DOMANDE

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                                                 DOMANDE.

Il cuore mi uscì quasi dal petto nel momento in cui il viso di Styles si avvicinò prepotentemente a quello di Abe. Lui lo guardava dritto negli occhi, quasi senza timore. Come se non fosse la prima volta, e iniziai a chiedermi se fosse proprio così.

Feci per avanzare verso loro, ma Ally mi tirò per un braccio.

‘’lascia stare, Pidge.’’

‘’lascia stare?sei pazza?’’-ribattei.

‘’no, è che..’’

Scossi spazientita la testa, scrollandomela di dosso. Uno dei suoi amici era in pericolo e lei mi diceva di lasciar perdere. Io conoscevo Abe da una mattina e non avrei permesso che uno come quell’arrogante potesse farlo a pezzi. Abe non lo meritava.

Mi allontanai più in fretta che potei, spingendo alcuni ragazzi che si erano posizionati in prima fila e incoraggiavano la rissa. 

Strinzi i denti, contraendo la mascella e serrando le mani in due pugni. Perché Abe non reagiva?.

‘’cosa non capisci, testa di cazzo?’’-ringhiò Styles, stringendo ancora di più il colletto della giacca del biondino.

‘’mi fai male, Ha-‘’

‘’taci,capito? Devi fare come ti dico io, non per i fatti tuoi.’’

La rabbia prese il sopravvento e mi avventai contro il piccolo cerchio più ristretto. Cercai di infilarmi tra i giocatori di football piantati lì, ma senza risultato. Era paragonabile ad una muraglia di armadi.

‘’dio, ti sposti?’’-sibilai, spingendone uno.

‘’ehi calma bellezza.’’

Roteai gli occhi cielo, scanzandolo. Quando mi ritrovai a pochi metri di distanza, velocizzai il passo, avventandomi sulle braccia di Styles e cercando di tirarlo via. Inutile. Come cercare di spostare una statua di marmo. Mi meravigliai quando i suoi muscoli si contraerono sotto il tessuto della maglia leggera, al mio tocco. Abe mi guardò allarmato, poi spalancò gli occhi boccheggiando.

‘’lascialo!’’-intimai, cercando di allontanare le braccia dal suo collo.-‘’dio, lascialo!’’

‘’Pidge, vai via è solo un fottutissimo sch-‘’

‘’taci.’’-sibilò di nuovo il riccio.

Lo spinse un’altra volta contro il vetro posteriore del pick-up, e poi lo lasciò andare facendolo cadere per terra. Abe portò le mani al collo, tossendo e cercando di non far mancare aria ai suoi polmoni.

Feci per inginocchiarmi accanto a lui, ma fui presa alla sprovvista da Styles.

‘’le hai anche dato il soprannome?Pidge?’’-rise.-‘’cos’è un cane?’’

Alzai un sopracciglio, spalancando la bocca. 

‘’come diavolo ti permetti?’’-sbottai, avvicinandomi.

Feci sì che le punte delle nostre scarpe si toccassero per rendere chiaro il concetto. Non poteva, e non doveva mai più rivolgersi a me in quel modo.

Solo quando costatai la vera distanza creata, il panico crebbe all’interno del mio petto. Per quanto coraggiosa e spavalda stessi cercando di sembrare, ora che la sua figura toreggiava sulla mia mi sentii impotente. Era intimidatorio, guardava dall’alto verso il basso; un ghigno cattivo sulle labbra.

‘’devi starne fuori, capito?’’-disse tranquillo, come se non avesse fatto nulla in precedenza.

‘’ipotizziamo non si tratti del fatto che hai spalmato Abe sul cofano, okay?’’-sputai.-‘’non permetterti mai più a rivolgerti in quel modo con me.’’

PASTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora