Pt. 1

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Io sono sempre più convinta, sai .., che sia l'immaginazione a salvare l'essere umano dalla sua condizione. E con immaginazione, adesso, intendo immaginare te, stendermi e pensarti. Non ti è mai capitato di avere un bisogno folle di pensarmi, di coricarti, e creare spazi e mondi infiniti solo per noi? Nei miei pomeriggi, nelle mie notti e nelle mia mattine, io da sola, ti ho portato in un bosco e ti baciato le orecchie e il collo, mi sono svegliata intrecciata a te e ho sentito il tuo cuore battere forte sul mio, ed ero così felice, che sorridevo nella penombra. Stesa al sole ti ho visto entrare da quella porta di legno, già attraverso il vetro ho scorto il tuo profilo, mi sono alzata e ci siamo persi in un abbraccio senza tempo in cui esisteva soltanto il mio corpo e il tuo. Il vento si fermava, le nuvole si bloccavano, il fiume si immobilizzava, ma la tua mano scorreva sui miei capelli e sul mio volto per sempre. Io e te ci siamo amati nei miei sogni più di Julia e Winston nella stanza di oggetti antichi, più di Margherita e il Maestro nella piccola casetta in Pietroburgo, più di Nasten'ka e il sognatore sul lungo fiume notturno, ci siamo amati più dei giovani di Flaubert, ma ci siamo baciati contro quella porta di legno da cui sei entrato, sia di notte che di giorno, per sempre. L'incavo del mio collo era sempre pieno delle tue labbra e i miei fianchi sempre avvolti dalle tue mani. Capisci cosa intendo quando ti dico che non esisteva nulla, nemmeno il rumore, all'infuori di me e di te? Il mondo si annullava e il paesaggio era soltanto un nostro contorno, il sole serviva solo per illuminarti gli occhi e la notte esisteva solo per nascondere il rossore sulle mie guance. Pensarti è una delle cose più belle che possa capitarmi durante la giornata, come una droga, non posso fare a meno di portarti nel letto, nel mare, sul tavolo, nel prato, sempre stringendoti la mano. Non so se io sia innamorata di te o dei miei sogni, ma se questa non è una forma di amore allora io ti assicuro che non mi avvicinerò mai, nemmeno lontanamente, all'amore vero. Si mischiano i ricordi al sogno, tu mi tieni la mano seduti al banco di scuola e mi parli, io ti cerco di notte fra tutti gli altri, al buio ti spingo la mano sul mio cuore, mentre qualcuno sta guidando la macchina; "una notte o forse mai più", ma entrambi sappiamo che "mai più" è una grossa bugia, che se ci fosse un "mai più" tra di noi allora il mondo sarebbe veramente una cantina umida e buia, senza più speranza. Ed è proprio lei che mi tiene in vita, nei momenti brutti e belli, ci sei tu e ci siamo noi, e ci amiamo in un modo troppo violento, o forse troppo puro, carnale e platonico, forse inclassificabile, ma ci sei tu.
E ti dirò, anche se la terra dovesse finire oggi, anche se io e te non abbiamo mai mangiato al ristorante e non siamo mai andati al cinema da soli, ti definirei come una delle forme d'amore più naturali, innocenti e potenti che esistano. Anche se dovesse finire tutto qui. Perché ti assicuro che, anche se me ne rendo conto soltanto adesso, c'è più amore in me e te che ci addormentiamo abbracciati sul pullman, in me e te che non ci parliamo per settimane, in me e te che poi facciamo sempre pace, in te che ti arrabbi e in me che non vengo a parlarti perché non lo fai tu, nella tua lettera mezza strappata, nelle mie chiamate di notte tra le lacrime, che in mezzo milione di coppie in giro per il mondo. Soltanto i nostri abbracci, che sono uno dei regali più belli che tu possa farmi, sprigionano una forza che gli altri possono solo invidiare. Non so se mentre mi abbracci tu mi dica tante cose quante te ne dico io, ma quando le tue braccia mi avvolgono e le mie ti stringono forte, fortissimo, io vorrei urlarti nell'orecchio: mi manchi, ti voglio bene, mi fai arrabbiare, ti voglio, ho paura, ti prego, resta.

Bellezza è terroreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora