Ymir's pow
Appena Christa se ne andò, mi distesi sul letto e scoppiai a ridere "Stupida mocciosa viziata, l'ho manovrata come se fosse una marionetta" pensai "ed ora eccomi qua, a dormire su un letto più grande e più comodo di quanto avrei mai potuto sognare. Domattina mi chiameranno ed avrò colazione e forse addirittura pranzo, gratis ed abbondanti".
Passai vari minuti a compiacermi del mio piano e a studiare cosa dire la mattina seguente, così da prolungare la mia permanenza in quella specie di reggia il più lungo possibile. "Non è Christa a dover provare pena per me" dissi fra me e me"ma semmai io a provarne per lei, per quanto è stupida ed ingenua e per come passerà la sua vita ad essere sfruttata dagli altri"
Il sonno ebbe la meglio sui miei egoistici e pieno di soddisfazione pensieri, e mi addormentai prima ancora di potermi cambiare d'abito.
Non sono sicura di quanto dormii, qualche figlio di puttana mi aveva rubato l'orologio mentre ero semisvenuta per la strada, ma venni svegliata dal bussare ripetuto alla mia porta.
<<Signorina Ymir.>> mi chiamò una voce sconosciuta <<Le ho portato degli asciugamani per la doccia.>>
"Doccia? Quale doccia?" la sera prima ero crollata prima di potermi guardare intorno.
<<Sono sveglia, arrivo subito.>> mentre camminavo verso la porta d'ingresso socchiusi quella che immaginavo essere di una piccola toilette, invece c'era una sala da bagno grande due volte la mia stanza a Santa Maria.
<<Wow!>> esclamai.
Mentre aprivo la porta d'ingresso cercai di ricompormi, da quelle parti doveva essere una cosa normale, non come a casa mia, dove a volte un bagno come quello veniva usato da due famiglie.
Aprii la porta e.... Porca troia.
La cameriera davanti a me sembrava appena uscita da un hentai: indossava un'uniforme in stile giapponese, con una gonna blu, un grembiule bianco e una camicetta dello stesso colore che sembrava sul punto di scoppiare, messa a dura prova dall'enorme seno della ragazza. I capelli rossi e ondulati le cadevano fin sotto le spalle e dietro un paio di piccoli occhiali rettangolari, i suoi occhi verdi mi guardavano maliziosi.
<<Porca troia.>> ripetei, stavolta a voce alta
<<Penso che quello che volevate dire fosse "grazie degli asciugamani">> disse con il tono più tranquillo del mondo, senza smettere di fissarmi in modo provocante <<Io sono Evelyn e sono la cameriera personale della signorina Christa. Mi occuperò anche di voi durante la vostra permanenza che, per inciso, la maggior parte delle persone qui si augura sia più breve possibile.>>
<<E quello l'avevo immaginato>> risposi sorniona <<lascia pure gli asciugamani sul letto.>>
<<Sono anche incaricata di rendervi presentabile per la colazione. Senza offesa, ovviamente.>> aggiunse <<La signorina Christa mi ha detto che siete ferita, ho qua bende e disinfettante.>>
<<Bene allora, mi faccio una doccia e poi potrai medicarmi.>>dissi secca, cercando di interpretare l'atteggiamento della ragazza.
Notai che mi fissava mentre entravo in bagno, come se sperasse che mi cambiassi davanti a lei.
<<Evelyn>> le chiesi con noncuranza <<Ti piacciono i maschi o le femmine?>>
<<Indovinate voi>> fece un passo verso di me <<Signorina.>> usò quell'appellativo con un intonazione completamente diversa, che faceva capire molte cose.
<<Ci vediamo dopo, Evelyn>> risposi con stesso tono eloquente, prima di chiudere la porta dietro di me, sentendomi già ribollire.
Non avevo mai dedicato una cura particolare al mio corpo, complice l'acqua fredda nella doccia e l'inutilità di farlo visto l'ambiente sporco in cui vivevo fino al giorno prima, ma quel giorno era diverso.
Non capita tutti i giorni di avere una cameriera gnocca ed apparentemente "ben intenzionata" ad aspettarti fuori dalla porta.
Mentre mi godo il getto dell'acqua calda comincio a pensare a tutti i possibili scenari con Evelyn, dando sfogo alle mie fantasie più spinte e resistendo agli impulsi che arrivavano dal basso. Al momento di sciacquare il taglio sul fianco per un momento dimentico Evelyn, l'acqua la fa bruciare in una maniera assurda, ma stringo i denti e vado avanti, come sono abituata a fare da quando sono nata e come so che dovrò continuare a fare per tutta la durata della mia vita.
Fuori dalla doccia asciugo con calma ogni parte del mio corpo e mi guardo allo specchio: il mio corpo segnato dalla fame non poteva essere considerato un modello di sensualità, i miei lineamenti erano duri al limite della mascolinità ma il mio seno era prosperoso, unica parte formosa. Ero convinta che un altro stile di vita avrebbe fatto di me una bella ragazza, ma a Santa Maria le uniche che si prendevano cura del loro corpo e si preoccupavano del loro aspetto sono le prostitute. Tutti gli altri non hanno né tempo né modo.
Inoltre ci sono varie ragazze che hanno avuto la sfortuna di nascere con una bellezza pura e naturale, che non ha bisogno di essere coltivata, ma al contrario devono nasconderla e deturparla perché non provochi gli individui schifosi che spesso cercano di approfittare di loro.
Scacciai quei pensieri della mia mente, non avevo intenzione di tornare a Santa Maria. Mai più.
Finito di asciugarmi aprii la porta e tornai nella mia stanza, completamente nuda e cercando di essere il più provocante possibile.
<<Bentornata, signorina.>> mi disse Evelyn, mangiandomi con gli occhi <<Lasciate che vi medichi la vostra ferita.>>
Si avvicinò a me, e mentre allungava le mani su di me ero certa che non sarebbe stato il fianco ad essere toccato.
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Stay With Me Tonight || Yumikuri
Hayran Kurgu"Ymir aveva calcolato ogni cosa, aveva giocato con le sue insicurezze e le aveva sfruttate a proprio vantaggio. Una cosa sola non aveva potuto prevedere: aveva finito per innamorarsi."