[Provate a leggere il capitolo mentre ascoltate The Night We Met- Lord Huron facendola ripartire varie volte]
Arrivai al parco in perfetto orario, senza aver corso in mezzo alla strada come una deficiente.
Presi fuori lo specchietto dalla borsa e mi sistemai i capelli e il trucco.
È una fobia che ho. Devo sempre avere i capelli perfetti sennò non esco.
Lo so, può sembrare stupido ma... è vero e non ci posso fare niente.
Aspettai venti minuti all'entrata Nord di Melay Point, e poi mi venne fame.
Mi avvicinai al chiosco dei gelati e ne presi uno piccolo alla vaniglia.
Aspettai altri venti minuti davanti all'entrata con il mio gelato in mano.
Guardai l'ora sul cellulare, erano le cinque.
Decisi di aspettarlo ancora per un po' e mi sedetti in una delle panchine più vicine all'entrata.
Iniziò a fare buio e a diventare freddo, mi raggomitolai dentro al mio cappotto e portai le gambe verso la parte superiore del mio corpo.
Controllai di nuovo l'ora sul telefono che segnava le sette e quattro minuti.
Mi alzai dalla panchina, presi il mio zaino e iniziai a ritornare a casa.
Non ero neanche uscita dal parco quando lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi.
Sistemai meglio lo zaino e incrociai le braccia sotto il seno.
Continuavo a camminare facendo finta di niente, ma la gente si accorgeva che piangevo, e non passavo inosservata.
Avevo le guance rosse, ma non per l'imbarazzo.
Avevo le guance rosse perché a furia di piangere e di asciugare le lacrime con le maniche del cappotto mi si era formato un eritema.
Gli occhi mi facevano male, ma non riuscivo a smettere di piangere.
Passai di fianco a un negozio, dove trasmettevano una canzone che ascoltavo sempre quando ero triste, e da lì parti un pianto forte, che mi costrinse a correre per arrivare il prima possibile a casa.
Arrivai davanti al portone di legno, e cercai di trovare le chiavi tra un singhiozzo e l'altro.
Appena riuscii ad entrare, corsi in camera mia e mi buttai sul letto piangendo e urlando.
Per la mente mi passarono tutti i pensieri che mi ero fatta riguardo a quella serata.
Avevo immaginato che avremmo mangiato il gelato e che mi sarei sporcata tutta la bocca.
Lui, ridendo, me lo avrebbe fatto notare e mi avrebbe aiutata a pulirmi con il pollice della sua mano destra.
Entrambi saremmo arrossiti, ma ci saremmo guardati negli occhi e avremmo capito tutto.
Lui mi avrebbe accarezzato i capelli e poi una guancia.
Mi avrebbe quasi voluta baciare, ma avrebbe detto che non voleva correre troppo, che era appena uscito da una relazione complicata, ma che io gli piacevo.
Che avrebbe voluto passare più tempo con me, avrebbe voluto conoscermi meglio e, magari, diventare amici e poi qualcos'altro.
Io sarei stata d'accordo e ci saremmo abbracciati e poi, per l'ironia della sorte, baciati.
Come se tutto quel discorso fosse stato completamente inutile.
Mi avrebbe salutata con un grande abbraccio e ci saremmo rivisti il giorno dopo al negozio.
E invece no. Non era andate per niente così.
Come avevo fatto a essere così stupida e ottusa?
Come avevo fatto a credere che un ragazzo più grande sarebbe uscito con me?
Aveva ragione Amy, aveva sempre avuto ragione lei.
🌱
Pubblico adesso il capitolo perchéSIAMO ARRIVATI A 1k !!!!!!
Ci abbiamo messo pochissimo ragaaaa❤️❤️
Grazie grazie grazieee💗
By Ann💕
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Skinny Jeans Shop [Gossip Series #5]
Short StoryQUINTO LIBRO DELLA SERIE "GOSSIP" Dove una ragazza va tutti i giorni in un negozio a comprare skinny jeans solo per stare qualche secondo con il commesso. Arriverà a fine mese senza soldi e dovrà trovare il modo per guadagnarne. Avvertenze: ad un ce...