Era un giorno come tanti, mi dovevo alzare verso le 6.00, ma chi ne aveva voglia?
Così rimandai la sveglia con la speranza che non avessi fatto tardi anche questa mattina.
Poco dopo, o così mi sembrava, aprii gli occhi. Non poteva essere, non ancora. L'orologio segnava le 8.00. Un'altra volta sarei dovuta entrare in seconda ora, speravo solo che non dovessi andare a fare un'altra visita dal preside. Alzai gli occhi al cielo e mi misi in piedi, pensando che l'unico lato positivo è che potessi prepararmi con calma. Afferrai il cellulare e scrissi un messaggio sul gruppo che avevo con le mie amiche.Di nuovo in ritardo,non potevo smentirmi! 😉
Lanciai il cellulare sul letto, poi decisi i vestiti da mettere, e mi vestii. Corsi davanti alla specchio per vedere in che condizioni stessi. Come al solito, pietose. Avevo i capelli arruffati in una stupida cipolla, la solita che mi facevo per stare in casa e che mi scordavo ogni volta di sciogliere prima di addormentarmi davanti al cellulare. Mi sistemai, per quanto possibile, e misi il mio solito filo di mascara. Odiavo truccarmi troppo. Mi guardai il polso. Erano le 8.35. Forse era meglio andare, a meno che io non volessi arrivare in un ulteriore ritardo. Presi lo zaino vicino alla porta, rigorosamente preparato il giorno prima, non si sa per quale motivo o per quale strana buona volontà io avessi avuto in quel momento, e mi diressi giù per le scale.
<<Ciao mamma io vado>> gli schioccai un bacio sulla guancia.
<< Samantha vieni subito qua.>>Ahia
<< Si? >>
<< Sei di nuovo in ritardo? >>
<< N-n-no, mancava in prima ora il professore e quindi entriamo alle nove>> inventai.
<< Mh.. Ok, spero non sia una balla >>
<< No no, ma ti pare? Ora... Ora vado che se no entrerò in ritardo >> mi incamminai verso la porta.
<< Ciao tesoro, buona giornata >> urlò dalla cucina.Prima sgridata della giornata passata, brava Sam!
Passai davanti alla fermata dell'autobus. Non prendevo mai il bus poiché avevo la scuola a 5 minuti da scuola, ma quel giorno feci un eccezione. Ero stanchissima e avevo le gambe a pezzi, gli allenamenti in palestra del giorno prima mi avevano distrutto. Così mi misi seduta, avvolta nel freddo della mia Londra, e aspettai l'autobus. Per ammazzare il tempo dell'attesa, aprii la tasca davanti del mio zaino per cercare le mie cuffiette, che come al solito, mi facevano compagnia nel viaggio di andata e di ritorno. Oggi però, non sarebbe stato esattamente cosi... Le cuffiette non c'erano, ma non mi ricordavo dove le avessi lasciate realmente. Alzai gli occhi al cielo imprecando quando arrivò l'autobus. Entrai e mi guardai intorno in cerca di un posto, ma non lo vidi, cosi salii le scale sperando di scovare un posto libero nel secondo piano. Ne vidi uno alla fine del bus e mi ci fiondai. Vidi il ragazzo a fianco a me ridere sotto i baffi, ma lo ignorai per evitare di peggiorare il mio umore. Evidentemente però notò che mi aveva infastidito quel suo gesto, sicuramente a causa di una smorfia che avevo fatto involontariamente, poiché si girò verso di me e mi iniziò a fissare. Questa cosa mi diede molto più fastidio della precedente, cosi mi alzai nervosamente, e proprio mentre stavo per fare un passo verso le scale, l'autista frenò di scatto e mi ritrovai a terra in pochi secondi.
Bella figura Sam, si si.
Alzai gli occhi al cielo sia per la mia ennesima figuraccia, sia per la mia coscienza, che non tardava mai a ricordarmi quanto io fossi sbadata.
<< Tutto apposto? >> sentii da dietro.
Mi girai e vidi un'anziana signora porgermi una mano, e dietro a lei il ragazzo continuava a ridere.
<< Si grazie >> dissi imbarazzata.
Mi rialzai da terra e ringraziai la signora, poi scesi le scale e vidi le porte chiudersi proprio di fronte la mia fermata. Corsi verso le porte e mi affacciai nel gabbiotto dell'autista.
<< Mi scusi, sono proprio sbadata, questa era la mia fermata può riaprire velocemente le porte? >> chiesi. L'autista mi sorrise e aprii gentilmente le porte. Lo ringraziai e scesi di corsa dall'autobus mentre guardavo l'orologio. Erano le 08.50. Era il momento di correre. Iniziai a fare lo slalom tra le persone, accelerando sempre di più il passo, mentre nel mio portafoglio cercavo il libretto della scuola per far firmare il ritardo. Devo dire che di solito faccio molte figuracce, ma mai cosi ravvicinate, e questo lo potei appurare nel momento in cui mi andai a scontrare con qualcuno.
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Friends
RomanceSamantha Harles è la tipica ragazza di città. Ama la sua quotidianità e le sue abitudini, che riesce a mantenere tali anche grazie alla stabilità del rapporto con amici e familiari. Un giorno però le cose si complicheranno, quando arriverà suo cugin...