1 ~ Persi nell'Oscurità

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-Beh, io lo sapevo che ci saremo persi di nuovo. Ed è solo, e soltanto, colpa tua!- urlava, con la sua voce squillante Hazel, mentre si appoggiava con il palmo della mano ad una grande e spigolosa roccia.
Il bosco dove si trovavano lei e suo fratello ne era pieno. Era interamente invaso dalle piante, come possenti alberi, strani fiori dal colore rosso, rampicanti spinosi e cespugli ricchi di bacche selvatiche.
Era tardo pomeriggio, ed era fin troppo nuvoloso, il cielo.
La ragazzina era voltata verso il ragazzo, e lo fissava con quello sguardo di sfida con cui intendeva dire:"Heh, hai visto, Lucas?".

-Non ci siamo persi: so perfettamente dove ci troviamo.- le rispose il biondo, avvicinandosi a lei e superandola. Sembrava davvero conoscere quel posto.
Sembrava.
Quegli alberi, quelle rocce sparse un po' ovunque: lui le conosceva, o forse voleva far credere così.
-Sentiamo, allora.- sbottò Hazel.

-Bosco. Questo è un bosco. E non ci vuole intelligenza, per capirlo! Il bosco Agrifoglio, no?- le disse Lucas con la spavalderia che tanto lo caratterizzava.

-So che è un bosco, e so anche che, comunque, hai appena inventato quel nome! Non prendermi in giro...- gli rispose lei, spazientita.

Hazel non voleva fare la parte della gemella guastafeste: si divertiva, con lui. Era solo che, se fosse calata la notte, sarebbero finiti nei guai. E Lucas era troppo irresponsabile per poterlo realizzare, facendola andare su tutte le furie.

-... ah. No! Cioè, penso che... Se anche io sapessi leggere, avrei letto il cartello all'ingresso del bosco.- ammise lui.

Nonostante i due tredicenni sapessero leggere perfettamente la musica ed interpretare qualsiasi spartito, non erano in grado di leggere l'alfabeto. Almeno, non del tutto: Hazel poteva sillabare un po' qualche parola, lentamente, per poi impararla a memoria. I loro genitori, due famosi musicisti del loro paesino, avevano insegnato loro tutto ciò che c'era da sapere sulla musica già in tenera età. Probabilmente gli avrebbero insegnato anche a leggere e scrivere, se solo non fossero morti.

-...potevi dirmelo.
Potevi dirmelo, Lucas! Sei uno sciocco, grr...-
-Ma tu sei così lenta a leggere. Tanto vale recuperare tempo camminando. E ti conviene farlo, se non vuoi restare qui da sola!- disse il ragazzo, girando intorno ad un maestoso albero.

La piccola non credette alle parole del ragazzino, ed era sicura che lui non l'avrebbe lasciata nel bel mezzo del bosco, andandosene via. Così ci scherzò un po' sù.
-Va bene, addio!- disse lei, con un accenno di nervosismo, ma con un sadico sorriso stampato sulle labbra. Lui si fermò all'istante ed indietreggio, sbuffando.
-Allora ti aspetto qui.-
-Si, ma tanto non vengo!- sbuffò la ragazza, sorridendo appena.
-... non ho mica voglia di caricarti in spalla!-
-Potrebbe anche essere l'unico modo per portarmi con te, quindi...- in men che non si dica, la bionda si trovo in braccio a suo fratello, che ogni tanto sbuffava e sospirava per la fatica.
"Lucas... è felice." pensava sua sorella.

Lei sentiva la sua felicità, la avvertiva dentro di sè. E infatti, il ragazzo era contento e un po' divertito: sembrava uno di quei giochi stupidi che si facevano da bambini, come acchiapparella.
L'aveva presa, e ora la portava via con sè.

Giunse la notte e i due trovarono riparo presso un capanno scuro, piazzato appena fuori dal bosco.
Solo le fiamme emanate dalla magia nera che sapevano sprigionare riuscirono a illuminare lievemente quell'oscurità invadente.
Il mattino seguente, i due fratelli, di buon ora, partirono da Brenn, paese confinante con la zona in cui erano finiti, per giungere alla pittoresca cittadina di Sohmel prima dell'imbrunire, dove, però, poterono solo trovarsi nel bel mezzo di un massacro di Sohmeliani, abitanti di una deliziosa città, da parte di banditi di Phole.

Sohmel era una meta di moltissimi viaggiatori: era una città pittoresta e variopinta, ricca di mercati forniti con la merce di varii paesi dei dintorni ma abitato da paesani con la puzza sotto il naso. Tutti si conoscevano, e i pettegolezzi non passavano mai inosservati. Anche la notizia dei gemelli ricercati si era diffusa parecchio in fretta, ma nessuno li avrebbe mai riconosciuti.
Phole, chiamata "isola nera", era un pezzo di terra in mezzo ad un lago, raggiungibile dagli abitanti tramite barca. Si trovava in zona, ma nessuno osava avvicinarsi.
Perchè solo dagli abitanti? Beh, chi vorrebbe mai finire in un paese abitato solo da ladri, furfanti ed assassini, che essi siano poveri mendicanti, imprenditori, o artisti di strada?
Oltre che rubare all'interno della città, l'esercito di questa si muoveva nelle zone intorno, per attaccare e saccheggiare tutti i villaggi che riuscivano a trovare.
I soldati di Sohmel stavano perdendo miserabilmente, distrutti dalle armi pesanti come le asce e le daghe di quei selvaggi. Non sarebbero giunti sicuramente a Goddwath, città più importante della regione e con cui la loro patria era in conflitto da parecchi anni.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 04, 2017 ⏰

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