Chapter 1 - Flashback

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Ambra Walker l'ho conosciuta grazie ad Harry al primo anno di liceo, lei stava nella classe di fronte la nostra.
Un giorno camminando nel corridoio il mio amico mi fece notare una ragazza che stava sporcando la sedia dell'insegnante di inchiostro. Quando si accorse di noi non sapeva se esserne spaventata o ridere. Indovinate un po' come andò a finire.
E così siamo diventati tre, il bello e riccio dagli occhi verdi di cui tutte sono innamorate, il misterioso e oscuro dagli occhi ambrati di cui poco si sa ma tutti ne parlano e la ragazza bellissima ed intelligente dagli occhi azzurri che ben poca speranza dava ai ragazzi che le ronzavano intorno.
Ambra era la classica figlia di papà, le bastava portare buoni voti da scuola per ottenere tutto ciò che voleva, era molto furba, infatti, era l'unica che non creava problemi in famiglia.
Suo padre non era molto contento della sua amicizia con me ed Harry, credeva che potessimo portarla sulla cattiva strada, senza sapere che in realtà eravamo già tutti e tre sulla cattiva strada.
Non dimenticherò mai le infinite serate a bere e fumare, ridere e scherzare.
Ma soprattutto non dimenticherò mai la sera in cui Ambra mi baciò per la prima volta, io ed Harry entrati in pubertà abbiamo sempre fantasticato su di lei, su chi dei due sarebbe stato il fortunato e così una sera scherzando e da ubriachi ci siamo fatti avanti e lei, lei scelse me.
Io ancora non lo sapevo ma lei sarebbe stata la prima ragazza per cui avrei provato il vero amore e l'unica con cui sarei andato a letto.
Pensavo che la mia vita fosse perfetta, io, Ambra e il mio migliore amico così per sempre, eppure noi non eravamo destinati. La vita per noi aveva in serbo tutt'altra storia.
Tutto cominciò ad andare a rotoli l'ultimo giorno di scuola di quattro anni fa.

Giugno
È l'ultimo giorno di scuola io ed Ambra stiamo aspettando che vengano appesi i quadri per confermare o meno la nostra promozione all'ultimo anno, o almeno quella mia e di Harry dato che la bella ragazza qui al mio fianco già lo sa.
Harry non c'è, ha già raggiunto suo padre in Italia per le vacanze estive, quest'anno purtroppo il giudice ha deciso così. Lo rivedremo direttamente a settembre.
<< Quest'anno boccio sicuro, sono finito fin troppe volte dal preside>> esordisco alla mia ragazza seduta difronte a me mentre finisco di fumare la mia sigaretta.
<<Vi salverete come fate ogni anno>> mi sorride lei, ma nei suoi occhi c'è un velo di tristezza. Sembra che qualcosa la inquieti. Forse non vuole farmi agitare più del dovuto ma la pensa come me.
Lancio la cicca di sigaretta lontano, quando la mia attenzione viene attirata da due uomini che cominciano ad appendere i fogli sulla bacheca.
Porgo la mano ad Ambra invitandola ad alzarsi e ci avviciniamo, non vogliamo perdere altro tempo, vogliamo sapere il responso e uscire immediatamente da questa scuola per cominciare la nostra estate.
Aspetto che i due uomini si allontanino per cercare subito il foglio con la mia classe, lo trovo e comincio a scorrere dall'alto verso il basso il dito sull'elenco di nomi.
Malik... AMMESSO, il mio cuore perde un battito, ce l'ho fatta anche quest'anno. Ambra aveva ragione.
Ma ora devo sapere di Harry, anche lui aspetta il responso, continuo a scorrere.
Styles... AMMESSO.
Faccio un balzo per aria, abbiamo superato anche questa io e quell'idiota, abbraccio Ambra così forte che quasi cadiamo. Le non aveva dubbi sulla sua promozione, era in ansia solo per noi due. La prendo per mano e comincio a correre fino a raggiungere l'uscita della scuola.
<<Sì, tre mesi di libertà>> urlo e bacio la mia ragazza pieno di felicità. Ma lei non esulta e me ne accorgo solo ora. Il suo sorriso è spezzato da una lacrima che le sta rigando il viso.
<<che succede piccola, sei stata bocciata?>> Mi fermo, la guardo attentamente e le chiedo mentre le asciugo il volto.
<<Zayn devo dirti una cosa>> la sua voce è rotta, non sto capendo.
<<Vieni, sediamoci qui>> la invito a sedersi su una panchina che si trova davanti al marciapiede della scuola.
<<Che succede piccola?>> le chiedo guardandola dritta negli occhi e tenendole strette le mani.
<<Zayn io non so come dirtelo, io... io sono incinta>> dice tutto sussurrando come se avesse paura a pronunciare quella frase. Il suo sguardo passa da fisso sui miei occhi alle nostre mani intrecciate. Come se in qualche modo si vergognasse della frase appena detta.
Impiego qualche secondo a capire cosa abbia appena detto.
<<Che stai dicendo, noi .... noi siamo sempre stati attenti>> continuo a non capire, non riesco a razionalizzare.
Eppure, il mio cuore sta cominciando a battere così forte che l'aria quasi mi sta per mancare.
<<lo so che siamo sempre attenti, ma io non ho il ciclo da due mesi. Mi sono detta sarà lo stress da ultimi giorni di scuola, tra interrogazioni e compiti vari. Ma una volta finito tutto ciò il ciclo non è arrivato. Ho avuto un dubbio e ho fatto il test ed è ...>> scoppia a piangere.
La stringo forte fra le mie braccia. Io non so cosa dire, sento di doverla consolare, ma non so cosa dire.
Abbiamo solo diciassette anni, non è il momento di avere un figlio. Non è il momento di diventare... padre. È strano dire questa parola, è strano affiancarla a me.
<<Cosa si fa adesso?>> sono le uniche parole che escono dalla mia bocca. Sto razionalizzando e mi rendo conto di dover trovare una soluzione. Lei smette di singhiozzare, mi fissa negli occhi come se volesse che la soluzione uscisse dalla mia bocca.
Ma io non so darla. Mi sembra di star affrontando un compito di scuola per cui non ho mai aperto libro. Non so le risposte. Non c'è via di fuga. Non si può copiare.
<<dovremmo dirlo ai nostri genitori ... dovremo affrontare mio padre>> ricomincia a piangere fra le mie braccia.
Già dovremo affrontare i nostri genitori, abbiamo solo diciassette anni. Non abbiamo un lavoro, non abbiamo i soldi, non abbiamo competenze.
<<Insieme, affronteremo tutto insieme>> è l'unica cosa che riesco a dire mentre le accarezzo la schiena.
Come avrebbero potuto i suoi e i miei accettare una cosa così? Ci avrebbero sicuramente lasciati morire per strada. O ci avrebbero ucciso direttamente con le loro mani.

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