Uno schianto a terra, un grido, un pianto in lontananza...
Poi buio totale.•
15 anni dopo
"Andiamo papà o farò tardi!" Gridò la ragazza scendendo le scale all'interno della villa.
Il padre era già alla fine della scalinata e la aspettava.
Lei continuò a scendere le scale in tutta fretta nonostante il papà fosse lì pronto ad aspettarla.
"Non correre così, altrimenti inciampi." Le diceva lui, ma la ragazza parve non ascoltarlo e continuava la sua discesa.
Un piede messo male e la ragazzina perse l'equilibrio, finendo, però, tra le braccia di suo padre che era pronto a prenderla.
"Grazie." Fu molto sbrigativa, si risistemò e si diresse verso il portone per uscire di casa.Entrarono tutti e due in macchina e lui si mise alla guida per accompagnare la figlia a scuola.
La portava praticamente dappertutto, le voleva molto bene, ma era anche super protettivo nei suoi confronti, come non poteva esserlo dopo ciò che era accaduto quindici anni prima?
Aveva perfino riconsegnato il Miraculous dopo tutto quello, non ne voleva sapere più niente... non ci voleva più avere a che fare.
Tra le sue dita non scintillava più l'anello che gli permetteva di trasformarsi in Chat Noir, bensì la fede nuziale che lo legava a sua moglie: Marinette.Fermò la macchina proprio davanti all'entrata del College Françoise Dupont e fece scendere la figlia: "A dopo, Emma. Buona fortuna per il primo giorno."
"Ci si vede dopo papà."La piccola Emma Agreste ormai non era più così piccola, stava per iniziare il suo terzo anno di liceo nella stessa scuola che i suoi genitori avevano frequentato parecchi anni prima.
Era diventata una bellissima ragazza: alta, magra, bellissimi occhi verdi e splendidi capelli corvini.
Era molto simile a sua madre, cosa che doleva molto ad Adrien, ogni volta che si girava era come avere lei accanto.All'entrata della scuola una ragazza e due ragazzi aspettavano Emma, per poi entrare in classe per affrontare i primo giorno dell'anno scolastico.
Riconobbe subito la sua amica e si fiondò tra le sue braccia, abbracciandola: "Jennifer!" Lunghi capelli rossi e occhi celesti.
Con un cenno della mano salutò l'altro che stava accanto a lei: "Ciao Mike!" Capelli biondi e occhi color nocciola.
"Ehi Agreste!" Rispose lui, per una ragione a tutti sconosciuta gli piaceva chiamarla per cognome, ma a Emma questa cosa non dava noia.
Era pronta a salutare anche il terzo ma rimase un po' perplessa: non sapeva chi era quel ragazzo.
"Ciao." Lei era sempre molto cordiale con tutti, la gentilezza era il suo forte.
Quel 'misterioso ragazzo' sorrise e ricambiò il saluto.
"Emma Agreste." La corvina tese la mano.
"Alex Mileyl." Alto, magro, capelli mori, ma occhi azzurri come il mare.
"Lui è il ragazzo di cui vi ho parlato, si è trasferito qua da pochissimo e abita qua vicino." La informò Mike.
"Ed è anche il figlio di uno dei fotografi più famosi della Francia." Aggiunse Jennifer.
Emma ci pensò su: "Infatti il cognome non mi è nuovo, sicuramente ha fatto da fotografo a qualche servizio dove ha posato mio padre."
"Ecco! Ecco dove ti ho già sentita. Emma Agreste" Il ragazzo ripetè il suo nome "Tu sei la figlia di Adrien Agreste e" fece una pausa e guardò in basso "Marinette Dupain-Cheng." Lo disse a voce più bassa, forse un po' a disagio.
Gli altri due guardarono Emma, ma non dissero nulla.
"Senti, scusa, non volevo..." si affrettò Alex.
"Non importa, non mi va di parlarne." Disse sbrigativa.•
La stanza si illuminò nuovamente della debole luce che filtrava dalla finestra appena aperta.
Avanzò stringendo la spilla con tutta la forza che aveva. Se la mise sulla giacca di tessuto nero e una luce viola si spigionò da quel gioiello.
Nell'altra mano stringeva una foto della sua amata: occhi blu come il mare e capelli neri come la notte.
Una di quelle cose l'aveva portata via e un'altra l'avrebbe riportata indietro.•
Un boato e subito dopo l'edificio mezzo distrutto.
La parte dietro della scuola era crollata in mille pezzi dopo il contatto avuto con un nuovo colosso di pietra, proprio come vent'anni prima.
I ragazzi erano in panico, qualcuno sperava nella nuova apparizione di Ladybug e Chat Noir, invano, loro non sarebbero arrivati.Adrien da lontano vide del fumo alzarsi in aria, appena capì che proveniva dalla scuola scese di casa, prese la macchina e tornò su i suoi passi.
'Emma' si ripeteva nella sua mente 'no, anche te no.'Scese dall'auto e andò verso l'entrata.
Per sua fortuna i ragazzi erano lì, circondati da alcuni genitori che, come lui, avevano assistito alla scena.
Andò incontro la figlia abbracciandola.
"Emma, grazie al cielo stai bene, non avrei sopportato..."
"Sto bene." Sorrise lei.Gli insegnanti fecero riaccompagnare tutti i ragazzi a casa e dichiararono in quel momento la scuola era chiusa.
Quel gigantesvo mostro di pietra era andato verso il centro della città e le autorità stavano cercando di fermarlo, senza alcuni risultati.Emma salì nuovamente in macchina del padre.
"Sicura di stare bene?" Le chiese nuovamente.
"Si, tranquillo. Nessuno si era ferito perchè eravamo appena all'entrata e altri di noi erano fuori." Ribadì la ragazza.
Ci fu qualche minuto di silenzio, poi la corvina parlò: "Senti...mentre eravamo là, sentivo dire cose del tipo 'chiamate Ladybug e Chat Noir', ma chi sono, non ne ho mai sentito parlare."
Adrien sentì un colpo al cuore, ma cercò di darle una risposta: "Quando io avevo la tua età, Parigi era popolata da creature...come dire...strane e malvagie controllate da una persona che voleva impossessarsi il potere assoluto per i suoi scopi personali."
La ragazza ascoltava la storia stranita: sembrava un racconto di fantasia.
"Un ragazzo e una ragazza si traformavano in questi due eroi e combattevano per il bene di Parigi."
A Emma non tornava una cosa: "E allora perchè non arrivano anche ora?"
Adrien temeva che l'avrebbe chiesto: "Bhe...durante una delle ultime battaglie successe una disgrazia e da lì sparirono. Tu eri già nata e avevi un anno, puoi dire che eri li hai visti, anche se non te ne ricordi." Adrien ridacchiò, ma quella non era una vera risata, lo aveva fatto come alternativa al pianto, altrimenti avrebbe dovuto dare molteplici spiegazioni alla figlia.Ciao a tutti!
Questo è il nuovo libro, ho un sacco di idee fantastiche per questa ff.Non ho mai visto una cosa del genere in giro e ho approfittato. All'apparenza potrebbe essere una normale fanfic sulla nuova generazione, ma vi assucuro che non lo è.
Sarà piena di colpi di scena e di malintesi.Ho deciso che la aggiorno alternata a "il mioglior errore della mia vita" quindi un giovedì si e uno no (non mi prendete per pazza, lo so che è lunedì).
Volgio augurare buona fortuna a tutti quelli che iniziano la scuola (io la inizio il 15).
Alla prossima.♡
(Scusate per eventuali errori)
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Ne m'oublie pas || Miraculous
FanfictionUno schianto a terra, un grido, un pianto in lontananza... poi buio totale. Sono passati quindici anni, ma la storia sta per ripetersi. Quella finestra si aprirà ancora una volta e quella maledetta farfalla creerà nuovamente distruzione. ...