trama di | katakuchan
27/settembre/2017
tsukkiyama,«Tsukki...» disse con voce assonnata Tadashi mentre si stropicciava un occhio ed entrava nella piccola cucina. Il biondo era seduto al tavolo, con una tazza di caffè tra una mano e un libro nell'altra. «Ieri sera sei tornato tardi, dove sei stato?» domandò.
Tsukishima alzò le spalle. «Sono rientrato tardi?» domandò con il suo solito tono di voce neutro quando si parlava di queste cose.
Yamaguchi sospirò. «Sei tornato all'una e ventisei.» disse «Ci hai messo un po' ad aprire la porta, poi l'hai richiusa lentamente per non farti sentire. Ti sei levato le scarpe e dopo due secondi hai posato le chiavi sul mobile all'ingresso.» continuò, mentre nel frattempo si versava del caffè in una tazza «Poi sei andato in bagno, sei rimasto lì dentro per dieci minuti. Ti sei spogliato e ti sei messo a letto.»
Kei rimase qualche istante a guardarlo, con gli occhi privi di significato. Il suo volto sembrava davvero dire che non aveva idea di quello che l'altro stesse dicendo. «Io... Non ricordo nulla...» rispose con la voce bassa.
Tadashi sospirò. Era così ogni, santa volta. Non ce n'era stata una in cui gli avesse risposto. Abbassò lo sguardo sulla tazza. «Sta peggiorando.»
«Di che parli?» domandò Tsukishima.
«Della tua memoria. Continui a dimenticare sempre di più. Prima non era così tanto.» rispose, prendendo un primo lungo sorso della bibita, lasciando che il calore della bevanda gli riscaldasse la gola.
Il biondo chiuse il libro, alzandosi dal tavolo e avvicinandosi a Yamaguchi. «Probabilmente ero così stanto che non ho ricordi. Perché arrivare a pensare che io stia dimenticando così tanto.» gli fece un sorriso, di quelli dolci, di quelli che era capace di rivolgere solo a Yamaguchi. Con una mano spostò i capelli dalla sua fronte, e poi gli lasciò un bacio lì sulla pelle.
Tadashi sentí dentro di sè il forte dispiacere di quello che stava succedendo all'altro. Giorno dopo giorno, chiedendogli delle cose, l'altro puntualmente non se le ricordava. E la cosa più dolorosa era quell'ipertimesia, che gli permetteva di ricordare qualsiasi cosa, anche un piccolo dettaglio, con velocità di tutta la sua vita a partire dai suoi undici anni.
Avrebbe davvero voluto sorvolare sul fatto che Tsukishima stesse perdendo sempre di più la sua capacità di ricordare, desiderava con tutto sé stesso di allontanare quel pensiero dalla propria mente, ma questo era impossibile.
Ogni volta che lo vedeva, che si addormentava tra le sue braccia, pregava affinché non finisse per dimenticarsi anche di lui, di quello che c'era stato e c'era tutt'ora tra di loro.
Sarebbe stato troppo difficile accettarlo.
Lui ricordava qualsiasi cosa, ricordava il tono di voce che aveva usato Tsukishima la prima volta che si erano incontrati, cosa indossava quando si è dichiarato, le parole che ha pronunciato prima di baciarlo. Ricorda ogni singolo secondo della loro prima volta, ogni ristorante in cui sono stati, ogni pomeriggio fuori sdraiati sull'erba di un parco.
Accidenti, sto di nuovo piangendo. Si sbrigó ad afferrare un fazzoletto per ripulirsi. Era impossibile per lui non rattristardi all'idea che probabilmente metà delle cose che lui conosceva probabilmente Kei non me aveva minimamente il ricordo.
Posó la tazza nel lavandino, sedendosi su una sedia del tavolino e coprendosi il volto. Era difficile, era fottutamente difficile accettarlo. Avrebbe voluto aiutarlo, donargli metà della propria memoria per farlo stare finalmente bene. Ma non aveva nessun modo di aiutarlo.
Durante quella settimana Tadashi non riuscí proprio a stare tranquillo, non ci riusciva più da mesi a dire il vero, ma dopo quella mattina era diventato ancora più difficile.
«Ehi, Yamaguchi» disse una mattina Tsukki, mentre osservava l'altro seduto vicino alla finestra, mentre le goccie di pioggia colpivano il vetro. «Ti va di fare qualcosa?»
