Capitolo 20°

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Era sabato pomeriggio,Dylan propose di andare a fare un giro e io acconsentì.
Stavamo passeggiando per la solita stradina del lungo mare, quando ebbe un idea bizzarra...tipico di Dylan.
"Dai vieni"
"Dove?"
"Al mare"
"Al mare?Con questo freddo?"
"Si e quindi?"
Fece una tenerissima faccia da cucciolo e io lo accontentai, anche io adoravo il mare, anche se era inverno ci vedevo qualcosa di magico.
Scendemmo sulla spiaggia e ci sedemmo sulla sabbia.
Era bellissimo, c'era il tramonto,il cielo era pieno di sfumature che andavano dal azzurro,al rosso, al arancione e si rifelttevano nel mare,facendolo sembrare tutto colorato e poi il sole, color fuoco, che affondava nel mare, al di là della montagna.
Restammo immobili a guardare l'infinito,poi mi disse di seguirlo.
Arrivammo così vicino una ammasso di scogli che facevano da tramite tra l'acqua e la sabbia.
Salì sul primo scoglio,poi si girò verso di me con un sorriso gentile disse
"Dammi la mano"
Feci come mi aveva detto,e lui mi guidò scoglio dopo scoglio fino ad arrivare al ultimo, nel bel mezzo del mare. Da quel punto era ancora meglio la visone, era bellissimo.
"Bello eh?"mi chiese
"Bellissimo"
"Il tramonto è un atto d'amore...No? Tu che dici?"disse
"Che intendi?"
"Una leggenda narra che quando la luna disse al sole che l'amava il sole arrossì...e fu tramonto"
Come era dolce...
"Per me il mare non è solo una distesa d'acqua...è molto di più" dissi
"Hai ragione, è l'infinito che nonostante circoscitto riesce ad essere infinito comunque" rispose lui
"La determinatezza di quelle onde...Ci provano e continuano a riprovarci, nonostante si infrangano contro gli scogli tornano indietro, si rafforzano e ci riprovano" aggiunsi io.
"Si,ma il mare non le fa mai allontanare da lui così tanto,ogni volta che loro corrono verso riva, lui le ritira verso a se per proteggerle" continuò lui.
Era una conversazione molto personale in fondo, anche se stavamo parlando solo di un tramonto al mare,stavamo parlando di noi in modo metaforico, sfiorando tratti personali...quelle cose le avevo sempre pensate guardando un paesaggio del genere,ma non era mai valsa la pena di raccontarle a qualcuno, eccetto lui, lui capiva,lui mi capiva e meritava di capire.
Ad un certo punto si tolse la maglia e si slacciò le scarpe.
"Togliti le scarpe"mi disse
"Perché?"
"Ci buttiamo a mare!"
"Cosa??? L'acqua è fredda"
"Perciò ci buttiamo con i vestiti"
"E come torniamo a casa?"
"Tu fai troppe domande...togli le scarpe e basta"
Mi tolsi le scarpe e mi trovai,in men che non si dica, caricata sulle sue spalle...
"Dylan mettimi giù"dissi ridendo
"Cosa?Non riesco a sentirti" scherzava lui
"Fammi scendere!!!"
"Pronta?"
"No!!!"
"3...2...1......."e si butto in acqua trascinandomi con se,facendoci finire in mare entrambi...
Ridevamo come mattiiiii
"Tu sei pazzo" dissi tra una risata e l' altra
"Si io sono pazzo...sono pazzo di te!"
Avevo sentito bene???
Stavo per risponderlo quando mi mise entrambe le mani sulla testa e mi spinse sott'acqua.
E cavoli avevo la bocca aperta, solo io so quanta acqua mi sia entrata in gola...Mi vendicai, o almeno provai a buttarlo con la testa giù,ma era troppo resistente così mi trovai con le sue braccia che bloccavano le mie, mi aveva immobilizzato, di nuovo.
Per liberarmi dalla sua presa, gli diedi un morso, e lui mi mollò quasi subito.
Restammo a schizzarci in acqua per un po', stranamente non avevo freddo.
Dopo un po' tornammo sugli sciogli, quando lui mi guardò e disse
"Ops..."
"Cosa?"
"Ehm...mi sa che non abbiamo pensato al fatto che la tua maglia bianca una volta zuppa d'acqua sarebbe diventata trasparente..."
"Quindi?"
"Bello il tuo reggiseno" disse ridendo
"Cavolo" ci rimasi secca, guardando la maglia vidi che aveva ragione.
Feci la la faccia più scioccata del mondo,lui la notò e mi passò la sua maglia.
"Tieni,prendi la mia maglia....e....copriti" disse sorridendomi. Io accettai e lo ringraziai con un sorriso.Meglio la sua maglia che andare in giro in quel modo.
Ci rimetemmo le scarpe e ci spostammo
sulla sabbia,rimanemmo un po' così,io con la testa sulla sua spalla e lui con il braccio intorno alla mia vita, come per dire che la mia vita fosse nelle sue mani.
"Aspetta qui, torno subito" disse alzandosi lentamente e allontanandosi.
Tornò circa dieci minuti dopo con due pizze.
"Come sapevi che volevo una pizza?"
"Tu vuoi sempre una pizza, e la tua preferita è la parigina!"
Aprii lo scatolo e sorpresa...ecco la parigina.
"Grazie Dylan"lui mi sorrise e iniziammo a mangiare.
Finta la pizza,il tramonto era finito e ora il cielo era pieno di stelle.
Restammo abbracciati sotto quel bellissimo tappeto stellato...
Ad un certo punto,lui si girò verso di me e con un sorriso e del lieve rossore sulle guance,visibile anche al buio, mi disse
"Se siamo sotto lo stesso cielo,non saremmo mai troppo distanti"
Mi accarezzò la guancia con la mano, spostandomi una ciocca di capelli dietro al orecchio.Stava esitando un po' troppo tra l'orecchio e il collo. Pian pino spostò la mano proprio sul collo e da lì mi partì un brivido che percosse tutta la mia schiena. Continuava a guardarmi negli occhi e a sorridermi, pian piano che si avvicinava, sentivo sul suo respiro sulla pelle...
Tirò  il mio viso verso il suo e si avvicinò un altro po'. Aveva gli occhi colmi di desiderio e di passione,voleva baciarmi e io un certo senso anch'io volevo che mi baciasse..
Eravamo vicinissimi, le nostre labra ad un passo dal unirsi, ma prima che potesse premerle sulle mie , e darmi quel bacio tanto desiderato,il mio cellulare squillo e il nostro momento "romantico" andò a farsi benedire...senza bacio,lasciandomi l'amaro in bocca...Merda....devo mettere il silenzioso più spesso.

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