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Lascio la libreria prima del solito, per immettermi in una Milano umida e nuvolosa. Devo correre a preparare la valigia, ho il treno tra due sole ore e devo sbrigarmi. L'avvocato mi chiama da una settimana, e negli ultimi giorni mi ha inviato anche qualche messaggio minatorio, dove mi obbligava ad andare entro sabato, domani. Forse se Maria non si fosse messa in mezzo a tutta questa storia lo avrei ignorato lo stesso, o forse no, chi può saperlo.
È da quando ho ereditato la casa di mia nonna a Capri che questo avvocato non fa altro che tampinarmi. Vuole che io vada lì per firmare un documento che ne attesti la proprietà, e un'altro per venderla il prima possibile. Non voglio tornarci mai più lì, e pure lo sto facendo. Non ho nulla contro quella terra, al contrario, la amo, lì ci sono le mie origini,lì c'è tutto. Ma c'è anche il ricordo del momento piú brutto della mia vita. Il momento dove ho quasi buttato tutto ciò che avevo nel cesso. E in fin dei conti anche se non voglio ammetterlo ho paura che per qualche assurdo motivo possa ricominciare a farlo. Come se bastasse un luogo per coinvolgerti a strafarti.
Adoro viaggiare in treno, lo trovo rilassante, un buon libro, musica e potrei viaggiare anche per 24 ore.
Il suono fastidioso del cellulare mi sveglia, la musica che faceva da cuscino ai miei sogni è stata drasticamente interrotta dalla suoneria insopportabile che prima o poi cambierò. È Adan, avevo proprio voglia di sentirlo, rispondo dolcemente ma noto subito che c'è qualche problema, non risponde come al solito, è più freddo.
- Sono qui, in libreria, sono venuto a prenderti per lo showcase di stasera, ricordi? - la sua voce è tesa, é nervoso. Lo capisco, sono un'idiota. - No che non lo ricordi, perché non ci sei. E la cosa che più mi rode sai qual'é?- In ogni frase che pronuncia la rabbia cresce sempre di più, lo si capisce anche solo con una chiamata. Continuo ad ascoltarlo in un silenzio tombale.
- Che ho dovuto sapere che sei partita dai tuoi collaboratori, che per giunta non mi hanno voluto dire nemmeno dove cazzo stai andando- Qui la rabbia è arrivata al culmine, anche senza il viva voce potrei sentire le sue grida da un vagone di distanza.
-Adan, ora ti spiego tutto, cerca di calmarti però - provo, ci provo ma non funziona affatto - Calmarmi? Ma come faccio a calmarmi? La mia ragazza è scappata improvvisamente chissá dove e chissà con chi.  Nemmeno i tuoi amici sapevano nulla,ma cosa cazzo stai facendo Giulia. - Stavolta la rabbia lascia spazio alla preoccupazione. Scrollo i messaggi non letti e scopro di averne 50. 30 di Adan e 20 sul gruppo dei ragazzi. Tutti preoccupati. Ho fatto davvero una stupidaggine di quelle grosse.  Ora fra noi c'è silenzio, ma voglio parlare, voglio tranquillizzarlo e spazzare via tutti quei film che si è fatto in testa. Inizio a parlare avvicinando il microfono delle mie cuffiette per far si capisca meglio senza sentire il rumore continuo del treno in movimento.
- Ho avuto un'imprevisto, sono partita nel pomeriggio per Capri. - il silenzio continua, Adan sembra non respiri neppure per quanto silenzio c'è in questa telefonata. - Devo firmare dei documenti per intestarmi la casa che era di mia nonna, e anche dei moduli per venderla. - Espongo tutto lentamente, è difficile anche per me parlagliene, non vorrei mai che scoprisse in realtà che tipo di persona sono, il mostro  che ero in quei mesi vorrei non lo scoprisse mai. Ma non posso neppure tenerlo allo scuro di tutto. Deve sapere, altrimenti lo farei solo soffrire, come sto già facendo perché sono un'idiota.
- Presa da questo impegno che non ho potuto più rimandare, tra valigia, biglietti dei treni e aliscafo non ho avvisato nessuno, sono stata un'idiota scusami, davvero non so cosa dire. Mi si spezza il cuore sapere di avervi spaventati, ma non era mia intenzione, ero solo molto preoccupata per questo viaggio, e ho trascurato tutto il resto. Davvero scusami. - Sono sincera,non avrei mai voluto che soffrisse, e nemmeno i miei amici,non lo meritano dinuovo.
Lui non dice niente per un bel po', è deluso, lo sonto, lo percepisco.
- Rispondi il prima possibile a Cami, é quella che si è spaventata di più, lei aveva ipotizzato stessi andando a Capri, e questa ipotesi la spaventava molto non so per quale motivo. -  L'unica cosa che dice è questa, del resto non potevo aspettarmi un " amore ma tranquilla non è successo nulla" . Gli prometto di chiamare Camilla e prima di riattaccare  altro silenzio rumoroso ripiomba nella conversszione. Avrei tanto tanto da dirgli, ma non mi esce nulla. A rompere il silenzio ci pensa lui. - Un ultima cosa e poi devo andare, dimmi solo questo, rispondi sinceramente. - sento un grande sospiro. - C'è qualcun'altro lí con te? O l'unica motivazione del tuo viaggio è quella che mi hai spiegato? - rispondo senza esitare nemmeno un secondo. - Non c'è assolutamente nessuno con me Adan, se avessi potuto scegliere non ci sarei tornata mai più in quel posto. Di certo non ci vado per incontrare gente. Ci sei solo tu...amo solo te - Non mi accorgo neppure di averlo detto. Ho detto che lo amo nel momento meno opportuno di tutti. Lo pensa sicuramente anche Adan, spiazzato, percepisco anche attraverso un cellulare che adesso non sa cosa dire. Con un misto di rabbia e preoccupazione addosso, riesce a rispondermi solo -ciao- e riattaccare. Ho aperto il mio cuore dopo tanto, tantissimo tempo, ma qualcuno ha richiuso la porta, sbattendomela in faccia.

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