Vi ricordate di quella famosa Frazel che vi avevamo promesso?😅È passato un secolo, quindi spero che ne sia valsa la pena.
Scusateci ancoraEra già buio quando Hazel uscì dalla casa di suo fratello Nico.
Si strinse nel cappotto blu notte e si incamminò verso casa.
Persa nei suoi pensieri, non si accorse che una macchina stava facendo la sua stessa strada.
Quando se ne accorse un brivido le corse lungo la schiena, e cambiò strada.
La macchina la seguì ancora, ma si fermò quando rigirò.
Hazel tiro un sospiro di sollievo, e rientrò velocemente in casa.Il giorno dopo, stava ripercorrendo la stessa strada tornando dal supermercato.
La stessa identica macchina ricominciò a seguirla.
Hazel allora si ricordò che lungo quella strada abitava un suo amico.
Amico, pensò la ragazza. Chiamalo amico. È stracotto di te, lo sai. E pure tu lo sei di lui.
La Levesque scacciò questi pensieri. Non era proprio il momento di mettersi a discutere con la sua testa.
Accelerò il passo e citofonò a Frank Zhang.-Pronto?-
-Frank, sono Hazel. Posso salire un attimo?-
-Ehm, certo.-
Il cancello si aprì e Hazel entrò di corsa.
Fece le scale a perdifiato,visto che l'ascensore era -ovviamente- rotto, arrivando davanti alla porta di Frank col fiatone.
Si concesse un attimo per riprendersi, poi suonò il campanello.
-Ciao Frank- salutò Hazel.
-Ciao Hazel. Che succede?-
-Ora ti spiego.-Dopo che Hazel gli disse di questa macchina, Frank uscì sul balcone.
-Ma probabilmente è solo una mia impressione, mi sbaglio...- si affrettò a dire la ragazza. Frank la interruppe. -Mi ripeti com'era la macchina?-
-Una Chevrolet bianca, perché?-
Frank si girò verso di lei con aria preoccupata.
-Perché è ancora qua sotto.-
Hazel sussultò.
Il canadese si sedette vicino a lei.
-Stasera puoi dormire qui.-
-Davvero, non vorrei disturbare...Posso anche aspettare finché non se ne va...-
-No!- Frank allungò una mano per accarezzarla il viso protettivamente. Appena si accorse di come aveva reagito arrossì violentemente e si scansò.
-Ecco, non mi va... potrebbe essere pericoloso...-
Hazel sorrise.
-Va bene, resto.-Hazel continuava a rigirarsi nel letto.
Non riusciva a dormire, chiaramente per la paura.
Aveva la tentazione di andare da Frank, ma si vergognava. Molto. Troppo.
Stava per abbandonare completamente l'idea, quando qualcuno bussò alla sua porta.
-Hazel? Sono Frank. Vedevo la luce accesa e pensavo di...ecco...Che non riuscissi a dormire...- la voce un po' balbettante del cinocanadese.
-In effetti...- ammise la ragazza.
-Ti posso fare una camomilla se vuoi...-
-Puoi restare un po' con me?- lo interruppe Hazel con tutto il coraggio possibile.
Se non fosse stato buio, il rossore di Hazel sarebbe stato più che evidente, nonostante la pelle olivastra.
-Okay.- rispose Frank, cercando di essere il più deciso possibile. Non volevo far credere ad Hazel che non gli andava bene, perché se no non sarebbe davvero più riuscita a dormire.
Si stese sotto le coperte tenendo la mano di Hazel.Dopo un po', pensando che la ragazza stesse dormendo, Frank sospirò.
-Non permetterò mai a nessuno di farti del male.-
Hazel si voltò, con una faccia stupita.
-Davvero?-
Frank sussultò.
-Sì.-
E si addormentarono in questo modo.Il giorno dopo, Hazel uscì da casa di Frank con l'accordo che, se fosse successo qualcosa, avrebbe chiamato la polizia e "sarebbe intervenuto lui stesso" nell'attesa degli sbirri.
Così, la Levesque si avventurò nel freddo mattutino con un timore che quasi la paralizzava.
Frank, intanto, si era appostato sul balcone di casa, pronto al salvataggio.
Dopo qualche metro, ancora nel raggio visivo del ragazzo, la Chevrolet si avvicinò.
Hazel affrettò il passo,ma la macchina accostò e ne scese un uomo, il quale afferrò Hazel per un braccio.
Frank sbiancò, corse giù per le scale senza neanche chiudere la porta e corse per strada.
Afferrò il malintenzionato di schiena, senza che lui lo vedesse, e lo immobilizzò a terra.
Non sapeva manco lui da dove avesse recuperato tutta quella forza e quel coraggio, fatto sta che Hazel aveva appena chiamato i poliziotti, i quali nel giro di pochi minuti arrivarono sul posto.
I poliziotti portarono via l'uomo e fecero qualche domanda alla povera ragazza, ancora sotto shock, poi se ne andarono.Hazel, dopo aver tenuto duro per tutto l' "interrogatorio", si gettò fra le braccia di Frank singhiozzando.
Il ragazzo le accarezzò dolcemente i capelli ricci, poi ci depositò un bacio.
-G-grazie...-
Frank sorrise.
-Te l'ho detto, non permetterò mai a nessuno di farti del male.-
E rimasero così, per un tempo che a loro parve infinito.