La lezione iniziò subito, non prima di essere stata presentata alla classe. Nonostante ciò, la mia attenzione si rivolse totalmente alla ragazza al mio fianco. Iniziai a scrutarla, partendo dal suo viso magro e squadrato. Le sue guance rosee erano incorniciate dai capelli rossi che catturarono gran parte della mia attenzione, insieme al rossetto marroncino.
Cercai in qualsiasi modo di intraprendere una conversazione, così da stringere amicizia.
«Ti sta davvero molto bene il rossetto. Ci scommetterei un sacco che si tratta di Stone» dissi completamente a caso, non sapendo cosa dirle.
Ariel mi fissò a bocca aperta:
«Ma...come è possibile?!»mi rivolse un sorriso ancora scioccata.
«Lo riconoscerei tra mille cara!» dissi ridendo leggermente.
«Comunque ti ringrazio per il complimento. Questo è uno dei lipstick che amo follemente, più della mia stessa vita» disse convinta.
«Anche io lo adoro,è stato il mio primo rossetto. Wow, abbiamo già qualcosa in comune, vedi?» dissi facendo l'occhiolino.
«Ragazza tu mi piaci! Ne prevedo già delle belle, amica mia» disse rivolgendomi un sorriso complice che io non esitai a ricambiare.
La lezione finì senza che nessuna delle due se ne accorgesse, forse perché eravamo troppo impegnate a parlare.
Controllai l'orario e scoprii di avere solo la prima e la seconda ora in comune con lei.-
L'ultima ora, prima della pausa pranzo, sembrò passare velocemente. Poco attenta al discorso del professore di Storia dell'Arte, ripensai alle parole dette ore prima ad Ariel:
«Mi fa piacere di averti conosciuta e non vedo l'ora di approfondire questo legame» dissi entusiasta, una volta raccolto il mio zainetto da terra.
«Ti va se pranziamo insieme? Vorrei parlare di più con te, magari anche farti conoscere mio fratello...e qualche suo amico naturalmente eheh» sul suo viso comparve un sorriso pervertito, seguito da un ghigno.
La mia mente pensò istintivamente:
È l'amica GIUSTA.
Shh, per una buona volta.
«Ma questa faccia? Ahahah mi fai morire» dissi scoppiando a ridere.
Il suono della campanella mi fece "risvegliare" dai miei pensieri e, una volta raccolta la mia roba, raggiunsi Ariel nel posto che mi aveva indicato. La aspettai per due minuti fino a quando non sentii qualcuno sussurrarmi all'orecchio con una voce strana:
«Hey hey, bella ragazza!».
Mi voltai leggermente sconvolta, incerta se ridere per le parole o per la loro pronuncia in Italiano piuttosto arrugginita.
«Ci hai provato, ma possiamo migliorare!» dissi rivolgendomi con un sorriso alla mora.
«Lo sappiamo tutte il debole per le nuove arrivate, specialmente italiane. E poi Jeff ci ha già parlato di te»
COOOSA?
Fermi, si conoscono?
E poi a Chi ne ha parlato? Ohoh, parlaa!
Ma tu in silenzio mai eh?
«Aspetta, vi conoscete?» domandai sorpresa.
«Ovviamente, anche con Derek! Hai visto che pezzo di uomo?» disse tranquillamente, accompagnata sempre da quel sorrisino.
Ah, Derek. Chiamasi Gnocco.
Cazzo, siamo fidanzate. Vuoi smetterla?
Hey, siamo la stessa persona. Sei tu che lo stai pensando, non sono altro che la tua coscienza!
«Ehm Fe, mi stai ascoltando? Terra chiama Federica!» disse la mia amica agitando una mano davanti la mia faccia.
«Oh sì, perdonami. Di che parlavamo?» dissi in maniera molto distratta.
«Vorresti dire di chi parlavamo ovvero DereksonofigoHenneken».
Mentre Ariel discuteva animatamente su questo ragazzo, ci dirigemmo verso la mensa scolastica. Non appena varcata la soglia della grande porta, davanti ai miei occhi apparvero numerosi studenti: da una parte qualcuno stava scherzando e ridendo, consumando il proprio pranzo sui vari tavoli di colore rosso carminio; dall'altra alcuni stavano facendo la fila per prendere del cibo.
«Fe, tu hai il pranzo o devi prendere qualcosa?» si rivolse a me, guardandomi.
«Oh sì, me lo ha preparato la signora Martin. Te invece?» domandai a mia volta.
«Anche io l'ho preparato a casa, o meglio mia madre ahahah» mi sorrise e all'improvviso iniziò a sventolare la mano per salutare qualcuno.
Non feci in tempo a guardare che velocemente aumentò il passo, prendendomi per il polso e portandomi non so dove.
Mi trovai davanti ad un tavolo in cui erano seduti alcuni ragazzi.
