Capitolo 14: Las elecciones del corazón

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Ero seduta a guardare la pioggia che cadeva inesorabile fuori dalla finestra, dando all'ampio giardino sottostante un aspetto quasi spettrale. Speravo che da un momento all'altro quelle gocce diventassero delle piccole sfere bianche, dandomi quella sensazione di felicità che solo la neve ed il mare sapevano trasmettermi. Ero metà scandinava e metà spagnola, ghiaccio e fuoco, la mia personalità era marcata dalla nascita.

Sospirai, lasciando cadere la matita sul progetto aperto sul tavolo nell'ampio attico della casa di Cristiano, la casa che era diventata la mia da qualche tempo a questa parte.

Le cose erano cambiate negli ultimi tempi, scorrevano con una velocità a cui facevo fatica stare dietro, ma la vita è così, se non sei pronto a seguire la corrente, finirai per esserne travolto.

"Un penny per i tuoi pensieri" disse una voce alle mie spalle facendomi trasalire.

Cristiano era in piedi sulla porta e mi sorrideva con dolcezza. Osservai quel ragazzo alto e moro, il cui corpo muscoloso veniva contenuto con difficoltà dentro i jeans ed il maglione bianco, entrambi aderentissimi.

"Pensavo a quanto sono fortunata che tu sia il mio ragazzo" risposi. Ed in fondo non era una bugia.

Lui ridacchiò e si avvicinò, prendendomi il mento tra le dita: "Sei una pessima bugiarda" sorrise prima di darmi un bacio sul naso.

"Perché dovrei mentire?" mi accigliai "E' la verità!"

"Certo che lo è, ma non è quello a cui stavi pensando poco fa".

"Sempre modesto, eh?" lo presi in giro.

"No, no, non cercare di svicolare, Freija Fernández, io ti conosco. Spara!".

Sospirai e mi arresi, lasciandomi andare contro la sedia e guardando attraverso la finestra, cercando forse un aiuto dalla natura o da Dio, anche se io non credevo nel Dio cattolico.

"Pensavo a quanto velocemente sono cambiate le cose per tutti. Io ora praticamente vivo qui, Gonzalo e Ailén si fidanzano e Rocío.." sospirai.

"Che succede alla piccola Ro?"

Cristiano l'aveva soprannominata così: la piccola Ro. Non solo per la sua statura non particolarmente alta, ma per il suo modo di sembrare sembre una bambina nel suo mondo, una piccola fanciulla rinchiusa nel corpo di una donna adulta.

"Mi preoccupa la sua relazione" confessai.

"Con Iker?" chiese Cristiano sgranando gli occhi "Ma guarda che lui è uno dei ragazzi più seri che io abbia conosciuto, davvero! Non fa altro che stare attaccato al cellulare e dire Rocío di qui, Rocío di là, praticamente insopportabile".

Mi zittii. Come spiegargli che Iker ancora non aveva detto alla sua ragazza la cosa più importante e soprattutto come spiegargli che questo non solo era grave perché mantenevo segreti con la mia amica, ma li mantenevo insieme a Ramos.

"E' complicato" dissi cercando di ricompormi e di concentrarmi sul progetto di architettura che avrei presentato di lì a pochi giorni in uno degli esami finali.

"Spiegamelo allora" rispose lui sedendosi accanto a me.

"Non ho tempo adesso, devo finire questo coso o saranno guai".

Sentii una mano accarezzarmi i capelli e posizionare una ciocca dietro l'orecchio: "Non sei proprio brava con le bugie, fe, ma immagino che sia un segreto tra amiche, quindi per questa volta proverò a chiudere un occhio. Comunque credimi, lei è in buone mani" disse prima di stamparmi un veloce bacio sulla fronte e sparire giù per le scale.

Mi aveva chiamato fe: fata. Sentii il familiare senso di colpa farsi strada in me e la mano corse quasi istintivamente alla gamba, laddove la cicatrice di ciò che era successo quel giorno bruciava come un ardente peccato nella mia coscienza. I ricordi mi investirono...

AUTUMN IN MADRID || Ramos, Casillas, Higuain (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora