dell'universo. Erano quasi magici i sorrisi che nascevano spontanei, quasi a cercarsi a vicenda, come se fossero legati da qualche strana e sconosciuta forza. Eppure i due ragazzi ancora non ammettevano a se stessi né all'altro che l'amore li legava sempre di più, tanto da attendere di vedersi più di quanto attendevano i pasti caldi o lo stipendio mensile. Per quanto sarebbe ancora potuto durare il sottile muro che li teneva separati? Mancava ancora tanto al momento in cui le loro dita si sarebbero intrecciate e mai lasciate, bloccate come un lucchetto di cui la chiave era una e una sola: l'amore?
Chissà se quel giorno, che in realtà era uno come tanti, sarebbero riusciti a vedersi per cenare insieme come avevano programmato e riuscire ad abbattere, finalmente, qualsiasi cosa li stesse tenendo separati.
Così Jungkook, toltosi la divisa da poliziotto e cambiatosi a dovere per incontrare il suo amico, si diresse verso il ristorante giapponese designato per la cena. Ci aveva messo molto, quella stessa mattina, per decidere se fosse il caso di agghindarsi o meno, perché a parer suo Jimin era sempre bellissimo e non era completamente sicuro di essere all'altezza di una tale opera d'arte. Almeno questo a se stesso lo ammetteva. In ogni caso, alla fine aveva optato per una camicia nera e un paio di jeans larghi così, in caso avesse avuto qualche problemino, Jimin non se ne sarebbe accorto. Infatti si poteva ritenere quasi impossibile resistere a uno di quegli sguardi intensi e profondi che quegli occhi grandi e scuri erano capaci di dare, certo senza dimenticare i capelli rossi che contornavano il viso dai lineamenti perfetti, sottili e tremendamente sensuali. Mentre camminava, pensando e ripensando a come comportarsi nei confronti del maggiore ora che aveva tinto i capelli ed era diventato ancora più irresistibile, Jungkook sentì il proprio telefono vibrare nella tasca dei jeans.
From: Jiminie hyung
Io sono arrivato adesso, ti aspetto al tavolo. La prenotazione è a nome mio.Jungkook ricontrollò l'ora e si rese conto di essere in leggero ritardo. Ciò che era buffo era che di solito Jimin ritardava, non lui. Aumentò il passo da uno normale ad uno veloce, ritrovandosi a correre come un matto verso il ristorante perché non voleva far aspettare troppo il suo migliore amico, anche se il maggiore era un tipo paziente. Non ci mise tanto, comunque, a raggiungere il ristorante, in cui non entrò senza prima aver ripreso fiato. Una volta compiuta quell'impresa, si rivolse ad un cameriere e raggiunse Jimin al tavolo, lasciandosi cadere sulla sedia con occhi chiusi come se avesse corso una maratona... Che più o meno era quello che aveva fatto. Aveva ancora un po' di fiatone, il petto che si alzava e si abbassava lentamente ma vistosamente a causa della corsa appena fatta.
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So Dope. {Jikook}
Fanfiction- Non dovresti montarti la testa solo perché stai bene la cravatta, hyung. - Tu invece dovresti smetterla di farti desiderare così tanto, Kookie. Non chiedetemelo, sto scrivendo tutto ciò in piena notte.