Sono le 5:30 e io, ancora non cosciente, cerco di alzarmi dal letto sentendo mia madre urlare: "Georgia, Georgiaaaaaaaa!!! Sbrigati figlia mia o farai una brutta impressione, quindi alza quel culo dal letto e vieni a fare colazione". Secondo lei farò tardi al mio primo giorno nella nuova scuola lontana da casa. Ricomincerò una nuova vita (speriamo migliore della precedente). Sento di nuovo mia madre urlare e, allora, decido di alzarmi e andare a fare una bella doccia fredda per svegliarmi del tutto. Finita la doccia mi asciugo i capelli e inizio a truccarmi. Opto per una via di mezzo, né troppo pesante né troppo leggera. Non sono mai stata brava in queste cose, non sono una ragazza da vestitini attillati e trucco, ma preferisco le maglie con gli scheletri e con le scritte fighe e le felpe grandi. Così metto un jeans e una maglia a maniche corte dell’Adidas e sono pronta per partire. Scendo di sotto per fare colazione mentre mia madre mi prepara la valigia (eh sì, come potete capire sono una sfaticata, ma questi sono dettagli ahaha). Sento il taxi suonare e capisco che è l’ora di andare. Prendo la valigia con tutte le mie robe dentro e, prima di andare, abbraccio mamma. Un abbraccio molto passionale, uno di quelli che non si scordano facilmente. Mi mancherà tanto. La guardo negli occhi e vedo che sono lucidi per le lacrime che le scendono sul viso. Allora mi decido ad andare prima che scoppi a piangere anch’io. Salgo sul taxi e guardo la mia bellissima casa farsi sempre più piccola mano a mano che mi allontano. Sul taxi decido di fare un sonnellino fino a quando non sento una mano che mi tocca e dice "Signorina siamo arrivati”. Pago e ringrazio il taxista e, non appena mi volto nella direzione della scuola, rimango affascinata da quella struttura enorme. Tra me e me dico " Georgia benvenuta nella London's High School". Sono ancora incantata quando uno strano ragazzo mi viene a sbattere contro e finisco per cadere. Innervosita, mi alzo e gli urlo contro "Brutto cojone, stai più attento la prossima volta, cazzo". Lui, un po’ imbarazzato, bofonchia qualcosa: "scusami tanto, non ti avevo vista. Piacere, sono Simon. Tu sei nuova da queste parti?" Rispondo con un tono leggermente scocciato, ancora un po’ infastidita per l’accaduto: "Si sono nuova. Vengo da Warwick. E comunque piacere Simon, io mi chiamo Georgia". Lui, tutto sorridente, mi prende per mano e mi fa entrare a scuola. (Che nervoso, lo odio già). Ad un tratto si ferma e mi dice “Qui dentro c’è il preside, sicuramente ti dovrà parlare per consegnarti le chiavi della tua stanza e informarti circa i laboratori che frequenterai. Io adesso vado, ci vediamo dopo. Mi dà un bacio sulla guancia e se ne va. (Ma io dico, tutta sta confidenza???!!! Ceh baaaah!!! Però dai, a ben guardare, è un bel ragazzo). Simon ha gli occhi verdi, di un verde smeraldo, i capelli tra il biondo e il marrone, un sorriso molto dolce e un corpo sportivo. Il suono della campanella mi desta dai pensieri su quel ragazzo e, così, mi decido ad entrare nell’ufficio del preside. Lì trovo un signore di mezza età, con la barba e un po' di pancia. Lui mi tende la mano, io gliela stringo e si presenta dicendo "Salve signorina, io sono Francis, il preside di questa scuola. Immagino che lei sia Georgia". Risposi con un cenno di testa e lui disse "Perfetto! Questa è la sua chiave della stanza. E queste sono tutte le materie che studierà e questo, invece, è il codice del suo armadietto, il numero 3. Adesso può pure andare".
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E poi arrivó lui...
RomanceE poi arrivò lui...non ricordo bene come, ne quando avvenne il nostro incontro, ma ricordo bene come cambió la mia vita...