Il ragazzo con le lentiggini scosse la testa. Non riusciva proprio a trovare la forza di alzarsi da lì. Si stava quasi rifiutando di creare nuovi ricordi insieme all'altro.
«Yamaguchi...» lo richiamó ancora l'altro. «Si può sapere perché non mi parli?»
Ancora una volta ricevette silenzio. L'altro si strinse ancora di più a sé stesso, in quella posizione scomoda sulla sedia, avvolto da una coperta calda.
Tsukishima sentí un brivido di rabbia passargli addosso, mentre con grandi passi raggiungeva il luogo dove l'altro era seduto. «Allora, Yamaguchi?» alzò la voce questa volta, per farsi sentire bene.
Quando l'altro non rispose ancora, preso dalla rabbia superò la sedia, per poi tirarlo in piedi quasi con la forza. La coperta ricadde a terra, mentre Yamaguchi cercava con forza di liberarsi dalla presa del biondo. «Insomma, Tsukki, lasciami stare. Per favore...» lo imploró, mentre l'altezza dell'altro lo costringeva a stare in punta di piedi.
«Solo se mi dici perché diavolo hai smesso di parlarmi.» rispose Kei, allentando un po' la presa sull'altro ragazzo.
Gli occhi di Yamaguchi si riempirono di lacrime, «Che senso ha parlarti se poi tanto ti dimenticherai tutto?» disse con la voce spezzata, abbassando lo sguardo sul pavimento di legno. «Perché continuare a soffrire in questo modo? Perché sono sempre io quello che deve stare peggio? Perché anche io non posso dimenticare tutto come fai te?» continuò con rabbia.
Gli occhi di Tsukishima esprimevano tutto il suo stupore nel sentire quelle parole. «Di che stai parlando? Dimenticare? Andiamo, è un periodo stressante, è solo quello.»
«Non è solo un periodo!» alzò la voce Tadashi «Ti ricordi che mese fosse quando ci siamo messi insieme e quanto tempo fa è stato? Ti ricordi qualcosa della nostra prima volta? Ti ricordi anche che è successa questa identica cosa di adesso tre giorni fa?»
Le mani di Kei ricaddero lungo i suoi fianchi, mentre faceva un passo indietro. «Io... Io non ho problemi di memoria, non so di che parli.»
Tadashi gli rivolse un'occhiataccia «Ah no? E questa situazione come la chiami?» si sentiva il volto in fiamme, avrebbe preferito essere ovunque tranne che lì. «Io... Io non potrò mai dimenticare un momento passato con te neanche sforzandomici quanto posso. Mentre tu... Tu andrai avanti senza problemi. Ci sarà un giorno in cui io non esisteró più.»
Chiuse gli occhi, coprendosi il volto che si stava riempiendo di lacrime. Non riusciva a smettere di singhiozzare, e poco dopo le braccia di Tsukishima si strinsero intorno a lui. «Perdonami, Yamaguchi.» gli disse piano, passandogli una mano fra i capelli. «Io... Mi impegnerò, lo farò per te. Per non farti stare più così. Io... ti crederò se mi dici che ho un problema di memoria. Mi farò curare, troverò un modo.»
Strinse il magro corpo dell'altro contro di sé, mentre lo sentiva piangere sul proprio petto. «Farò dei quaderni in cui scriverò qualsiasi cosa, così da non scordarmi niente.» posó una mano sulla guancia dell'altro, guardandolo negli occhi «Ora, ti prego, smetti di piangere. Sei bellissimo, quelle lacrime non ti donano Tadashi.»
L'altro gli fece un piccolo sorriso. «Grazie Tsukki.» gli rispose guardandolo nel buio della stanza.
«Ti amo, Yamaguchi.» fece l'altro, per poi posare le proprie labbra su quelle dell'altro.
//s p a z i o a u t r i c e:
okay okay inizialmente doveva essere diversa ma io non so scrivere i comic quindi oc niente spero che sia decente lol.
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hearts of paper ✓
Short Storyuna raccolta di one shot sulle mie coppie preferite di 'haikyuu!!' " mi sono sempre chiesto, il giorno in cui mi sarei svegliato senza te al mio fianco, chi avrebbe raccolto le mie lacrime? " |♡| sono presenti: daisuga, iwaoi, bokuaka, tsuk...