Bittersweet

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L’ultima cosa che riuscì a vedere fu quel sorriso dolce e curioso, indirizzato al capitano della tanto odiata squadra avversaria. Poi il buio, seguito immediatamente da un bagliore troppo acceso. Automaticamente, si parò davanti all’albino, come a volerlo proteggere dagli occhi vitrei e inespressivi di Gran. Non gli avrebbe permesso di fargli del male, piuttosto si sarebbe fatto massacrare.

<< E così vi siete divertiti a disobbedire. Sapete perfettamente come viene punita l’insubordinazione >> emise con freddezza il ragazzo dalla pelle pallida, facendo stringere i pugni al capitano della neonata Chaos.

<< Stavamo concludendo alla grande, prima del tuo arrivo! >> urlò Burn, facendo un passo in avanti verso l’altro rosso, il quale, senza scomporsi, ghignò.

<< La Raimon stava rimontando, se la partita fosse andata avanti, evidentemente avreste perso, o quantomeno subito un pareggio >>

A quell’affermazione, gli occhi del ragazzo si infiammarono, assumendo una sfumatura dorata molto più carica. Era arrabbiato, aveva i nervi a fior di pelle e probabilmente avrebbe spaccato la faccia a Gran da un momento all’altro. D’un tratto, però, un tocco gelido gli sfiorò la mano. Si voltò appena, incrociando lo sguardo freddo di Gazel.

<< Lascia perdere, Burn. Non sa a cosa attaccarsi, dato che è consapevole di non essere alla nostra altezza. Lui e la Genesis sono stati scelti solo perché è il favorito di papà >> sussurrò con la sua solita calma l’albino, andando a stringere la mano del proprio capitano, un leggero sorriso accennato sulle labbra. Al numero 11 della Genesis non sfuggì questo dettaglio, tanto che, con uno scatto rapidissimo, si parò in un niente davanti ai due, strappando successivamente la pietra di Aliea dal petto di Gazel, con una violenza inaudita. La perdita del contatto con il minerale fece urlare di dolore il giovane, che non tardò a perdere i sensi. Prima di toccare il suolo, tuttavia, le due braccia calde di Burn lo avvolsero, tenendolo stretto.

<< Suzuno… Hey… >> lo scosse leggermente, tenendo i denti stretti. Puntò ancora lo sguardo sul rosso, il cuore che batteva a mille per la rabbia.

<< Maledetto! >> gridò furioso, per poi continuare << Guarda! Guarda che stai facendo! Come puoi ritenere uno sport più importante dei tuoi amici?! >>

<< Gli amici sono elementi di poco valore, non contano in battaglia. Indeboliscono >>

<< Tutta questa ossessione per nostro padre ti sta distruggendo, Gran! Sei diventato un mostro >> continuò il giovane capitano, stringendosi al petto l’esile corpo dell'amico.

<< Stai tranquillo, Gazel starà bene… Forse. Ora, se permetti, abbiamo gli allenamenti per battere la mitica Raimo- >>

<< Raimon di qua, Raimon di là! È una fissa la tua! Sorridi al solo pensiero di doverla affrontare, le tue preoccupazioni sono dirette solo a quella squadra! Ti sei persino dimenticato in che stato è ridotto Midorik- >> non fece in tempo a concludere la frase, perché lo sguardo tagliente di Gran lo paralizzò, assieme ad una terribile fitta al petto. Anche la sua pietra era sparita. Lentamente, con gli occhi sgranati, si accasciò sul corpo di Fuusuke, poggiando la propria fronte sulla sua.

<< L’importante è stare insieme, ghiacciolino… >> mormorò con un leggero sorriso Nagumo, prima di chiudere gli occhi.

Gran se ne andò, con gli occhi fissi nel vuoto e una terribile morsa al petto.

Le parole di Haruya erano andate a fondo.

Si rigirava il cristallo tra le pallide dita, con noncuranza, continuando a porgersi un’unica domanda:

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