M: e quello li è l'arco della pace.
Di ferma un attimo e poi continua a camminare. Io giuro che non lo sopporto più! Stiamo facendo un giro per milano, o almeno ci stiamo provando: matteo mi dice i nomi delle robe e poi continua a camminare con la sua faccia arrabbiata.
Io: senti, ci possiamo fermare cinque minuti?
M: ma..
Io: ma niente, è da tutta la mattina che corriamo, io non ho avuto nemmeno il tempo di vedere qualcosa perché te e la tua faccia perennemente fredda e arrabbiata non aspettate nemmeno un minuto tra una cosa e l'altra che vuoi subito andare!
M: luna ti p..
Io: no! Adesso parlo io! Sono stanca! Mi voglio sedere un attimo e godere il panorama! In argentina sono le due del mattino. Tu praticamente non mi guardi in faccia e ho fame. Voglio mangiare.
Mi siedo su una panchina incrociando le braccia e fissando l'arco della... Pace... Se non sbaglio.
M: luna dobbiamo andare da mia mamma!
Io: tua madre ci ha dato appuntamento alle 12.30! Ora sono le 12.
M: uff va bene!
Restiamo due minuti in silenzio, seduti sulla panchina. D'un tratto si alza e sbuffa.
M: ora possiamo andare?!
Io: Matt..
M: andiamo!
Inizia a camminare. Ma che gli prende? Sarò pure io qua quella che si chiama luna, ma il lunatico è lui! E poi dicono che siamo noi donne quelle difficili! Ah ma tanto io non mi muovo da qua fin quando non mi dice che gira
Si gira stufo.
M: ti vuoi muovere?
Io: mi dici che hai?
Si avvicina perché ormai era lontano.
M: non ho niente, e adesso cammina!
Io: oh ti prego! Non sono mica scema io! O mi dici che hai o torno all'albergo con gli altri!
M: luna, ti ho detto che va tutto bene! Semplicemente Voglio andare!
Io: non ti credo! Dimmi che succede!
Sospira e incrocia le braccia stufo. Poi si gira e inizia a camminare.
Io: Matteo.
Lo richiamo.
M: è che mi stai sempre, e dico sempre addosso! Sei stancante ok? Smettila!
Il suo tono... L'ha detto con cattiveria, non così tanto per dire. I miei occhi si riempiono di lacrime, che scendono una dopo l'altra silenziosamente. Matteo intanto si è coperto la bocca con le mani e si è avvicinato a me.
M: luna io non volevo
Io: invece si che volevi!
M: luna Ti giuro mi dis..
Io: n-no che non t-ti dispiace!
M: oh per favore! Ora non fare la bambina! Appena ho detto quella cosa stupida sei scoppiata a piangere!
Io: beh allora scusa per crearti tanti problemi!
M: ho capito che il tuo stupito padre non c'è più ma ormai è da quasi due mesi!
Resto in silenzio a fissarlo. Ora lacrime non più di tristezza, ma di rabbia scendono molto velocemente bagnandomi le guance.
Io: non ti permettere di chiamare così mio padre! Tu non sai come mi sento! Tu non puoi nemmeno immaginare quando diamine mi manca! Tu non sai com'è non avere più un padre! E ancora tu non puoi sapere il dolore che mi provoca sentire che il mio "presunto ragazzo" ha dato dello stupito a mio parte!!
Dico urlando leggermente. Mi guardo in giro: per fortuna in giro non c'è nessuno!
M: so benissimo che ti manca e tutte quelle stupidaggini che hai appena detto! Ma non c'è bisogno che tu ti metta a piangere ogni volta che ti si viene detto qualcosa di brutto! Prima che lui morisse non eri così stupida!
Ok ora hai esagerato! Luna, picchialo!
Io: bene! Allora visto che sono così stupida per un come te lasciamoci, no?
M: per me va benissimo!
Io: bene!
M: bene.
Mi giro e resto per un secondo a fissare il vuoto più assoluto. Poi inizio a camminare nella direzione opposta a quella dove dovevamo andare.
M: la casa di mia mamma è di la.
Io: io me ne torno in albergo.
Dico freddamente.
M: non sai la strada.
Io: non m'importa.
M: ti accompagno.
Io: no! Vai via! E non parlarmi più!
Dico urlando ancora un pochino.
Mi incammino senza girare lo sguardo verso Matteo. Più o meno me la ricordo la strada. Mente cammino le lacrime per la storia di prima mi annebbiano la vista. Cerco di ricacciarle dentro dicendomi che matteo è soltanto uno stupido, ma senza risultato. Mi fermo di scatto. Non so più dove sono. Alzo gli occhi verso il cielo e vedo nuvole nere sopra di me. Non promette niente di buono. Continuo a camminare senza una meta precisa. Inizia a fare davvero freddo e guarda caso non ho la felpa. Peggio di così non può andare! Non so dove sono e ho freddo! Fantastico! Mi guardo in giro. Non c'è niente di lontanamente familiare qui intorno. Ci sono due persone qua e la, del resto deserto assoluto. Vicino a me ci sono case con il balcone basso, tanto quanto me. Decido di sedermi per vedere se ho un foulard nella borsa ma niente, solo acqua, occhiali da sole, telefono e chiavi dell'albero. Un tuono mi fa alzare spaventata. Se prima ho detto "non può andare peggio di così" mi sbagliavo. E di tanto. Infatti gocce giganti iniziano a cadere, bagnando tutto in torno. Ho più freddo di prima, sono bagnata e non so dove mi trovo. Ecco, ora peggio di così non può andare!
Decido di spostarmi verso la casa con il balcone basso, così mi riparo dalla pioggia, che ora è così forte che non si riesce a vedere a distanza di due metri. Mi appoggio al muro e ci scivolo ritrovandomi poi con le gambe al petto e le braccia che le tengono strette. Ricomincio a piangere, anche se so che quello non era il mio Matteo: era strano. Brividi gelidi percorrono le mie braccia, fino ad arrivare alla schiena. Metto la testa contro il muro e chiudo gli occhi, quando mi sento coprire da qualcosa. Sento il suo profumo. Mi ha seguita?
Io: che cosa vuoi?
M: scusami. Ho detto delle cose orribili.
Si siede di fianco a me.
Io: che cosa ti succede Matteo? Perché mi tratti così?
M: io... Luna.. Mia mamma ha detto che... Io non torno in argentina. Resto qua e... Mi dispiace.
Abbasso lo sguardo, appoggiando la testa sulla felpa di matteo.
Io: ti amo.
Sussurro ancora con il suo profumo che mi invade le narici
M: cosa?
Io: ti amo.
Mi sorride e mette il suo braccio intorno alle mie spalle.
Io: e mi dispiace.
M: a te dispiace? A me deve dispiacere amore mio!
Gli sorrido e appoggio la mia testa sulla sua spalla. Lui mi stringe forte e mi bacia la fronte con piccoli baci.
Io: mi mancherai.
M: pure tu principessa.
Sorrido e chiudo gli occhi in attesa che finisca il temporale.