Prologo

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Il mio sguardo ricade sul mio ventre, per niente piatto; ci metto le mani sopra, e inizio a spingerlo in dentro, ma niente: la ciccia rimane lì, senza nessuna intenzione di abbandonarmi. Potrò mai essere magra? Potrò mai essere amata? Diciamocelo, in questo stato, non potrò mai vivere tutto ciò che desidero; ad esempio, desidero una grande storia d'amore, come quelle di cui si racconta nei libri, ma quando si è mai sentito di una protagonista grassa? Mai. Le protagoniste delle storie d'amore sono sempre perfette, e una storia d'amore perfetta la possono vivere solo persone perfette. 

- Oh, Amelia, lo sai che se spingi la pancia, non scompare? - 

- Amelia, ma sei ingrassata, ancora? Dio mio, mettiti a dieta, tesoro! - 

- Lasciatela in pace - concluse Landon, ovviamente, dandomi il colpo di grazia, - Con le grassone non vale neanche la pena parlare - 

Socchiudo gli occhi, notando, tuttavia, una smorfia sul viso di Landon e i suoi amici: un sorriso. Landon Wesley e i suoi amici perfetti, tutti membri della squadra di Baseball, si mettono a ridere, guardandomi, attirando l'attenzione di tutti i presenti nella mensa della scuola, sulla sottoscritta. Mi alzo in piedi, di scatto, e prendendo la mia roba, me ne vado via da lì, correndo in direzione del bagno. Cos'ha ho fatto di male? Sono grassa, ma loro che bisogno hanno di farmelo notare ogni singolo giorno? Non ci hanno mai pensato che io mi odio già abbastanza, per conto mio? Non faccio altro che mangiare e mangiare e, da quando tutto questo è iniziato ,mangio ancora di più, perché il cibo è quasi diventata una consolazione. Cambierò mai? 

Mi misi davanti allo specchio del bagno delle femmine, per fortuna, vuoto, e guardandomi allo specchio, mi misi le mani sui fianchi, sentendo il grasso del mio corpo sotto le mie mani. Basta. Basta. Basta. Non posso rovinarmi la vita, per le critiche di alcuni idiota. Chi sono loro per criticarmi? Loro non sanno niente. 

Scoppio a piangere, lasciandomi cadere, contro il muro, affianco al mio zaino. Tiro fuori, da quest'ultimo, il mio telefono, e componendo l'unico numero della mia rubrica che so a memoria, dopo il mio, lascio squillare, fino a ricevere una risposta. 

- Mamma - sospiro, cercando di trattenere le lacrime, - Aiutami - 


Il mio inferno personale.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora