Capitolo 3

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LUCA POV

Un altro giorno era passato ed io, come tutti, andai in camera a svegliare la mia sorellina. Nel mentre preparavo la colazione, non facevo altro che pensare a quella ragazza che ho salvato dalle grinfie di quei due balordi. Speravo tanto di rivederla, speravo di poter sapere almeno il suo nome. Forse poteva nascere qualcosa con lei ma, al momento, non potevo saperlo, a distrarmi dai miei pensieri ci pensò Giada, con la sua entrata allegra che mostrava tutti i giorni. Sapevo benissimo che si mostrava allegra per mascherare la mancanza dei nostri genitori. Da quando erano diventati proprietari di quella catena di alberghi, non avevano tempo per noi. A lei dovevo pensare io, dovevo accudirla, dovevo cucinarla, dovevo aiutarla, dovevo consigliarla anche in vesti che non erano mie. Così, smettendo di pensare,dissi:<<Oggi ho allenamento. Prima di andarmene ti lascio qualcosa già pronto così, quando torni da scuola, lo riscaldi e lo mangi come se fosse appena fatto>>. Lei mi rispose:<<Va bene fratellone. Ti ringrazio tantissimo. Se non ci fossi tu, mi sentirei persa>>. Appena mi disse quelle parole, capì che a mia sorella mancava un supporto femminile. Le mancava nostra madre e, non riuscivo a capire perché quella maledettissima catena d'alberghi era più importante della famiglia. Però avevo deciso che dopo l'allenamento sarei andato in albergo e, avrei cercato di convincere mia madre a trascorrere un po' di tempo con Giada perché aveva assoluto bisogno di lei. Così, vedendo che si stava facendo tardi, andai a prendere la mia roba e mi diressi in piscina per allenarmi in vista della partita che avremmo affrontato questo week – end.

Due ore dopo, finiti gli allenamenti, decisi di andare in albergo. Dovevo assolutamente parlare con mia madre. Giada aveva bisogno di lei e, per una volta, quella stupidissima catena di alberghi, doveva passare al secondo posto.Arrivai nel minor tempo possibile. Ora doveva dedicarmi un po' di tempo. Così, dopo aver parcheggiato, mi diressi immediatamente alla reception, sicuro di trovarci mia madre. Infatti, appena la trovai, le dissi:<<Ciao mamma, tutto bene?>> Lei, appena mi vide, dopo avermi abbracciato, mi rispose:<<Ciao tesoro mio, tutto bene e tu?>> Le dissi:<<Abbastanza. Diciamo che sono incazzato nero. Come va il lavoro?>> Lei mi rispose:<<Perché sei arrabbiato? Giada ti ha fatto arrabbiare di nuovo? Comunque il lavoro procede bene, ogni giorno ci sono clienti nuovi. A te gli allenamenti?>> Le dissi:<<Mamma, chi mi ha fatto arrabbiare sei tu. Lo sai da quanto tempo non passi una giornata con me ma, soprattutto con Giada? Non sforzarti di pensare, te lo dico io. Sono esattamente sei mesi e mezzo che tu e papà vivete qui dentro. Sono venuto qui per chiederti di passare un po' di tempo con Giada e, non accetto un no come risposta>>. La mia risposta la lasciò a bocca aperta. Queste parole non se le aspettava per niente. L'avevo stupita, anche se dentro morivo per come l'avevo trattata ma, un po' lo meritava. Per la prima volta, davanti ai miei occhi, si presentava una versione di madre impotente e indifesa. Così, mi rispose:<<Tesoro lo so, hai ragione ad essere arrabbiato con me e con tuo padre. In questi sei mesi abbiamo pensato moltissimo al lavoro, dimenticandoci delle volte di voi due. Mi dispiace tantissimo>>. Per la prima volta la vidi disperata. Non accadeva quasi mai, mi sentivo un po' deluso per come avevo trattato mia madre. Dopo un po', le dissi:<<Tranquilla, puoi ancora rimediare. Giada aspetta me questa sera a casa, perché non vai tu al mio posto?Sono sicurissimo che lei sarebbe felicissima di vederti dopo sei mesi e mezzo>>. Lei mi rispose:<<E qui chi ci pensa?>> Dato che non volevo risponderle bruscamente di nuovo, le dissi:<<Ci penserò io. Tu hai bisogno di passare un po' di tempo con Giada>>. A quelle mie parole, sul viso di mia madre, si formò un sorriso a trentadue denti. Poi, essendosi ripresa, mi rispose:<<Te la sai cavare qui da solo?>> Le dissi:<<Non sono solo, c'è papà>>. Lei mi rispose:<<No. Tuo padre è a Los Angeles per degli affari. Tornerà tra due settimane>>. Le dissi:<<E non c'è nessuno di cui ti fidi ciecamente da assegnarmelo come "supervisore"?>>Lei mi rispose:<<Beh, ci sarebbe soltanto una persona ma, prima di chiamarla vorrei solo sapere se per te è un problema lavorare con una bella ragazza>>. Le dissi:<<Certo che no. Se ti stai riferendo al fatto che non riesco a stare vicino ad una bella ragazza perché ogni due secondi mi viene in mente Bethany, ti sbagli di grosso. Ormai è acqua passata e l'ho superata>>. Lei mi rispose:<<Bene, allora ora la vado a chiamare. Sono sicura che con lei ti troverai a tuo agio Luca, solo stai attento alle parole>>. Prima che potessi chiederle il motivo di quella sua risposta,se ne andò. Mah, delle volte mia madre non la capivo per niente. Dopo un paio di minuti tornò con una ragazza.  

