La mattina successiva avrei tanto voluto restare a letto fino a tardi. Ma la campana suonò tre volte alle sette e io mi trascinai fino al bagno. C'era già una fila lunghissima. Le docce erano sei, ma noi eravamo tantissime. Decisi che, la prossima volta, l'avrei fatta prima di andare a dormire.
Mi voltai verso la ragazza che era in fila dietro di me, una coreana molto carina. Aveva lunghi capelli scuri e un viso dolce, delicato. - Se arriviamo in ritardo a lezione passeremo guai? - le chiesi.
Lei mi sorrise. - Non preoccuparti. Persino gli ultimi della fila non arriveranno molto tardi. In ogni caso, finché non si esagera, non diranno niente. Sei nuova, vero? -
Io annuii ricambiando il sorriso. - io sono Tamara. -
-Io Suzy. Che ti è successo al viso? -
Mi portai una mano sulla bocca e mi resi conto che sembrava piuttosto gonfia. Ero talmente stanca quella mattina che non me ne ero resa conto.
- Sono caduta- risposi. Era una scusa banale, ma la prima che mi era venuta in mente. Poi mi voltai dall'altra parte e non parlammo più.
Cercai di lavarmi il più in fretta possibile, poi, quando mi resi conto di avere ancora un po' di tempo, andai in infermeria. Il signor Pius ce l'aveva mostrata il giorno prima durante il giro turistico e io ricordavo vagamente la sua ubicazione, al piano terra. Infatti non faticai a trovarla.
L'infermiera, la signora Every, era una donna di bassa statura dai capelli scuri ricci portati cortissimi. Mi sorrise cordiale e mi diede del ghiaccio da mettere sulla ferita, più una pomata da spalmare dopo mangiato e prima di andare a dormire. Evitai le sue domande sull'accaduto. Appena uscita, feci solo alcuni passi quando qualcuno mi afferrò per il braccio, trascinandomi in malo modo in corridoio.
Derek.
-Ehi, ma che ti prende? - sbottai.
-Elide mi ha detto che stamattina non ti ha vista per nulla. E io non riuscivo a trovarti da nessuna parte. -
-Ero in bagno, Derek! Per fare una doccia. Sai, quella cosa che si fa appena svegli o prima di andare a dormire, per non emettere odori sgradevoli dalla propria pelle. -
-Smettila con questo sarcasmo irritante. Cosa ci facevi in infermeria? -
-Be... - ammutolii, non sapendo cosa rispondere.
-Non preoccuparti, non necessito di spiegazioni. Non sono un'idiota. Ho visto il tuo viso quando sei uscita- si fermò e mi spinse davanti a sé per guardarmi dritta negli occhi, continuando a tenermi per il gomito - è vero che non dobbiamo attirare l'attenzione, ma non mi sembra che Caliba abbia detto di lasciarti picchiare. -
-Non mi sono lasciata picchiare- lo guardavo sorpresa, perché sembrava davvero furioso - non me l'aspettavo, davvero. In realtà stavo cercando di aggiustare le cose, ma non hanno reagito come avrei voluto. Cosa avrei dovuto fare, colpirla anch'io? -
-Bastava chiamare me. -
-Non essere ridicolo. -
-Sono la tua guardia del corpo. Non dimenticarlo. -
-Già, ma qui nessuno lo sa- ribattei esasperata.
-Credi che mi importi? Il tuo labbro è spaccato, questo significa che potresti avere perso un po' di sangue, ho ragione? E sai che poche gocce possono essere percepite da vampiri che si trovano a chilometri di distanza. -
Rimasi spiazzata. Non ci avevo proprio pensato. - Credi che qualche vampiro lo abbia sentito? -
-Non lo so. Dobbiamo sperare di no. -
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Pandora
Vampire[IN REVISIONE] Tamara Pandora Jeckyll è bella,popolare e intelligente, ma non è questo a renderla così speciale:è figlia di un vampiro e di un'umana. Un evento raro nella storia, poiché vampiri e umani possono avere solo figli maschi. La sua vita è...