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  -E quindi..- Daniela non ebbe il coraggio di parlare. Era sicura che Francesco l'avesse vista con Marco.
-Quello è il tuo nuovo ragazzo?-
-No.- rispose la ragazza con decisione.
-Oh bene. Ed io come posso crederti?- Francesco si avvicinò alla ragazza mantenendo sempre il coltello ben saldo.
-Devi credermi. Lui non è il mio ragazzo.-
Francesco, stufo, le si avvicinò. La spinse sul divano e le salì sopra con prepotenza. La mano non occupata dal coltello fu subito intorno al suo collo.
-Dimmi bimba, tu di chi sei?-
-Non sono la tua bimba! Non sono tua. Lasciami.- disse Daniela con il fiato che iniziava a diminuire.
-Tu. Sei. Mia.-
La ragazza cercò in tutti i modi di fare in modo che allentasse la presa intorno al collo ma scatenò l'effetto opposto. Francesco gettò il coltello per terra, con la mano libera salì lungo la gamba della ragazza fino ad arrivare al sedere.
-Questo non deve toccarlo nessuno.- la ragazza annuì debolmente.
Continuò a salire con le mani e con uno strattone stracciò la parte del vestito che copriva il seno. Quest'ultimo venne lasciato scoperto agli occhi di Francesco che si immobilizzò incantato.
-Sei sempre stata così bella.-
Francesco iniziò a baciarle il petto nudo e con l'altra mano strinse ancora il collo della ragazza. Lei restò inerme. Non poteva fare niente, non riusciva a respirare. Le lacrime scendevano impetuose dagli occhi color nocciola. Era impotente e per questo piangeva, era già stata violentata altre volte, ormai non combatteva più. Era proprio la sua condizione di impotenza che le provocava le lacrime. Il ragazzo iniziò a slacciarsi la cintura ed i pantaloni pronto per un'altra violenza.
Ad un tratto riuscì a respirare e sentire l'aria circolare nei suoi polmoni. Un forte tonfo le fece girare di scatto la testa. La figura di Marco sovrastava quella di Francesco disteso per terra con una mano alla gola.
-E quindi? Come ci si sente, pezzo di merda? – disse Marco con una voce nuova, profonda e roca.
-Ti senti braccato? Ti diverti a fare certe cose?-
Strinse più forte la mano intorno la gola e per un attimo Marco si sentì superiore e potente. Pensava che in poco tempo avrebbe potuto mettere termine alla vita di una persona che nemmeno meritava di respirare.
-Rispondi solo si o no.- disse nuovamente il cantante.
-Lascia in pace Daniela o te la vedrai con me e altri 5 più grossi di me, è chiaro? Non è uno scherzo ragazzo.-
-S-si.-
-Ed ora vai via e non tornare mai più.-
Marco lasciò la presa intorno al collo di Francesco il quale scappò via dalla porta senza guardare indietro.
Marco chiuse la porta e chiuse le tende della finestra nel salone e si voltò verso Daniela.
Era rannicchiata sul divano con le mani che le coprivano il seno esposto a causa dello strappo del vestito. Le guance rigate da lunghe strisce nere. Piangeva, alcune volte anche a singhiozzi. Marco le si avvicinò ma la ragazza si ritrasse in un angolo del divano spalancando ancora di più gli occhi.
Marco la osservò, così tenera e così fragile aveva sopportato tutto questo in silenzio e da sola. La stimava molto per questo ma doveva essere aiutata.
-Oh piccolina...-
Marco si sfilò la felpa blu notte che aveva indosso e rimase con la canottiera bianca. Si avvicinò ancora di più alla ragazza e le infilò la felpa dalla testa.
-Fa tu ora, non posso aiutarti in questo.-
Daniela scosse la testa e vide chiaramente il viso di Marco che la osservava ma subito dopo che voltava il viso e il corpo dal lato opposto per lasciarle la possibilità di vestirsi.
Daniela infilò velocemente la maglia e tossì per richiamare l'attenzione del ragazzo. Marco la guardò notando le lacrime e il viso macchiato ma questo non importò molto. Allargò le braccia e le fece cenno di tuffarcisi senza pensarci due volte.
-Ti rovinerei anche questa maglia..-
-Ma che me frega! Viè su!- le prese un braccio e la tirò verso il suo petto. Le aggiustò il vestito che lasciava scoperta la gamba e lasciava intravedere gli slip, poi la strinse forte a sé.
-Se non ti avessi lasciato sola ora non sarebbe successo nulla. Mi dispiace Dani.-
-No..-
-No?-
-No.-
-Fino a domani dovremmo di' de no?-
-No... Non è colpa tua. Ho lasciato la porta aperta. Non avrei dovuto. E non avrei dovuto nemmeno trattarti così. Non sono nessuno e lei è la tua ragazza. Dovevo esserti amica ma invece ero solo gelosa.-
La strinse ancora più forte lasciando che le accarezzasse la schiena.
-Invece me lo meritavo. Non ti ho detto dell'esistenza di Deborah. Mi dispiace.-
Daniela appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo lasciando che la cullasse. Pensò che non poteva avere nessuna speranza nel poter almeno piacergli e quindi decise di intraprendere la strada dell'amicizia. Era meglio così.
Marco la osservava, era molto tentato nel darle un bacio sulla fronte. Cosa avrebbe potuto mai fare un innocente bacio? Il ragazzo si avvicinò e le posò le labbra sulla fronte, cullandola ancora. Daniela si addormentò tra le braccia del ragazzo che la fece appoggiare sul divano. Andò in cucina e prese un bicchiere d'acqua.
Ad un tratto squillò il cellulare del cantante e dalla tanta insistenza capì essere Deborah.     



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