Il sole era tramontato da poco e la luna splendeva già alta nel cielo stellato. Quella notte non avrebbe piovuto come nei giorni precedenti, invece avrebbe fatto freddo come al solito.
Una domestica alimentò il fuoco nel camino con degli altri carboni e si preparò ad aiutare a svestire la padrona.
«Mia signora Historia, posso versarvi del tè nella tazzina?» chiese un'altra serva che reggeva un vassoio argentato.
«Si, ma bada bene a non gettare lo zucchero sui tappeti» rispose l'unica ragazza nella stanza vestita elegantemente.
Le tolsero il vestito rosa pallido e le fecero indossare una camicia da notte.
La ragazza si sedette su una comoda sedia posta davanti ad uno specchio e aspettò che le venisse servito il tè. La stessa serva che l'aveva aiutata a togliere i gioielli le slegò i capelli biondi raccolti in una complicata treccia.
Dopo aver concluso i preparativi per la notte, le domestiche si affrettarono ad uscire dalla camera da letto della loro signora.
La ragazza bionda si sedette sull'ampio materasso e prese un libro dal comodino. Tra le prime pagine trovò un foglietto piegato in due. Era il ritratto di una donna con i capelli corti e scuri, gli occhi piccoli e qualche lentiggine sulle guance. Historia accarezzó con l'indice quel volto disegnato e ripose il foglio nel libro. Dopo qualcuno bussò alla porta.
«Avanti» disse la ragazza dopo essersi coperta con uno scialle.
A quell'invito un uomo con la barba bianca fece ingresso nella camera.
«Padre!» lo salutò Historia.
«Mi concederesti qualche minuto?» chiese lui.
La ragazza annuí e gli fece spazio sul letto.
«Figlia mia, sono settimane che non mangi quasi niente, non esci da questo palazzo e non mi rivolgi la parola. Dimmi, ho fatto qualcosa che ti ha ferita?»
Historia scelse le parole con cura mentre si allisciava una ciocca di capelli.
«Hai mandato via Yimir» disse infine la ragazza trattenendo a stento le lacrime.
L'uomo con la barba bianca sospiró e aggiustó il mantello che cadeva dalle sue spalle.
«Ne abbiamo discusso altre volte. Molti dei nostri generali sono morti in guerra. Yimir è stata mandata a comandare le truppe per mancanza di altri uomini in grado di farlo. Il fatto che sia stata il capitano della tua scorta personale per diversi anni non significa niente. Come principessa e futura padrona di questa terra dovresti inziare a pensare piú al bene del popolo che al tuo!» sentenzió il vecchio.
Se fino a quel momento Historia aveva cercato di non piangere, a quelle parole scoppió in lacrime.
«Padre, lasciami sola, per favore» disse tra i singhiozzi.
«Ti ho lasciata sola fin troppe volte, figlia mia. È per questo che hai cercato la compagnia di Yimir. Cara Historia, devi dimenticarla. Forse neanche lei ritornerà piú.»
Historia pianse ancora piú forte, ma capí le intenzioni del padre. Lasció che egli le accarezzasse la testa e che le rimboccasse le coperte.
«Padre» lo chiamó lei prima che quello lasciasse la stanza. «Grazie» terminó subito dopo.Le stelle illuminavano il cielo che perdeva il suo colore scuro, diventando azzurro. Historia vedeva la figura di una ragazza con dei corti capelli scuri seduta per terra. La riconobbe all'istante e la chiamó.
«Yimir! Yimir!» gridava la ragazza bionda, ma l'altra sembrava non sentirla.
«Mia signora! Mia signora! Signora!» disse un'altra voce, ma non era quella che avrebbe voluto sentire.
Appena Historia aprí gli occhi vide una serva che la svegliava impazientemente.
«Mia signora, finalmente siete sveglia! Il capitano Yimir è qui!» sussurró quella donna.
Historia balzó giú dal letto quando le sue orecchie percepirono quel nome. Corse per tutto il castello con solo la veste da notte addosso e i capelli lunghi spettinati. Arrivó in cima alle scale che davano sulla sala d'ingresso. Alla vista del capitano della sua scorta inchinata ai piedi di suo padre, sorrise e chiamó il nome di Yimir che alzó lo sguardo e fece lo stesso.
La ragazza bionda sfrecció giù dalle scale ad una velocità spaventosa. In altre circostanze e in un vestito più ingombrante sarebbe sicuramente inciampata e rotolata fino alla fine della scalinata. Fortunatamente quella mattina indossava solo la camicia da notte. Gli altri generali che erano dietro Yimir si voltarono alla vista delle gambe magre e bianche di Historia e il re diventó rosso dall'imbarazzo.
La ragazza bruna non accennó ad alzare il ginocchio da terra anche quando Historia fu davanti ai suoi occhi.
«Mia Signora Historia, sono contenta di vedervi in ottima salute» disse Yimir chinando il volto. Pochi istanti dopo la sua guancia toccó il petto della bionda che aveva avvolto le braccia attorno alle spalle di Yimir.
«Non sono mai in ottima salute quando tu non sei con me» sussurró Historia lasciando cadere qualche lacrima sull'armatura in ferro della bruna.
Yimir allacció la vita dell'altra e la sollevó da terra. I piccoli piedi scalzi di Historia non toccavano il pavimento in quel modo, cosí portó le braccia su quelle di Yimir e la guardó negli occhi.
La ragazza con i capelli castani si slegó il mantello e lo posó sulle spalle della bionda per coprirla interamente.
«Non credi che sia poco decoroso per una signora come voi andare in giro con le gambe scoperte?» disse Yimir accarezzandole la guancia.
«Non ho tempo di vestirmi con abiti sfarzosi quando devo correre come una pazza in tutto il castello per cercare la donna che amo!»
Tutti rimasero più che stupiti quando Historia disse quelle parole: suo padre e gli altri cavalieri rimasero a bocca aperta e si lanciarono occhiate furtive; le domestiche esultarono. Yimir non guardó nessuno tranne Historia.
La mano del re colpì forte la guancia della bionda, lì dove poco prima le dita di Yimir si erano posate dolcemente.
Historia sarebbe caduta per terra se la bruna non l'avesse sorretta con le forti braccia.
«Padre!» gridó la ragazza incredula.
«Historia! Parleremo dopo delle orribili parole che hai pronunciato. Adesso voglio sapere come ha fatto un seplice capitano delle guardie a vincere una guerra che dura da dieci anni. Se vuoi seguirmi Yimir» disse il padre visibilmente adirato guidando i soldati nel salotto.
Il capitano Yimir lanció un ultimo sguardo ad Historia che era diventata tutto ad un tratto triste e stretta nell'enorme mantello, si sistemó la cintura che reggeva il fodero della spada e si diresse dove il conte l'asepettava.
Scusami, mia cara Historia. Torneró da te.
Ymir indirizzó questo pensiero alla ragazza bionda mentre si chiudeva la porta del salotto alle spalle.
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Scritto da Hoshimi.
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Lost souls (Attack on Titan one-shots)
FanfictionSerie di brevi racconti su tutte le ship dei personaggi di Attack on Titan.