Un attimo dopo aver sussurrato quelle parole la sbatté sul tavolo della cucina lì accanto, schiacciandola contro alla superficie liscia con tutto il suo corpo.
"Ti farò gridare il mio nome, sorellina, in modi che neanche immagini" le ringhiò con voce a mala pena controllata. Suo fratello era caldo, sudato e eccitato. Riusciva a percepire il suo ventre premere contro al suo fondoschiena. E in un attimo, prima che Clary potesse accorgersene, l'aveva fatta girare, per levarle i jeans e la maglietta. Quando le afferrò il bordo delle mutandine un brivido di eccitazione riscosse la ragazza e la fece sussultare. La sua mano corse a quelle del fratello per fermarlo, ma lui non se ne curò. "Fermati" gli ordinò lei, tirandosi su sui gomiti e muovendo le gambe per allontanarlo. Gli occhi neri di Sebastian si posarono su di lei, come un mare nero pronto ad inghiottirla. Aveva fiutato la preda e ora non l'avrebbe persa. Lui le afferrò i polsi, stringendoli fino a farli sbiancare, e la costrinse di nuovo con la schiena contro al tavolo. Aveva i capelli leggermente arruffati e un ghigno animalesco sul volto. "Possiamo farlo con le buone e con le cattive, Clarissa. Decidi tu." Lo sguardo che le lanciò incenerì ogni suo residuo atto di difesa e la lasciò inerme alla sua mercé.
Lui ne approfittò e con un abile gesto le tolse reggiseno e mutandine, lasciandola nuda sotto di sé. Infine Clary lo vide abbassarsi su di lei e percepì la famigliare e piacevole pressione della sua lingua sul suo clitoride, che le mandò a fuoco i sensi. Inarcò la schiena spingendosi verso la sua bocca, dimenticando quello che aveva detto poco prima. E quello bastò al fratello per continuare. Un mugolio sommesso uscì dalla sua bocca mentre Sebastian la sfiorava con la lingua. Assaggiandola e assaporandola. Spingendosi sempre più in profondità, seguendo le spinte del bacino di Clary.
D'un tratto interruppe il contatto e afferrandola per i fianchi la girò, facendo finire Clary a pancia in giù sul tavolo. Da quella posizione Clary riuscì a sentire il tintinnio metallico della fibbia di una cintura e un brivido le percorse la spina dorsale. Un istante dopo percepì il corpo caldo del fratello aderire al suo. La sua pelle che si fondeva con quella di lei e il suo membro duro schiacciato contro al suo sedere. "Ci andrò giù pesante, Clarissa." le disse col fiato caldo che le solleticò il viso. E prima ancora che potesse rispondere, Sebastian le aveva già divaricato le gambe con un mano e si era spinto dentro di lei, facendola gridare.
Era entrato dentro di lei, che era ancora così piccola e stretta, con tutta la forza che aveva. Senza il riguardo che aveva avuto la notte prima. Quel giorno avrebbe sfondato la sua sorellina. Ci sarebbe entrato dentro, fino ad annientarla. Le avrebbe fatto gridare il suo nome, mentre toccava l'estasi. Afferrò i suoi fianchi sottili e tirando indietro il bacino diede un altra spinta, più forte della precedente, sentendo Clary sussultare e godendone. Vedere il suo fondoschiena perfetto e sapere di sprofondarci dentro lo fece eccitare ancora di più. Afferrò con una mano i ricci di Clary, indomabili come il fuoco, che le ricadevano sparsi in tutte le direzioni sulla schiena pallida, e li strattonò sentendola gemere. Si spinse ancor più in profondità, stavolta con più durezza e violenza. Voleva portare Clary al suo punto di rottura. Accellerarono il ritmo e lui sentì che stavano per venire entrambi. Spinse, infrangendosi nella carne della sorella, lacerando e penetrando fino alle profondità nascoste e lì la sentì gridare. Un grido d'estasi e di dolore estremo. Un grido di rottura. "Sebastian"
Clary raggiunse un senso di pienezza assoluto, come non immaginava si sarebbe potuti mai essere. Si sentiva completa, come se non le fosse mai mancato niente. E in quell' attimo comprese. Comprese Sebastian con ogni fibra del suo corpo. Gli era stata quanto più vicino si possa stare ad un altra persona, e per un breve attimo le sembrò di aver intravisto uno scorcio nel suo cuore. Comprese il suo dolore, i suoi sacrifici e le sue perdite, la sua forza incontrastabile, il suo risentimento. E capì che nonostante fosse ferito, restava inarrestabile. Non avrebbe rinunciato. Non si sarebbe arreso. Avrebbe combattuto fino alla fine.
"Il tuo posto é con me." lo sentì ansimare dietro di lei. "Perché dici questo?" gli domandò girandosi verso di lui, trovandosi faccia a faccia. L'iride nero si era espanso e non era più contornato dal cerchio argentato. Lesse una punta d'agonia nei suoi occhi. "Perché voglio che tu lo capisca. Tu sai chi sei, Clary." La fissò intensamente, sfiorandole lo zigomo con il pollice. "Non dimenticarlo." Puntando i gomiti sul tavolo si sorresse sopra al fragile corpo di Clary e in quell'attimo di silenzio che aleggiava nell'aria le loro casse toraciche si scontrarono alzandosi e abbassandosi insieme, facendo toccare i loro cuori.
Come se avesse preso una scossa Sebastian si staccò da Clary bruscamente, alzandosi in piedi e rivestendosi, senza incrociare lo sguardo della ragazza. Quando la guardò di nuovo le porse i vestiti e lei li prese, immersa nei suoi pensieri. Ogni volta che riusciva ad avvicinarsi un po' di più al fratello, a capirlo meglio, a far breccia nel suo cuore, lui fortificava le barriere.
"Vieni." La voce di Sebastian la strappò dai suoi pensieri. "Voglio farti vedere una cosa." Lei annuì e lo seguì su per le scale senza dire niente. Arrivarono nella stanza padronale, che era destinata a Jocelyn, insieme a tutto l'armadio e ai vestiti che conteneva, ed una fitta di rimorso attraversò il cuore della ragazza. Sua madre si sarebbe vergognata di lei, sapendo quello che aveva fatto. Scacciando quel pensiero Clary cercò di concentrarsi di nuovo su Sebastian.
Il ragazzo aveva aperto l'armadio e estratto un abito, che poi aveva appoggiato sul letto. Era di chiffon e seta rossa, con morbide onde che ricadevano come fiamme lungo tutto il vestito. Sembrava un opera d'arte. Come artista non poteva fare altro che ammirare la splendida opera. "Ti piace?" le chiese Sebastian, avvicinandosi.
"Se mi piace? è bellissimo." Il ragazzo rise e con un sorriso compiaciuto si appoggiò allo stipite della porta. "Bene. Perché lo indosserai stasera." Clary si girò a fissarlo sorpresa. "Stasera?" Sebastian le rivolse un sorriso gentile e staccandosi dallo stipite della porta si avvicinò a lei. Era alto e imponente accanto a lei, ma ormai Clary era abituata alla sua presenza importante. "Stasera é una serata speciale." Il suo respiro le mosse i capelli. Appoggiò la sua fronte su quella di Clary e chiudendo gli occhi, sospirò. Rilassando i muscoli. Erano talmente vicini, che si sarebbero potuti baciare. "Metterò in atto il mio piano."
A quelle parole gli occhi della ragazza si spalancarono. "E voglio che indossi questo vestito durante la cerimonia" proseguì lui. "Quando pensavi di dirmelo? Prima o dopo aver evocato Lilith?" lo aggredì lei furiosa. Sebastian la guardò calmo e imperturbabile. "Te l'ho detto. Questo é l'importante." "Per me no, invece." Clary avvampò dalla frustrazione. "Se non l'avessi fatto? Se non avessi accettato di combattere al tuo fianco, che cosa avresti fatto?"
Lo sguardo di Sebastian venne attraversato da un lampo e una vena cominciò a pulsare sul lato del suo collo. "Ti avrei trascinata a forza, se fosse stato necessario." Fece un passo indietro e si avviò verso la porta. Quando strinse la maniglia, le nocche divennero bianche, ma la domanda di Clary lo fermò: "Perché?"
"Perché cosa?" indagò lui infastidito. Odiava le domande lasciate a metà. "Perché é così importante per te, che io ci sia?" Clary lo guardava con i suoi grandi occhi verdi pieni di domande e lui non poté fare a meno di risponderle con quello che più si avvicinava per lui alla verità:
"Ciò che é in me oscuro illumina, ciò che é basso innalzalo e sostienilo."
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Le Stelle del Mattino (Clabastian)
Fanfiction"Tu a chi appartieni?"gli chiese Clary ridacchiando. "Io appartengo a te, come tu appartieni a me, Clarissa." Lui le si avvicinò. Clary riusciva a sentire il suo respiro sul viso, il calore del suo corpo contro il suo, il suo cuore battere contro la...