Dolce Martina
Sono disperata. Mi sento così in colpa, continuo a piangere, sto anche inzuppando il foglio. Scusa, scusa, scusa tantissimo. Mi sento una traditrice, mi sembra di aver sbagliato. Eppure lui non è arrabbiato nemmeno un po', lui ha detto che è ok, che si fida, che sa che non ho fatto niente.
Che schifo. Quel tipo voleva anche mettermi le mani addosso, che schifo. E Riccardo... Riccardo non mi odia. Mi sento un verme. Ok, ora ti racconto.
Giulia è riuscita a organizzare un'uscita con i tipi del balcone. Alessandro non è venuto, c'erano solo Fede, che si è tenuta lei, e Nicolò, che oltre a essere brutto, si è dimostrato anche fastidioso. Io non volevo uscire, avrei preferito rimanere in camera a giocare a carte con Ila, o al massimo fare due passi con le altre ragazze, ma Giulia ha insistito affinché l'accompagnassi. Ho accettato.
Eravamo in spiaggia, Giulia stava ballando con Fede e i due limonavano senza sosta... A un certo punto Nicolò mi ha chiesto se anch'io avessi voglia di ballare. Ho accettato. Dio! Non vado mai in discoteca, sai che non lo faccio, e prima ho avuto la conferma del perché: quei posti non fanno per me.
Ballavamo, quando mi ha messo le mani sui fianchi e, avvicinandosi, mi ha detto: «Mi faresti un succhiotto?». Con un sorriso enorme, come se fosse una cosa normalissima, fare un succhiotto a un tipo che conosci da due ore soltanto.
"Ma che cazzo?!" ho pensato. Gli ho spiegato che avevo un ragazzo e che non ero intenzionata a mettergli le corna. Lo so: sono stata io la prima a comportarmi come se Riccardo non esistesse, a fare di tutto per trovarmi un ragazzo con cui dimenticarlo... ma l'idea di toccare, baciare qualcun altro che non sia lui mi fa schifo. Sarebbe un tradimento. Comunque Nicolò ha scrollato le spalle: «E allora? Non lo verrebbe a sapere».
L'ho guardato malissimo e me ne sono andata, lasciandolo solo come un cane. Dovevo intuirlo che quei due sono usciti con noi solo per avere qualcuna da farsi! Ovvio, ma io sono talmente ingenua... O forse no, forse credevo di poter agire senza pensare alle conseguenze del mio comportamento. Invece no. Non potevo farlo, non potevo tradire Riccardo. Tutte le ragazze che frequentano le discoteche, si fanno un botto di tipi in un paio d'ore... E poi? Che cosa resta loro? È divertente? Io non ci trovo nulla di spassoso in tutto questo. Baciare qualcuno a caso non mi serve. Io voglio sentimento. Un bacio che ti fa venire i brividi, ti scalda, ti soddisfa... Un bacio è un vero bacio solo se ha un perché.
Comunque me ne sono andata, e Giulia mi ha raggiunta poco dopo, quando si è accorta che non c'ero più. Siamo tornate in camera, la musica mi rimbombava nelle orecchie, impedendomi di cancellare la vergogna provocata dalla richiesta di Nicolò. Tutte quelle canzoni non hanno fatto altro che aumentare la mia rabbia. Sai cosa sparavano a tutto volume? More Than Friends. Simpatia portami via. Giulia intanto mi accarezzava i capelli, mentre Ila ci sgridava: «Siete due capre, mi dispiace per quello che è successo, ma ve l'avevo detto».
Dopo qualche minuto, ho sollevato il viso e afferrato il cellulare.
«Che stai facendo?» hanno chiesto le mie amiche all'unisono.
«Chiamo Rubio» ho risposto decisa. Mi sono asciugata gli occhi e schiarita la voce.
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli.
«Sì?» Ha risposto davvero! Non me lo aspettavo. Momento di panico, confusione, mi mancano le parole.
«Riccardo... sono Gió»
«Lo so. Che c'è?» La sua voce suona così tranquilla e così allegra, così Riccardo.
Da quanto tempo non lo sentivo...
«Io e te... noi... Insomma... vuoi uscire ancora con me?» ho balbettato in cerca di una conferma.
Riccardo non ha risposto subito, ha lasciato trascorrere qualche interminabile secondo: «Certo... per quale motivo non dovrei?».
Lo immaginavo sorridente, con quel suo sguardo perso, i capelli sulla fronte, gli occhi azzurri.
Sono scoppiata a piangere, con lui ancora in linea. Suppongo si sia preoccupato parecchio, perché ha ripetuto più volte il mio nome per esteso.
«Giorgia? Giorgia? Giorgia?!»
«Scusa!» è stata la prima parola che ho detto, rotta dai singhiozzi. Il motivo delle mie lacrime? Non lo conosco nemmeno io. Mi dispiaceva moltissimo per quello che NON AVEVO FATTO. Non lo so. Non lo so. Aiuto.
Gli ho spiegato ciò che era accaduto, ogni particolare, raccontando la serata secondo per secondo.
Non mi ha mai interrotta, solo alla fine ha commentato: «Quindi? Non lo hai baciato?»
«No.»
«E allora qual è il problema?»
Altre lacrime, di gioia: l'ha presa benissimo.
«Non sei arrabbiato?»
«No» ha detto con voce sorpresa.
Grazie. Non sono così terribile, o forse lo sono, ma lui mi vuole bene comunque, lui non si arrabbia, lui mi perdona.
«Tranquilla, mi fido di te. Gió stai calma... ci vediamo quando torni ok? Ho tanta voglia di vederti» ha terminato salutandomi con dolcezza. Fine della conversazione.
Ho fissato Giulia e le sono saltata al collo.
Dio... che bello! Che bello avere un ragazzo che sa accettare tutte le tue stranezze e ti perdona. Che bello. Grazie. A lui. A te. A Dio. A tutti.
p.s. secondo me Giulia era mortificata per quello che mi era successo, ma era ancora più dispiaciuta di aver dovuto lasciare Fede a causa mia.
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GIO E RUBIO: un casino di un amore
RomanceEstratti da Vuoi conoscere un casino?, dedicati alla coppia protagonista del romanzo: Gio e Rubio. Innamorati, stravaganti, matti, profondi e mozzafiato: due star-crossed lovers in un mondo incasinato.