Luce

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La barra delle notifiche mi mostra un'altra notifica. Un tuo messaggio.
Apro la chat ed un video appare sullo schermo.
Non ne conosco il contenuto e, il più delle volte, quando mi arrivano ho costantemente paura.
Non del video in sé.
Non che ci sia un video.
Ma del semplice fatto che potrebbe contenerne tutte le mie paure.
Eppure lo apro.
Lo apro.
Lo vedo.
Lo ascolto.
La sento.
E quando dico che la sento, ti dico che la sento come non mai.
Ti dico che la sento più di prima.
La sento entrarmi dentro e straziarmi peggio delle altre volte. E forse è perché non ci sono. O forse è perché è la parte in cui hai inserito la tua nostalgia di me.
La tua nostalgia di noi.
La stessa nostalgia che sento io.
Quella delle tue mani su di me, quella della tua pelle sotto le mie mani che ti accarezzano senza perdersi alcun lembo di pelle che viene seguita dalle mie labbra che lasciano sopra umidi baci.
E se ci pensiamo ci manca un po' di più.
Se ci pensiamo, ci sentiamo distanti anni luce.
Luce.
Chiudo gli occhi, mi rilasso e mi concentro sulle parole che fuoriescono dal telefono.
Ed ogni volta trovi il modo per teletrasportarmi da te.
Trovi il modo per farmi essere nel posto in cui vorrei stare.
Quindi mi senti accanto a te. Anche se c'è lui, accanto a te ci sono io per quanto possa essere impossibile.
E nessuno lo capirebbe questo. Nessuno capirebbe come sia possibile che l'assenza fisica di una persona possa essere colmata dal tuo solo potere di riuscire a portarla con te.
È per questo che il cuore mi esplode un po' di più, il sorriso compare sul mio viso anche se tu non puoi vederlo.

Mi hai mandato il video.
Mi hai dato la risposta di cui necessitavo alla mia domanda dell'altro giorno sulle coreografie dei concerti.
"Quante coreografie hai montato?" ti ho chiesto.
In maniera diretta ed in dolore. Senza anestesia.
"Se ci fossi stato magari lo sapresti e le balleresti pure"
E decidi di indorare la pillola perché non me l'hai mai perdonata quest'assenza.
Non mi hai perdonato questo errore commesso.
Forse, come hai detto, mai lo farai.
"Vero..."
E sorspiro.
E tu l'avverti.
Allora sospiri anche tu e getti quelle armi che avevi impuntato contro di me che sono disarmato.
"Quante coreografie hai montato?"
"Poche. Sono sei... più o meno"
"Su quali canzoni?
Quali ci sono delle mie? Delle nostre..."
"Ci sono: Labyrinth, Dancing, Together…"
"Quali delle nostre?
So che ci sono, non possono mancare…"
"Andre..."
"Vero, dimmelo"
"Fidati di me"
"Quali sono le altre"
E quasi te lo urlo.
La paura che tu possa aver inserito delle coreografie nostre mi fa rodere da morire.
Tu taci, non rispondi, non ne hai intenzione.
E allora te lo chiedo io.
"Bruciare per te?"
"Si"
"No hero?"
"Si"
"Luce?"
E non mi rispondi.
Ti sento trattenere il respiro.
Hai dato Luce?
L'hai data a loro?
Perché?
Luce non è loro.
Luce è solo nostra.
E non puoi averla data a loro.
"Veronica, hai dato Luce?"
"Devo andare, ed è già tardi"
E mi hai lasciato così.
Con una risposta mancata, un titolo in meno, dubbi nella testa e con una rabbia immane in corpo.
Mi lascio cadere sul letto insieme al telefono che cade al mio fianco.
Mi passo una mano nei capelli, poi sulla faccia. E mentalmente mi do del coglione da solo, perché dovevo sbattermene le palle di quella frase, detta di proposito per ferirmi, e andare a provare benchè ci fosse lui.

Ricordo per quanto lasso di tempo mi son dato del coglione, me lo do tutt'ora.
Quanto mi sono mentalmente ripetuto che hai fottutamente ragione quando dici che non me lo perdonerò neanche io stesso, che avrei dovuto esserci e ignorare tutto il resto.
Ed ora siamo ad ore e chilometri di distanza a tenerci uno vicino all'altro attraverso un video.
Lo riapro e questa volta lo guardo.
Guardo Elisa che canta Luce con Giorgia. Sono sole sul palco, nessuno vi balla attorno.
E mi hai risposto, in ritardo ma l'hai fatto. E, per giunta, con un video, con soli pochi secondi.

Ti sento vicino
Il respiro non mente
In tanto dolore, niente di sbagliato
Niente, niente
Siamo nella stessa lacrima
Come un sole e una stella
Luce che cade dagli occhi
Sui tramonti della mia terra
Su nuovi giorni in una lacrima
Come un sole e una stella
Luce che cade dagli occhi sui tramonti della mia terra su nuovi giorni
Il sole mi parla di te... mi stai ascoltando?
Ora la luna mi parla di te...

"avrò cura di tutto quello che mi hai dato"
Ti rispondo.
E attendo una tua risposta.
Aspetto che tu possa esser mia per un breve tempo anche se attraverso un telefono.
Aspetto la tua chiamata che non tarda ad arrivare.

"Dormivi?"
"No. Ti aspettavo"
"Ti ho mandato il video. Il concerto è finito"
"Mi hai sentito lì con te, vero?"
"Come tu ti sei sentito mancare qualcosa mentre l'ascoltavi con gli occhi chiusi"
"Come lo sai?"
"Lo so, come tu sai che per me eri qui"
"Grazie"
"Di cosa? Del video?"
"No. Di non aver dato Luce"
"È Luce.
Quella è solo tua, non posso darla"
"Ti sei divertita quando non mi hai detto l'ultima canzone coreografata?"
"Sei entrato nel panico?"
"Mi ci fai entrare tu, sempre"
"Ci sei entrato da solo, questa volta hai fatto tutto tu"
"Vero, sai già"
"So già…"

E li sento i tuoi respiri mischiati alla malinconia.
Ti sento mentre cammini.
E sento come sei arrabbiata, quanto vorresti urlarmi contro ancora una volta e avermi lì solo per prendermi a schiaffi, ma ti trattieni e cerchi di non farmelo pesare come le altre volte.
E allora va bene a entrambi.
Ci va bene tenerci per noi i nostri pentimenti e nervosismi soppressi ed espressi troppe volte.

"Allora me lo dici?"
"Cosa?"
"La sesta canzone coreografata"
"Non la sai?"
"No"
"Ale o Michi non ti hanno detto nulla?"
"No.
Me lo dici qual è?"
"Cure me"

Un battito manca.
Il respiro si blocca.
Respira, Andre.
Respira.

"Vero"
"Dimmi"
"Poi me la insegni?"
"Che?"
"La coreografia"
"Poi ti faccio vedere le coreografie durante il concerto e te la insegno"
"Quindi mi mandi altri video?"
"No. Ti aspetto.
Aspetto che tu venga per farteli vedere.
Quando sarai qui te li mostrerò"

Sorrido.
Tu non mi vedi, ma sorrido, perché lo sappiamo entrambi che sotto si nasconde un invito, una richiesta, un bisogno.
La stessa necessità che ho io di sedermi sul divano di casa tua, con te accanto a me mentre mi mostri qualcosa dal tuo telefono.
La stessa necessità di infilare il mio volto nel tuo collo e inspirarne il tuo profumo.

"Domani sono a Roma"
"A fare che?"
"Devo trovare casa"
"Lì?"
"Si"
"Bene, no?"
"Si.
Ma ci sarà anche lei, con me"
"Ah"
"Volevo lo sapessi da me e non da una instagram stories"
"Sei tornato quello di prima?"
"Non sono mai stato un altro"

Silenzio

"Vero"
"Mh?"
"Di' qualcosa"
"Cosa dovrei dire?"
"Qualcosa"
"Non ho niente da dire"
"Sei sicura?"
"Si"
"Okay"
"Okay"

È un bene questo tuo silenzio?
È un male?
Perché non parli?
So che vorresti dire qualcosa, che qualche idea o pensiero ti frulla per la testa, ma preferisci tenerlo per te.
E allora restiamo in silenzio entrambi mentre mi prendo le tue parole non dette, quelle che ti restano tra quelle labbra serrate che vorrei prendermi, quelle parole represse.


"Giovedì farò lezione alla Planet"
"Purtroppo non potrò esserci"
"Ad una delle date di Elisa ci sarai almeno?
Sarai sugli spalti a sentirla cantare? O sarai lì, accanto a me a guardarla da in mezzo alla folla?"
"Non lo so"
"Va bene..."
"Sicura vada tutto bene?"
"Si.
Devo andare"
"Vero..."
"Dimmi che ci sarai da Elisa"
"Non posso promettertelo"
"Almeno dimmi che farai di tutto"
"Ci proverò, ti basta?"
"Mi basta.
Buonanotte"
"Buonanotte... Luce"

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