Aspetta...ma c'è anche Derek!!
E menomale eheh
Oh mio Dio, non la smetterò mai.
«Ragazzi, buongiorno a tutti! O forse buon pranzo?! Comunque fratellone ti presento la mia nuova amica, niente di meno che la ragazza italiana che il nostro caro Jeff sta ospitando eheh» fa un sorrisino ammiccante che solo a guardare la scena non sai se ridere o essere a disagio.
Alla mia sinistra un ragazzo, fin troppo simile ad Ariel, dai capelli castani leggermente alzati in un ciuffo posò il suo sguardo su di me, dicendo:
«Piacere di conoscerti, sono il fratello gemello di Ariel. Mi chiamo Kevin».
Mi colpì da subito il suono della sua voce pura, dolcissima e le sue labbra sin da subito si incurvarono in un sorriso bellissimo.
«Vi somigliate moltissimo, davvero. Il piacere è mio, sono Federica» ricambiai con un semplice saluto con la mano.
Salutai Derek allo stesso modo e, prima che potessi chiedergli di Jeff, Kevin mi interruppe: «Malik, non ti presenti? Non ti eclissare!» disse tirandogli un calcio da sotto il tavolo.
Il ragazzo posto di fronte a lui lo fulminò con un solo sguardo, tirando a sua volta una botta al suo amico.
«Piantala, è pur sempre il secondo giorno di scuola. Comunque perdonami,sono Zayn Malik, è un piacere conoscerti» si voltò verso di me, allungando la sua mano.
«Tranquillo, è un piacere!» dissi afferrando la sua mano e stringendola. Solo allora feci caso alla sua pelle estremamente coperta dall'inchiostro nero di numerosi tatuaggi che in parte erano coperti dalla maglia bianca e aderente che indossava.
Strinse la mia mano che a confronto della sua era ghiaccio. Che poi, sono sempre stata una persona che soffre il caldo, ma allora perché le mani fredde? Ah, spiegatemi vi prego.
Ariel si sedette vicino a suo fratello e nel frattempo non mi ero resa conto dell'arrivo di Jeff che a sua volta era alla destra di Zayn.
Mi soffermai a guardare i suoi capelli corvini sistemati perfettamente in un ciuffo che donavano particolarmente al suo viso, ben squadrato, soprattutto agli zigomi,e ricoperto da uno strato sottile di barba.
«Rimani in piedi a fissarmi o ti siedi accanto a me?» disse Zayn con un tono davvero scherzoso, facendomi spazio sulla panca.
Non so per quanto tempo rimasi a fissarlo, ma era davvero impossibile non guardarlo minimamente.
«Ehm si, ecco...» dissi a malapena.
Divenni di qualche colore assurdo per la figura di merda appena fatta e, ormai imbarazzata, mi sedetti al suo fianco. Presi il pranzo e iniziai a mangiarlo senza proferire parola, ascoltando il discorso preso dai ragazzi riguardi le selezioni di atletica e basket.
Guardai la schermata del mio cellulare per vedere l'orario e risposi ai vari messaggi arrivati da Davide. Quando alzai lo sguardo alla mia destra, trovai il moro a fissarmi incuriosito.
«A chi scrivi? Al tuo ragazzo?» disse senza un minimo di vergogna, sporgendosi verso di me con la sua faccia. Potrei giurare di aver perso un battito per un gesto innocuo.
O forse per aver sentito la sua voce profonda troppo da vicino.
«Eh?? Ah si, ho risposto ad alcuni messaggi» dissi a disagio per quella vicinanza. Ero davvero troppo timida con le persone che a malapena conosco, soprattutto se si trattava di ragazzi.
«Capisco. Ho lezione ora, ci si sente!» disse passandosi la lingua sul labbro inferiore e staccandosi da me. Si alzò prendendo la sua roba, non prima di avermi guardato intensamente negli occhi.
Quegli occhi marroni, in cui mi persi volentieri.#Spazio Autrice
Mi dispiace moltissimo per la mia assenza e per non aver potuto aggiornare, ma ho avuto un periodo straimpegnato, anche con la scuola che non mi lascia una piccola tregua.
Allooora, siamo arrivati finalmente al famoso incontro con il nostro caro Malik. E che incontro ragazze eheh!😏
Commentate in tanti, non vedo l'ora di sapere cosa pensate del capitolo!
(Perdonate eventuali errori)Baci,
vivodiBruno❤️
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Ma so proteggerti
Hayran Kurgu«Ciò che ora divide ci riunirà in futuro. Non ho ali, ma so proteggerti» Dicono che non si può rinascere. Eppure ho sempre pensato che fosse facile dirlo per chi non ha incontrato la sua pelle. Ritrovarsi in un suo abbraccio e stringersi così forte...