Capitolo 19.

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UN GIORNO COME UN ALTRO

T/N's Pov

<<Forza pappemolli! Smettetela di poltrire! Solo altri cinquanta addominali!>> ci incoraggiò Tess, sdraiata al nostro fianco, con le mani alla nuca, a sollevare il busto.
Io non avevo problemi a sostenere i suoi ritmi di allenamento. Avevamo fatto già cento addominali, ma l'unico stanco era Dante.
<<Tess non ce la faccio più!>> supplicò, con una voce capace di far spezzare o sciogliere anche i cuori di ghiaccio.
<<Un, due! Un, Due!>> continuò imperterrita Tess, che, a quanto pareva un cuore non l'aveva, scandendo il ritmo.
Io la seguii leggermente affaticata, ma consapevole di potercela fare.
Dante invece si arrese, annaspando e abbandonandosi supino.
<<Dante vedi di scattare o ti faccio fare altri giri di corsa>> minacciò Tess, continuando a contrarre Il ventre.
Il ragazzo rosso, malvolentieri, riprese l'esercizio, terminando con un minuto di ritardo.
Tess si alzò, pelle imperlata di sudore, come la mia del resto, e si inginocchiò davanti a Dante, con gli occhi seri.
Il ragazzo deglutìi.
Ora lo sgrida .... povero Dante ...
Invece Tess gli mise una mano sulla spalla, osservandolo preoccupata.
<<Dante devi impegnarti. Lo sai bene...>> iniziò la donna, con voce apprensiva.
Io li osservai fronteggiarsi con lo sguardo, mentre Dean,
dietro di me, intento in una zuffa affettuosa con Sean, non si interessava alla faccenda.
Lo sguardo azzurro del diciannovenne era incerto, preoccupato... quello della Caposquadra serio, deciso, calmo.
<<Tess... sai che con la gamba... l'incidente..>>
<<So che sei stato convalescente per un mese, Dante. Ti ho assistito io... ma ora devi riprendere la forma fisica ottimale. I giganti non si risparmiano e neanche noi dovremmo, se vogliamo avere qualche speranza di vittoria. Dobbiamo mettere tutto di noi stessi ... e ritornerai a farlo anche tu.>> lo riprese, ma con tono dolce, quasi materno.
Un tono che non avrei mai sospettato in lei.
Dante abbassò gli occhi afflitto da mille dubbi: <<Non so se riesco....>>
Tess dischiuse le labbra in un sorriso intenerito, scompigliando con un gesto i capelli scarlatti del giovane: <<Ci riuscirai ragazzo!>>
Si sollevò, aiutando Dante a rialzarsi.
<<Si, Caposquadra!>> esclamò Dante, nuovamente allegro.
Sorrisi a vederlo gioire.
Nel modo di essere del rosso vi era un che di innocente, rimasto cristallizzato nel suo corpo in continua crescita.
La sue iridi azzurre non erano mari in tempesta, ma laghi cristallini, in cui era facile scorgere le profondità della sua anima.
Rivolgeva sorrisi a chiunque, cercando di rendersi utile come meglio poteva.
Sebbene avesse più volte varcato il confine della mura esterne e visto morire tanti compagni, la sua anima non era stata intaccata.
È  un ragazzo così coccoloso....
No, un attimo.... ''coccoloso''!? Devo stare male di certo.
Lui si accorse che lo guardavo e mi sorrise.
Si....è coccoloso...
Tess alzò gli occhi al cielo, sbuffando seccata nella direzione di Dean e Sean, ancora a spintonarsi.
<<Ne avete per molto?>> richiamò la loro attenzione il Caposquadra Ross, picchiettando con l'indice le braccia incrociate al petto.
Dean si fermò di scatto, Sean invece si concesse un ghigno arrogante: <<Tess, non ci fai mai divertire...>>
Tess alzò un sopracciglio e ghignò....
Il suo ghigno mi fa paura....
<<Oh... volete divertirvi? Ma a questo ci avevo già  pensato.... Sean e Dean, volevo solo farvi visionare i dispositivi di manovra tridimensionale, ma visto che vi annoiate, che non vi divertite. ... beh... catalogherete tutti i rapporti riguardanti la nostra squadra>> sorrise schietta, ignorando le  lamentele dei due.
Poi osservò me e Dante:<<Voi farete l'invetario del magazzino della Legione. Questa volta tocca a noi>>
<<Sarà fatto Caposquadra!>> affermò Dante risoluto.
Io annuii iniziando il percorso verso il magazzino.
Il rosso mi affiancò presto.
<<Quindi che dobbiamo fare?>> gli chiesi.
<<Contare i vari pezzi in magazzino, riportarli sul foglio. Poi Tess confronterà i dati, vedrà se qualcosa è stato rubato o meno,  è vedrà cosa manca da ordinare... scriverà un rapporto e lo consegnerà al Comandante.>>
<<Ah... sono felice di non essere la Caposquadra>> commentai prendendo un blocco e una matita.
Dante aprì il magazzino.
Era immenso.... pieno di oggetti e casse.... così polveroso che se Levi lo avesse visto non so cosa avrebbe detto e fatto.
Meglio non saperlo ...
<<Cominciamo?>> esclamò entusiasta il ragazzo.
Lo osservai come se fosse pazzo.
<<Come fai a essere così entusiasta!?>> feci cercando di capire come potesse essere tanto allegro.
<<Perché nonostante la mole di lavoro, non è  molto difficile. E in più posso conoscerti meglio>> mi strizzò l'occhio.
Okay.... beh in effetti ha ragione...
Qualsiasi altra ragazza, credo, avrebbe dato l'anima per passare un giorno a lavorare con quel bellissimo diciannovenne dalla chioma infuocata, però.... io non ero una ''qualsiasi altra ragazza''.
Anche se devo ammettere che Dante meritava. Non era bello solo fuori,ma anche dentro.
<<Allora T/N..... scrivi.... sei sacchi di..>> aprì una cassa <<uhm... farina...>>
Scrissi, seguendolo mentre si districava in quel labirinto di casse impilate e muri di botti.
Ogni tanto chiedeva se avessi bisogno di aiuto, che declinavo sempre ridacchiando.
E nel frattempo parlavamo e stringevamo amicizia.
<<Quindi in pratica tu da bambina, correvi a molestare tutte le guardie di gendarmeria che sorvegliavano il  vostro Palazzo?>> rise Dante, annotando qualcosa.
<<Esatto>> sogghignai.
<<Pensavo che riempire di acqua e farina la gente fosse una prerogativa dei ragazzi... a quanto pare mi sbagliavo>> continuò  a ridere.
<<Se lo meritavano>> misi  uno strano broncio.
Lui mi osservò divertito e alzò le mani in segno di resa:<<Meglio non chiedere del perché se lo ''meritavano''>>
Ridacchiai: <<Hai ragione a non volerlo sapere>>
<<Io ho sempre, da tradurre in ''quasi mai'', ragione.  ....Quindi.... sale  ...>> scrisse qualcosa, con me che fissavo le sue spalle.
Mi mordicchiai il labbro indecisa, poi mi convinsi: <<Dante ....? >>
<<Mh ...?>> senza voltarsi, dandomi la schiena.
<<Che incidente hai avuto?>> chiesi.
Lui si voltò guardandomi in viso, coi suoi specchi azzurri.
<<Un incidente in missione....>>
<<Vuoi parlarmene?>>
Sospirò e si sedette su un sacco di iuta.
<<Beh... mi farebbe bene. Poi stimo troppo Tess per confidarmi in completa sincerità con lei.... ho paura di deluderla.>>
<<Allora su, ti ascolto>> mi adagiai accanto a lui.
<<Eravamo in missione. Un gigante mi è spuntato davanti all'improvviso tra le case, la bocca spalancata. Il mio cavallo si è  bloccato di scatto. Sono ruzzolato in avanti. Ho attivato il 3DMG appena in tempo. Ho evitato il morso del gigante per pura fortuna. Però  una sua manata mi ha preso di striscio. Sono caduto a terra e nell'atterreggio mi sono spezzato la gamba.  Se non fosse intervenuto Sean ... sarei stato divorato>> gli tremò la voce.
<<Sei vivo. È  quel che conta...>>
<<Si...ma ora ho paura.... Non voglio andare in spedizione! Non mi sento ancora pronto. Ma non voglio che Tess lo sappia!>>
<<Tu ammiri davvero molto Tess...>>
<<Certo! Lei mi è  sempre stata vicino, da quando sono entrato alla Legione. È  stata lei a comunicarmi la morte di mia sorella....e quando sono entrato nel Corpo di Ricerca mi ha voluto a tutti i costi con lei.. è una guida per me... un punto di riferimento.>> mi confessò.
<<Capisco...>>
<<Il fatto è che temo anche per la mia famiglia. Se io dovessi morire.... chi si occuperebbe dei miei fratellini? Mia madre è  malata... mio padre è morto anni fa. Vivono grazie al mio stipendio...>>
<<Tranquillo Dante. Non ti accadrà nulla.>> sorrisi incoraggiante, poggiandogli una mano sulla spalla.
Mi sorrise:<<Lo spero per te... oppure ti verrò in sogno ogni notte...>>
Risi interrompendolo: <<Non fraintendermi, ma non sarebbe male>>
Lui sorrise furbo riprendendo la frase, lasciata a meta: <<.... a farti fare l'inventario!>>
<<Per carità! No!>> ridacchiai, rimettendomi al lavoro.

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