Cameron Dallas

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È sempre strano ed inusuale quando la tua vita viene sconvolta perché sei la sorella di Jacob Sartorius, diventato famoso grazie ai suoi musically, vine ed anche canzoni. Ti ritrovi catapultato in un mondo sconosciuto, pieno di persone che ti chiedono una foto, ma che tu non conosci, pieno di paparazzi, pieno di nuovi follower su tutte le piattaforme, pieno di interviste con tuo fratello, pieno di domande, pieno di insulti e pieno di scandali. Ti devi abituare, perché il mondo starà dietro a te, anzi, andrà avanti, con o senza di te. A Maria non era mai fregato un bel niente della popolarità, della fama, dei soldi e di tutte quelle cose, ma lo faceva per suo fratello, perché sapeva che aveva bisogno di lei al suo fianco, di una figura che lo aiutasse, che lo guidasse, di una sorella maggiore. Più volte avrebbe semplicemente mandato a quel paese gli intervistatori, i fan troppo invadenti e i paparazzi, ma poi si fermava a guardare il sorriso pieno di gioia di Jacob, la felicità che straripava dai suoi occhi, guardava quanto amore ci metteva anche solo per una foto e si limitava a sorridere sperando che finisse presto.

-Maria! Sbrigati a vestirti che voglio farti conoscere i Magcon!- urlò appunto suo fratello fratello dall'altra parte della porta. Sbuffò per poi entrare in bagno e farsi una rapida doccia. Erano appena arrivati a Houston, in Texas, per il tour, e già le stava mettendo ansia. Si asciugò velocemente i capelli ed indossò i suoi blue jeans strappati, una felpa con scritto 'Sartorius 02' dietro, si sentiva stupida ad indossarla, ma le avevano detto che doveva sponsorizzare suo fratello e quindi... Infilò rapidamente le Converse rosse ed uscì, guardando alla fine del corridoio vide suo fratello con altre cinque ragazzi. Con passo di una che preferirebbe spararsi piuttosto che essere lì, li raggiunse.

-Ce l'hai fatta allora! Loro sono Brandon, Hunter, Blake, Chris e Carter. Dovrebbero esserci anche...- non riuscì a finire la frase che tutti udirono degli ansimi alle loro spalle. Si voltarono con faccia confusa. Maria notò i due ragazzi piegati con le braccia sulle ginocchia, come se avessero appena fatto una maratona e la bocca aperta per respirare. Entrambi sembravano avere più di sedici anni, li guardò con le sopracciglia corrucciate, non riuscendo ad intravedere i loro volti.

-Ecco, appunto. Loro sono Aaron e Cameron. Dove eravate finiti?!- disse gesticolando Jacob. I due, sentendosi chiamati in causa, si raddrizzarono sul posto, sempre col respiro pesante e guardarono la nuova arrivata, nonché Maria, che finalmente riuscì a vedere i loro visi. Aaron aveva degli adorabili occhi verdi, capelli neri, delle labbra alquanto soffici alla vista e più alto di lei, non che ci volesse tanto ad esserlo, ma lei sosteneva di essere alta. Cameron invece aveva due occhi enigmatici color caramello, dei folti capelli castani con dei riflessi biondo miele e i lineamenti del viso molto più duri dell'amici. Era ovvio che fosse più grande, ma non superava anche lui i venticinque anni.

-Lei sarebbe...?- domandò Aaron con un dolce sorriso, Jacob disse qualcosa che Maria neanche udì, troppo presa da quel ragazzo dalla pelle ambrata e dagli occhi profondi, l'aveva catturata al primo sguardo ed anche lui sembrava averla notata, dal momento che continuava a fissarla negli occhi. I jeans neri stretti con qualche strappo facevano risaltare le sue gambe, sebbene non troppo lunghe e la canotta bianca e rossa della Bulldog lasciava intravedere i muscoli delle braccia e del petto.

-Terra chiama Cameron e Maria! Siete con noi?!- continuava a ripetere il castano sventolando una mano davanti ai loro volti. La ragazza si riprese dal suo stato di trance e, accorgendosi della situazione e del fatto che tutti la stavano fissando, arrossì violentemente.

-Sì, ero solo sovra pensiero. Dicevi?- disse cercando di sviare qualsiasi domanda imbarazzante, Jacob represse un sorriso malizioso e continuò con il suo discorso riguardo i Meet and Greet e i fan. Maria non ascoltò molto, ancora pensava a quei due occhi dolci, che l'avevano stregata, quando una voce la fece, di nuovo, tornare sul pianeta Terra.

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