Essendo timida, mia madre disse:<<Allora tesoro, lei è Elena e sarà la tua ombra in questi giorni>> e, rivolgendosi a lei, riprese:<<Elena, lui è mio figlio Luca. Mi raccomando, se non capisce subito o fa storie per sciocchezze, rimettilo in riga come ti ho insegnato>>. Prima che si mettesse a fare tutta la lista delle cose che aveva insegnato a questa ragazza, le dissi:<<Va bene, ora vai però. Giada tra un po' tornerà a casa>>. Lei mi rispose:<<Va bene. Ci vediamo domani>>. Le dissi:<<Domani? Già vuoi venire al lavoro? Devi prenderti una pausa, devi stare con Giada un paio di giorni. Qui ci penso io con l'aiuto di Elena. Tu ora ti devi occupare solo e soltanto di Giada. Ci vediamo tra un paio di giorni>>. E, dopo avermi abbracciato, se ne andò finalmente da mia sorella. Quello che ancora non riuscivo a capire, era il perché Elena continuava a tenere la testa bassa, pur di non guardarmi. Per cercare di sciogliere la tensione, dissi:<<Piacere, Luca>>. Lei, continuando a tenere la testa bassa, non disse nulla ma, quando mi strinse la mano e mi guardò negli occhi, mi rispose:<<Molto piacere, Elena>>. Quando mi guardò, ebbi un colpo al cuore. Lei era la ragazza che avevo salvato da quei due balordi.

ELENA POV

Oh mio Dio. Non potevo crederci. Il ragazzo che mi aveva salvato da quei balordi, era qui davanti a me e per di più, era il figlio dei miei padroni. Che casino. Speravo con tutta me stessa che, almeno i miei padroni non sapevano che lui mi aveva salvata. Così, cercando di rompere il ghiaccio, gli dissi:<<Da cosa vuoi iniziare?>> Lui mi rispose:<<Non lo so, fai tu. Mia madre mi ha affidato a te. Piuttosto,posso farti una domanda?>> Ecco, lo sapevo. Ora voleva sapere se ero io la ragazza che aveva salvato tempo fa da quei due balordi. Così, gli dissi:<<Certo, dimmi>>. Lui mi rispose:<<Non ci siamo già incontrati da qualche parte noi due? Hai una faccia molto conosciuta>>. Ecco,aveva centrato in pieno. Ora cosa gli dicevo? Così, gli dissi:<<Anche tu hai una faccia conosciuta>>. Mi stavo imbarazzando tantissimo. Lui mi rispose:<<Non sei la ragazza che ho salvato tempo fa da due balordi chele stavano cercando di fare del male?>> Ormai era inutile fingere. Mi aveva scoperto. Così, gli dissi:<<Ecco dove ti avevo visto. Non ho mai avuto modo di ringraziarti>>. Lui mi rispose:<<Mi sembra una cosa abbastanza normale che non hai mai avuto modo di ringraziarmi, non ci siamo mai incontrati finora. Comunque sono sicuro che qualcun altro, al mio posto,avrebbe fatto lo stesso. È stato soltanto un piacere aiutare una bella ragazza come te>>. A quel punto arrossì violentemente. lei. 


Ero fidanzata con Tommaso e, lui mi faceva provare emozioni veramente forti ma, con Luca era diverso. Anche lui mi faceva provare emozioni ma, totalmente diverse da come me le faceva provare il mio ragazzo. Gli dissi:<<Beh non sono sicurissima che tutti avrebbero rischiato la vita come hai fatto tu, però grazie del salvataggio e grazie del complimento>>. Dopo attimi di imbarazzo totale, gli dissi:<<Beh, conosci l'albergo o dobbiamo fare prima un giro per visitarlo tutto?>> Luca mi rispose:<<Un po' lo ricordo ma, se non ti dispiace vorrei visitarlo>>. E, dette quelle parole alquanto imbarazzanti, ci avviammo a visitare l'intero albergo. Mentre camminavamo, iniziammo a parlare, senza accorgercene, dell'uno e dell'altra. Avevo scoperto che lui praticava la pallanuoto a livello agonistico ed era anche uno dei più bravi della squadra, poi mi aveva detto che adorava la sua sorellina e che, con l'assenza dei genitori, badava tantissimo a lei consigliandola nei minimi problemi che poteva avere un'adolescente e poi, mi aveva detto che era stato scaricato dalla sua ex fidanzata perché lei si era trasferita a Parigi e perché la distanza era troppa per continuare a vivere una relazione a distanza. Invece di me, aveva scoperto che sono una ragazza molto attiva, lavoro per far vivere al meglio la mia famiglia e che sono fidanzata con Tommaso da ben cinque anni. Lui ascoltava ogni mia parola con attenzione e, delle volte, lo sorprendevo a fissarmi un po' troppo a lungo. Avevo come l'impressione che, passare un paio di giorni insieme a Luca, era una di quei regali meravigliosi che ti aspetti da una vita intera. Sentivo che mi sarei divertita tantissimo con lui. Speravo solo di non sbagliarmi.

Allora cosa ne pensate del capitolo? Finalmente, Luca ed Elena si sono incontrati, ora cosa succederà? Non vi resta che attendere il prossimo capitolo per scoprirlo. Un bacio a tutti. Vi voglio bene..!  

La mia ancora di salvezza sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora