Sometimes when I say
"I'm okay"
I need someone to look at me,
hug me tight and say
"I know you are not"
Non era facile, anzi, sembrava quasi impossibile, eppure Jungkook stava affrontando la sua mattinata scolastica cercando di evitare il gruppo dei bulli della scuola. A testa bassa e con le orecchie tappate, ma lo stava facendo.
Il suono dell'ultima campanella gli diede speranza, almeno per quel giorno si era risparmiato qualche insulto. Sospirò, mentre aspettava che tutti i suoi compagni uscissero dall'aula, camminare nella folla gli metteva ansia.
Si passò una mano sul volto, sperando che quel gruppo non lo stesse aspettando fuori da scuola. Non capiva cosa ci trovavano di soddisfacente nell'insultare e umiliare una persona, ringraziò – però – che non avessero mai alzato le mani.
Si limitavano ad tirargli insulti dietro da anni e ormai un po' c'era abituato.
Per colpa loro non aveva mai fatto amicizia, tutti avevano paura di essere presi di mira se gli parlavano, figuriamoci instaurare un'amicizia.
Il pensiero di tornare a casa lo rassicurava, ma non più di tanto, i suoi genitori non erano proprio dei genitori modello. Entrambi bevevano e passavano i pomeriggi a guardare la tv o in giro con amici e sfortunatamente non aveva fratelli. Jungkook passava le sue giornate a studiare, piangere e a giocare ai videogiochi.
Si alzò prendendo la sua cartella e si diresse verso l'uscita, a testa bassa e con le dita incrociate.
"Finalmente, sapevamo che provi ad evitarci da stamani!" il cuore di Jungkook perse un battito ma si impose di non alzare lo sguardo e di non dare soddisfazione. Svoltò a destra appena uscito dal cancello, sentiva i passi che lo seguivano e gli insulti lo raggiungevano più forte che mai. "Che fai, non alzi la testa perché non vuoi farti vedere piangere?"
"Sta andando a piangere a casa, non lo vedi come corre?"
"Sei solo un bambino"
"Un bambino gay e brutto"
"Già, hai mai pensato al fatto che non ti vorrà nessuno?"
Jungkook aumentò il passo e strinse la spallina dello zaino nella mano, cercando di reprimere le lacrime che effettivamente gli avevano riempito gli occhi. Dopo qualche metro, evidentemente, si stancarono e cambiarono strada facendo sospirare di sollievo il povero ragazzo.
A casa non trovò nessuno, come si aspettava, magari erano entrambi in un qualche bar a bere e a ridere con i loro amici, ignorando la sua presenza per la milionesima volta. Chiuse la porta e lasciò scorrere le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento, come se piangere lo aiutasse a risolvere qualcosa. Non lo faceva, non lo faceva mai, ma si sentiva sempre meglio dopo aver pianto un paio di ore.
Si sdraiò sul divano, coprendosi gli occhi con il braccio sinistro e si morse il labbro inferiore lasciando che il tessuto della camicia si bagnasse per le lacrime. Pian piano si addormentò.
L'odore dell'erba bagnata gli pizzicò il naso e aprì gli occhi di scatto, ritrovandosi davanti una distesa azzurra. Sentiva gli occhi leggermente gonfi e la luce del sole accentuava la sensazione di fastidio che stava provando. Si mise a sedere e si guardò intorno; da una distesa azzurra passò a vedere una distesa verde con tanti puntini bianchi che riconobbe come margherite, il suo fiore preferito.
In lontananza poteva vedere delle montagne e degli alberi ma di case non c'era la minima traccia. Si chiese cosa ci facesse lì, era sicuro di essersi addormentato sul divano di casa sua. Si guardò, aveva ancora la divisa scolastica addosso e la camicia aveva ancora un alone scuro causato dalle sue lacrime.
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Sweet Dreams || vkook
FanfictionDove Jungkook si sente bene solo mentre dorme e si innamora di Taehyung, che gli appare in sogno.