Sincerità

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Questa ragazza era un po' come tutte le altre, ma faticava a socializzare con gli altri. Aveva solo lui. Il suo compagno di banco. La trattava sempre come una regina. Le dava attenzioni. Le dava ascolto. Le dava conforto. Le stava vicino.  Ma nulla di più che semplici amici.
Lei iniziò ad innamorarsi perdutamente di lui. Ma non sapeva se lui ricambiava. Ovviamete le prese in giro non mancavano. E lui la confortava sempre.
Arrivò, poi, quel giorno. Quel maledetto giorno. Era mattina. Lei alla fermata del bus. Aspettava lui. Salirono sul bus e iniziziarono a parlare del più e del meno, senza far caso alla presenza degli alri. C'erano solo loro. Arrivarono a scuola. Suonò la campanella. Entrano in classe. Si sedettero vicini. Lei prese un grande respiro. Tanto coraggio. E cacciò via la paura. Ma sarà tutto inutile. Lo iniziò a fissare dritto negli occhi. Gli altri iniziano a girarsi verso di loro. Allora lei iniziò a parlare. Parlò di come lo amasse. Parlò di lui. Parlò di lui come una sorella parla del fratello. Erano semplici amici. Lui si guardò intorno. Vide solo occhi fissi su di lui. Non seppe cosa dire. Verità? Bugia? Non so dirvi cos'abbia scelto. Ma di sicuro la ragazza agí di cuore. Pianse. Pianse. Lui urlò il suo nome abbellendolo di insulti. Risate. Risate. Troppe risate. Arrivò la prof e le risate non smisero. La prof si aggregò. Pianse. Pianse. Avrva sopportato troppo. Era ora di farla finita. Lui continuò. Insulti. Insulti. Offese. Prese in giro. Ricordi felici andati in fumo. Solo rumori. Risate. Insulti. Pianto. Poi si udì una porta che sbatté. Lui iniziò a capire. Capire che non era uno scherzo. Che ormai era tardi. Risate. Risate. Niente insulti. Niente pianto. Solo risate. Pacche sulle spalle a lui. Lei non c'era.  Lui corse. Corse fuori dalla porta. Cercò. Cercò la sua compagna di banco. Cercò. Chiamò. Ninete. Un tonfo. Urla. Urla . Terrore. Urla. Lui la vide. La vide lí. Per terra. Non si muoveva più. Sangue. Solo sangue. Solo urla. Solo risate. Solo momenti felici morti con lei. Solo disperazione per lui. Lui si avvicinò a lei. La vide sorridere. "Era tutto una bugia" sospiró. Lui cercò di rispondere. Lei sospiró di nuovo. "Prendi la prima cosa che ti capita tra le mani e falla finita... per me" Lui prese il coltellino di suo fratello. "Scusa" furono le sue ultime parole. Lei gli strinse la mano. "Ti amo" sussurrano all'unisono. Poi ninete. Il coltellino fece il suo dovere. Risate.  Risate. Sirene.

Fine.

Compagni di banco [Corretto]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora