- È davvero tutto finito? –
Una ragazza bionda era seduta rigida su una poltrona di pelle marrone, davanti alla scrivania del suo manager; sul suo viso pallido gli occhi azzurri, cerchiati da delle vistose occhiaie, esprimevano una completa disperazione.
Si passò le mani tra i capelli, cercando di spostarli indietro; capelli che un tempo erano di un biondo brillante, paragonabile solo ai campi di grano accarezzati dalla luce del sole estivo.
- Brittany, hai praticamente picchiato la nuova modella, ed eri sotto effetto di droga –
La ragazza si alzò di scatto, asciugandosi le mani sudate sui jeans che indossava; cominciò a camminare frenetica all'interno della piccola stanza, come se fosse un leone in gabbia.
- Non puoi farmi questo, Jim. Cosa farò? –
L'uomo in questione si piegò sulla scrivania, intrecciando le mani. La guardò un attimo, prima di abbassare lo sguardo sconsolato.
- L'azienda vorrebbe mandarti da qualche parte a disintossicarti –
- Dove? –
All'improvviso la ragazza fermò la sua camminata davanti ad un muro, lo sguardo fisso su un quadro che rappresentava la sua prima copertina.
Le spalle ossute erano curvate, come se un peso le tirasse verso il pavimento; ogni cosa in lei era appassita, non era rimasto nulla di quella ragazza che aveva solcato le più famose passerelle di New York.
Non ricevendo risposta, girò il viso verso l'uomo, inchiodandolo con quegli occhi azzurri che non esprimevano nulla, non era rimasto niente in quello sguardo oltre che il dolore.
Si avvicinò traballante alla scrivania sbattendo le sue grandi mani ossute contro al legno lucido; l'uomo trasalì spaventato da quello scatto di ira improvvisa.
- Stai calma, Brittany –
- Calma un corno, Jim. Dove cazzo mi hanno spedita? –
L'uomo prese un profondo respiro, facendo tirare i bottoni della camicia sulla pancia enorme.
- In Alabama –
La bionda sgranò gli occhi, mentre la bocca, le cui labbra erano screpolate e violacee, si apriva a formare una "o" muta.
- Mi prendi per il culo, vero? –
Jim prese a scuotere la testa, lo sguardo puntato verso il bordo della scrivania, troppo spaventato per guardare la sua cliente in viso.
- Dio. L'Alabama. Cosa...porca puttana! –
Un calcio ben assestato alla poltrona fece nuovamente alzare lo sguardo a Jim che stava cominciando a sudare freddo. Estrasse un fazzoletto dal taschino per passarselo sulla fronte, in un gesto nervoso.
- Ti prego, Brittany. Siediti e ne parliamo con calma –
- Cosa c'è da parlare? Mi hanno mandata in un buco di culo! –
Ogni muscolo di quel corpo magro era teso, pronto a prendere a pugni qualsiasi cosa le fosse capitata a tiro.
Cercò di calmarsi, riprendendo a camminare lungo le assi di legno di quel pavimento.
- Non ci voglio andare –
L'uomo aprì un cassetto, uscendo una busta che appoggiò sulla scrivania.
- Cosa è quella merda? –
- Il tuo biglietto –
La bionda sbuffò in aria, rimanendo in quella posizione a guardare il soffitto, con il viso contratto in espressione di puro disgusto.
- Sono praticamente costretta –
- Sì. Altrimenti non potrai ritornare a lavorare –
- Bene –
Il tono secco, ancora una volta, fece saltare sulla sedia Jim che non aspettava altro che la ragazza uscisse dal suo ufficio lasciandolo illeso.
Brittany con due falcate arrivò nuovamente davanti alla scrivania, prese in mano la busta e senza salutare uscì fuori dall'ufficio sbattendosi la porta alle spalle.
- Grazie al cielo –
YOU ARE READING
Le Chocolatiere
FanfictionQuel ranch sperduto in Alabama era diventato presto la mia casa; così come le persone che ci abitavano, prima di me, erano diventate la mia famiglia. Ero una povera ragazza che aveva perso la sua anima sulle passerelle... un'anima che avevo ritrova...