Faticavo ad aprire gli occhi a causa del forte sole che comprometteva ogni mio tentativo. Poggiai le mani sul terreno con l'intento di sedermi tastando la base arenosa, sentivo il rumore delle onde infrante ed i versi di alcuni gabbiani. Una volta abituata alla luce riuscii ad aprire gli occhi confermando il fatto di trovarmi su una spiaggia dalla sabbia chiara, quasi bianca. Sentivo il peso delle mie daghe sulla cinta, ma non vi era traccia dell'arco. Sembrava che vi fosse stata un'unica corrente che aveva portato sulle rive di quest'isola tutto ciò che si trovava sulla nave e parte della stessa.
Tra i grossi pezzi dell'albero maestro incenerito si potevano notare numerosi corpi dei marinai inermi, pallidi e privi di alcun segno vitale. Sperai di non essere l'unica superstite sebbene non vidi traccia né di Alios né del capitano Delor. Sentii la mia testa pulsare e potevo sentire un evidente bernoccolo al tatto della mia fronte, inoltre il mio respiro era parzialmente soffocato a causa della mia gola asciutta e carica di sale. Come se non bastasse il cuoio della mia armatura era intriso d'acqua e mi costringeva in una morsa al petto, così la tolsi rimanendo con una veste dalla stoffa elastica aderente al corpo e di colore nero, che mi copriva fino ai polsi e alle caviglie. «Uhm..» il trambusto che feci togliendo i miei impedimenti e gettandoli a terra, sembrava aver svegliato qualcuno.
«Chi va la?» urlai, era fondamentale la collaborazione di qualcuno in questi momenti.
«Aiutatemi!» rispose una voce soffocata. Riuscii a capire da dove proveniva il flebile suono e mi diressi in quella direzione. Sotto un tronco fui contenta di trovare proprio Alios Keldrod con solo qualche pezzo dell'armatura che indossava, rimase più precisamente uno spallaccio, la cintura e parte del busto; il tutto sopra una veste bianca. Non mi sorpresi nel trovarlo vivo, tutti gli eroi hanno quella stilla vitale in più grazie alla quale possono sopravvivere a eventi che, per le persone comuni, sarebbero mortali. Provai ad alzare il tronco ma era troppo pesante per me così mi guardai attorno e presi tra i detriti due tronchi meno spessi ma d'ugual diametro e due assi piatte. Con questo sistema di leve, attuando una forza minima, feci rotolare il tronco lungo le assi, liberando l'umano.
«Grazie al cielo, se non fosse stato per voi sarei morto sotto quel tronco».
«Siamo pari allora» dissi ricordandogli di avermi salvata sulla nave.
«Dove ci troviamo?» mi chiese, dopo essersi alzato, zoppicante «Non ne ho la minima idea. A giudicare dalla vegetazione e dal clima, sembra un'isola tropicale..» risposi. Infatti la spiaggia terminava in una fitta vegetazione composta principalmente da cespugli di bacche e palme da cocco.
«È un bel guaio, potremmo rimanere qui per molto tempo» era intento a fasciarsi la caviglia con un brandello di stoffa ed una piccola lastra di legno, terminando con un'energica stretta attraverso un nodo.
«Sarà meglio esplorarla, anche se è molto piccola» dissi «in questi casi la collaborazione è fondamentale».
«Propongo di avviarci al lato opposto dell'isola» rispose nonostante il suo sguardo fosse rivolto ai cadaveri «magari dopo aver bruciato i corpi in una fossa comune?» aggiunse.
«Siete pazzo!?» m'infuriai «non libererò i corpi dai loro peccati» non erano morti per mano delle mie daghe quindi se bruciati verranno purificati dai loro errori terreni.
«Vorreste lasciarli»
«Se fossimo morti anche noi? Fate finta che è successo questo. Andremo alla parte opposta dell'isola passando per il centro, lì non dovrebbe arrivare il fetore dei cadaveri in putrefazione. Se avremo fortuna saranno ottime esche per avvoltoi ed altri animali necrofagi» mi imposi.
«No!» si oppose fermamente «Questi uomini hanno diritto ad un funerale! Li legheremo a delle assi di legno e li faremo portare via dalla corrente!» il tono della discussione cresceva ad ogni frase.
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Le cronache di Shanyra
Fantasy" I libri e le leggende raccontano di me come un'eroina, la salvezza del popolo, vedono in me un barlume di speranza nel buio, molti mi considerano una liberatrice. La gente mi chiama ormai da tempo "Shanyra, l'angelo della morte", sempre dalla part...