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-sempre la solita storia.-sbuffo chiudendo il libro di matematica e appoggiandoci sopra la testa che sembrava voler scoppiare da un momento all'altro.
-hey che succede?-una voce a me famigliare sussurra con tenerezza nel mio orecchio destro riportandomi alla realtà.
Volto lo sguardo verso quella voce e ritrovo il viso di Mark,il mio migliore amico da tempo immemore.
-oh mark,non ti ho sentito arrivare.-esclamo strofinandomi gli occhi assonnati da sotto gli occhiali che indosso.
Lui mi sorride e scompiglia i miei già spettinati capelli.
-tranquilla.forza ora preparati!-
esclama lui alzandosi dalla sedia accanto alla mia-le lezioni sono terminate...non vorrai stare qui per sempre?-
accenna una risatina ironica e mi porge la sua mano destra,sbuffo sistemando i libri nella cartella,afferro la sua mano e mi alzo gettandomi lo zaino sulle spalle dirigendomi verso il corridoio.

Mark è taciturno.
Lo è sempre,ma in questo momento ha un'aria...strana...preoccupata direi.
-Mark...-lo chiamo ma lui non sembra essersene accorto,guarda fisso davanti a sé con sguardo perso.
-Mark!-alzo la voce ma lui continua a tenere lo sguardo fisso su un punto situato in fondo al corridoio del secondo piano della scuola dove ormai siamo rimasti solo noi.
Mi piazzo davanti a lui,immobile.
Non appena il suo corpo si scontra con il mio,il ragazzo sembra uscire dalla specie di trance in cui si trovava poco prima.
Strabuzza gli occhi color pece e mi rivolge uno sguardo confuso.
-Che stai facendo?-mi chiede aggrottando le sopracciglia.
-Dovrei farla io a te questa domanda.-gli rispondo alzando il sopracciglio sinistro.
Lui si stringe nelle spalle mentre abbassa lo sguardo fissandolo sulle sue converse bianche.
-Pensavo.-conclude dopo alcuni attimi di silenzio.
Apro la bocca per domandargli a cosa stesse pensando per avere l'aria così preoccupata,quando un rumore di passi dietro di noi mi interrompe.
Mark sembra spaventarsi,mi afferra il polso ed inizia a correre velocemente verso l'uscita di emergenza di questo piano.
La sua corsa non sembra voler rallentare neanche quando si ritrova sulle scale di metallo che brillano sotto al sole pomeridiano di novembre che sta già calando dietro agli edifici della periferia di Manhattan.
Le nostre scarpe producono clangori metallici a contatto con i gradini della scalinata.
Cerco di fermare Mark con uno strattone,ma lui mi attira a sé e mi circonda con le braccia stringendomi in un abbraccio.
Sono confusa,ma non mi ribello al suo gesto.
Il dolce profumo di vaniglia che impregna la sua felpa nera mi inebria completamente.
Sento i respiri irregolari del ragazzo contro al mio corpo,il suo battito cardiaco è troppo veloce.
Mark appoggia il mento sopra la mia testa ed inizia ad accarezzarmi la schiena.

Non so esattamente quanto tempo sia passato,i respiri di Mark si placano e scioglie l'abbraccio.
Mi prende il viso tra le mani mentre i suoi pollici mi sfiorano le guance.
I suoi occhi a mandorla si puntano sui miei.
-Diane.-sussurra poi senza distogliere il suo sguardo magnetico dal mio confuso.
-Io devo andare,non posso metterti in pericolo.-Cerco di ribattere ma le sue labbra sottili e rosee si appoggiano delicatamente sulle mie.
-Io ti ho sempre amata Diane.-I suoi occhi si stanno riempiendo di lacrime.
Non sono lucida.
Penso tra me e me.
Sto per parlare ma vengo nuovamente interrotta dalle labbra di Mark,il suo bacio si fa più intenso.
Sono come paralizzata.
-Diane ci sono troppe cose che ancora non sai.-
Un rumore in cima alla scala cattura l'attenzione del ragazzo.
-Ti prometto che non ti accadrà nulla di male.Verrò a prenderti te lo prometto.-
Mi lascia un ultimo bacio,poi si cala il cappuccio della felpa sopra i capelli corvini.
-Tu aspettami.-Sorride beffardo e ricomincia a correre.

Io rimango ferma su quella scala metallica.
Come paralizzata.
Fisso il palazzo davanti alla scuola dietro al quale il sole era scomparso e con lui anche Mark.
Una lacrima scivola sul mio volto.
Non so cosa sia appena successo.
Ripenso al bacio di Mark e il mio cuore ha un sussulto,sento le gambe che tremano.Mi appoggio al corrimano e mi siedo sul gradino sopra a quello in cui mi trovo.

-cosa sta succedendo?-la voce non mi esce,tremo spaventata.
Abbraccio le ginocchia mentre le lacrime impregnano i jeans.
-Mark dove sei?-questa domanda scappa dalle mie labbra involontariamente.

Mi fermo a fissare il cielo illuminato dalla flebile luce del crepuscolo.
L'aria fredda autunnale mi punge il volto bagnato dalle lacrime.
Mi asciugo gli occhi e le guance con la manica della felpa.
Mi alzo,scendo le scale e mi dirigo lentamente verso casa.

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essendo io una fangirl per Percy Jackson dalla terza elementare,ho deciso di scrivere questa storia ispirata a quella originale.
Hope you like it♡
~solix

son of aphrodite♡jung jaehyunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora