Capitolo 1

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Mi sveglio ma non del tutto, apro a malapena gli occhi ma solo per spegnere la sveglia che mi avvisa che rischio di far tardi a scuola se non mi alzo.
Mi chiamo Ester ho 17 anni e frequento il liceo, sono una ragazza piuttosto timida e minuta ed ho un fratello che me lo fa notare, si chiama Jacopo ha 2 anni in più a me e non ha ancora finito il liceo, è molto muscoloso e molto più alto di me ha i capelli biondi e gli occhi azzurri, come il principe azzurro che di solito si sente parlare nelle fiabe, solo che lui più che un principe è un atletico ragazzo che rompe sempre le palle alla propria sorella, non è che non amo scherzare con lui il contrario, lui mi difende sempre anche quando eravamo piccoli lo faceva, ma poi nostro padre ha cominciato a picchiare la mamma, ed io ero piccola avevo 5 anni e non mi sembrava giusto che la mamma dovesse sempre piangere e ritrovarsi i lividi su tutto il corpo, così un giorno mi misi in mezzo,  con la speranza che mio padre si fermò, ma non fu così fu la prima volta che sentì parole grosse volare per casa, mio fratello che torno da scuola in quel momento vide papà che ci stava picchiando ed intervenne.
Quel giorno fu l'ultimo che vidi mio padre, eravamo in ospedale io e la mamma che aspettavamo Jacopo perché aveva il braccio rotto e altri ematomi sul corpo come me e la mamma, denunciammo papà ma la polizia non lo trovò e ci dissero che aveva lasciato l'Italia senza sapere come, da quel giorno mio fratello è molto protettivo e anche un po' possessivi nei miei confronti, a volte è stressante.
< dai muoviti nana o farai tardi. >
Si parla del diavolo.
<arrivo! E non chiamarmi più nana.>
Mi dirigo verso i miei cassetti prendo l'intimo poi apro l'armadio ed indosso una felpa nera della Honiro con una bomba a mano ritratta dietro (che avevo rubato a Jacopo ma dettagli ) con gli Skinny neri e Jordan rosse alte, vado in bagno a lavarmi e a prepararmi, poi scendo giù in cucina è noto che Jacopo mi aveva preparato la colazione.
Come al solito sono in ritardo, ma no problem... Jacopo viene nella mia stessa scuola e frequenta la mia stessa classe quindi saremo in due
< siamo in ritardo per colpa tua nana! Ci metti una vita per prepararti.>
Si lamenta
< guarda signorino che potevi anche andare da solo a scuola, io avrei preso il secondo autobus.>
Mi guarda come se avessi detto qualcosa che non sta né in cielo ne in terra.
< ma sei fuori! Non ricordi? >
Lo guardai perplessa.
< ricordo cosa?>
< affondi tu affondo anch'io >
Dopo che disse ciò lo guardai senza speranze ... ormai mio fratello era un idiota, non potevo più fare nulla per lui.
Uscimmo di casa e ci fermammo ad aspettare il secondo autobus che ci avrebbe portato a scuola, mancavano 10 minuti al suo arrivo, quindi avevo solo  10 minuti per suicidarmi ma non mi sarebbero bastati quindi amen mi toccava.
Non sono mai andata bene a scuola ma non so perché quest'anno era diverso, avevo cominciato a pronunciare meglio l'inglese e a scrivere meglio, ma per il resto era ancora presto.
Arrivo a scuola e...
< ESTER!>
Mi volto
< dio santo Charlotte, mi hai messo paura !>
Charlotte è la mia migliore amica, anzi l'unica che ho, mi trascina per un braccio ed entriamo ( contro la mia volontà ) mio fratello si ferma fuori il cancello a parlare con i suoi amici, che sono boni ma soprattutto hanno una voce pazzesca.
Entrò in classe e c'è già la prof di biologia, be a biologia non vado male quindi cominciamo bene.
< Charlotte mettiamoci in fondo >
Le dico pregandola, anche se biologia è bella dopo avremo religione e poi altre due ore di matematica, insomma se devo morire voglio farlo facendo tag sul  banco.
< okay, così mi metto a messaggiare con Giulio >
Giulio Elia Sabatello AKA LOWLOW, avevano una relazione da circa 3 mesi ed erano carinissimi, Giulio prima faceva parte del gruppetto che frequenta mio fratello ma ora non più, ha lasciato la scuola e lavora ( se così si può dire) in un negozio di animali molto vicino al Colosseo.
Arriva mio fratello, sta seguendo un ragazzo alto come lui che ha un cappello ed una felpa arancione che io adoro, era quello che aveva la cresta, Giorgio Ferrario AKA MOSTRO poi dietro mio fratello c'è un tipo che non è male, appena entra mi sento come i brividi sulla pelle, mi sembra d'aver visto cristo in terra, si chiama Valerio Apa Cioè SERCHO AKA SER TRAVIS
è bello ma tanto bello, poi dietro di lui arriva un altro ripetente Nicolò AKA ULTIMO, non lo conosco molto bene dato che è nuovo.
La lezione comincia è scorre velocemente e suona l'inizio della seconda cioè storia dell'arte, appena la prof entra bussano alla porta
< avanti! >
Grida per farsi sentire in mezzo al bordello che c'era in classe.
Entra un ragazzo che è talmente pulcioso che aw.
< buongiorno prof, mi scusi sono nuovo e ho avuto fatica a trovare l'aula!>
Si giustifica educatamente per poi andarsi a sedere con il gruppo di Jacopo, no non ci credo lui no, è appena entrato è già se lo prendono che  banda di mafiosi.
< allora tu sei?>
Chiese la prof
<Andrea>
Interrompe prima che la prof possa finire e si gira, mi guarda e poi si rivolta avanti, a quanto pare conosce mio fratello da molto come tutti gli altri.
Le ore proseguono e suona la campanella per uscire e boom, subito l'uscita si trasforma in un mucchio di soste abusive di spaccio e scambio di preservativi per la serata, uno dei motivi per cui adoro questa scuola, la fila per la Maria.
Io e Charlotte riusciamo ad uscire e anche a tasche piene, ovviamente devo stare attenta che mio fratello non mi scopra, so perfettamente che lui si accana peggio di me e beve molto, ma se lo fa lui allora tutto okay ma se lo faccio io e lui mi vede comincia a prendermi a schiaffi fino al giorno seguente.
Salgo sul autobus con Charlotte e ci sediamo vicine mentre Jacopo è dietro con i suoi amici,
< Ester vieni da me più tardi, a "studiare" biologia ?>
Mi chiede con serenità cercando di non farsi sgamare da Jacopo
< sì certo, porto i miei appunti così con i miei e i tuoi tiriamo fuori qualcosa per l' interrogazione .>
Le rispondo cercando di essere più serena possibile ma ho come l'impressione che Jacopo ci stia fissando dato che Giorgio lo riprende perché non sta ascoltando.
Arriviamo alla fermata e saluto Charlotte, mio fratello fa lo stesso con i suoi amici e scendiamo, entriamo in casa e sentiamo un profumo di pasta al forno, questo vuol dire che la mamma è già rientrata, di solito la mattina lavora e si alza presto e rimane in negozio fino a sera, forse le hanno dato le ferie che le aspettavano.
Pranzo velocemente poi vado in camera mia mentre mia madre e Jacopo parlano, me ne sto tranquillamente a leggere 50 sfumature di nero finché non mi squilla il telefono
< Charlotte?>
< stronza vieni a casa che i miei se ne sono appena andati!>
< arrivo zoccola!>
Riagganciai e mi diressi fuori la porta di camera mia e subito vidi mio fratello, sembrava mi stesse aspettando
< tu dove credi di andare? Mamma è uscita quindi rimani a casa.>
Lo guardai male
< non sei il mio capo ne il re a cui faccio da servitore ora levati e fammi passare!>
Sembrava facile, ma no con mio fratello la parola facile non esiste
<ti ho detto che non esci!>
Mi guardò male
< e invece si!>
Mi diede uno schiaffo, lui non amava chi ribatteva ai suoi ordini, me ne fregai lo spostai con quella poca forza che avevo e apri la porta per dirigermi fuori, arrivai dopo 20 minuti a casa di Charlotte
<gru scendi giù!>
Le dissi al citofono
< non posso c'è Ilaria, sali ti apro>
Ilaria è la sorellina di Charlotte è una bambina simpaticissima e mi adora
<ila rimani qui a vedere i cartoni, io e Ester dobbiamo andare in camera a studiare per il compito in classe!>
Disse Charlotte
<va bene!>
< ricordati che mamma e papà non hanno le chiavi quindi suoneranno al citofono e mi raccomando non aprire a nessuno se non lo conosci>
Ilaria aveva 7 anni ed era molto popolare nel quartiere era molto socievole.
Salimmo in camera e aprimmo gli zaini, cominciammo a cacciare le cartine e ciò che avevamo comprato uscendo da scuola, tra un tiro e l'altro mettemmo della musica Rkomi-aereoplanini di carta, adoriamo quella canzone, cominciamo a cantare e ridiamo delle sofferenze che entrambe abbiamo come se il fumo le facesse volare via, ad un certo punto la porta si apre.

JACOPO' s
Ho seguito mia sorella, so che non si fanno queste cose ma è mia sorella e mi terrorizza il fatto che in qualsiasi momento potrei perderla.
Suono al citofono di Charlotte e sua sorella mi risponde, lei mi conosce da quando è nata quindi mi apre e mi fa salire, me la coccolo un po' è da tanto che non la vedo e mi è mancata.
Le chiedo dove sono Charlotte ed Ester e lei mi indica le scale
<hanno detto che andavano in camera di Charlotte a studiare per il compito in classe!>
Compito in classe, strano prima avevano detto interrogazione
< grazie piccola>
Le sorrido e le solletico la pancia per poi dirigermi al piano di sopra, la camera di Charlotte è ben nascosta e ciò non mi sorprende, come mia sorella ha un carattere forte ma è sensibile agli abbracci, anche lei ha sofferto troppo, quando aveva 13 anni fu rapita da un uomo che lavorava con suo padre, che tra l'altro è un uomo molto ricco e ci ha aiutati molto in ogni momento, quest'uomo la picchio perché lei non smetteva di lamentarsi, una volta pagato il riscatto Charlotte torno a casa piena di ematomi e di cose che ancora si porta dentro.
Apro la porta della stanza all'improvviso perché sento della musica e delle risatine che non mi convincono, no non ci credo la mia sorellina è riuscita a farmela sotto il naso, spengo immediatamente il PC e le  prendo per il braccio ad entrambe che erano sedute a terra come straccione, nella presa la canna cade a terra io la calpesto e le trascino in bagno, apro la doccia e faccio uscire un getto di acqua gelida che nel mese di dicembre non è molto gradevole ma gli serve per rinfrescassi le idee, le spingo dentro entrambe e cominciano a gridare, mi becco un paio di " vaffanculo" e qualche " bestemmia" ma non mi importa, anch'io fumo erba e robe simili ma mia sorella non deve farlo non deve seguire il mio esempio.
Escono dalla doccia, con tutto il mio dispiacere e corrono in camera, le seguo ma resto sul ciglio della porta, Charlotte la chiude ma non bene, quindi le vedo mentre si spogliano è noto una cosa che non avevo mai notato in mia sorella, forse perché non l'avevo mai vista nuda.
Aveva il braccio destro pieno di tagli, entrai immediatamente e loro si lamentarono
< ma sei scemo!>
Replico ma io le presi il braccio e le chiesi
< che cazzo sono sti tagli?>
<niente>
Ritirò il braccio imbarazzata
Salutammo Charlotte che iniziò a ripulire la camera e tornammo a casa, non spiccicammo parola per tutto il cammino, ma appena tornammo a casa non reggevo più e cominciammo a discutere
< sei un idiota>
< si, e tu sei mio fratello abbiamo lo stesso sangue>
< a quindi è a questo che ti serve tagliarti? Per cacciarti del sangue ed esaminarlo? E dimmi un po' hai provato a vedere se corrisponde al DNA di qualche antenato?>
Ero incazzato nero
<smettila tu non ne sai niente>
Le diedi uno schiaffo, il secondo di quella giornata, scappo in camera a piangere.
Non so perché ma mi dispiaceva, sono suo fratello non voglio vederla soffrire ma non deve mancarmi di rispetto e non può rispondermi male, per questa volta non dirò nulla alla mamma, ha appena avuto un po' di ferie e sta con le sue amiche alla SPA per la prima volta tornerà tardi, non voglio che si preoccupi.
Vado in camera da mia sorella, ormai sono le 9:30 non ha mangiato e forse avrà fame e poi voglio scusarmi, ho esagerato non dovevo picchiarla,
<nana>
< ...>
Non ricevo risposta da lei che è sdraiata sul letto quindi mi avvicino e comincio a coccolarla, dato che è mia sorella mi era permesso toccarla in ogni punto in cui mi andava, cominciai a stuzzicargli la pancia con del solletico,  lei comincio a sghignazzare ma non volava darmela vinta, allora mi avvicinai al suo orecchio per sussurrarle
< nana, guarda che lo so che ti piace quando ti coccolo!>
Lei sorride ma continua a fare la dura, comincio a baciarla un po' da per tutto, dopo un po' si gira ed io le scopro la pancia e le lascio de piccoli baci, lei rilascia dei piccoli gremiti di piacere, so che nessuna ragazza può resistermi figuriamoci mia sorella
< sei stato cattivo>
Mi blocca prendendo la mia faccia tra le mani
<lo so! Scusa nana!>
Le mordo la guancia, poi si alza per indossare il pigiama e mentre è in reggiseno si gira verso di me e mi viene in contro, mette le sue braccia intorno al mio collo e mi sussurra all'orecchio con voce sensuale
< non chiamarmi più nana>
Dopo di che i miei testicoli sentono un leggero fastidio, credo che dovrei smetterla di chiamarla nana se voglio i gioielli di famiglia intatti.
<Jacopo dove vai?>
<in camera mia così ti lascio dormire>
< no, rimani qui, dormi con me ti prego>
Mi avvicino a letto mi spoglio e mi sdraio, per stanotte dormirò con mia sorella esattamente come quando eravamo piccoli e io mi mettevo nel lettone con lei per difenderla dalle urla di mamma e papà.

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CIAO 👋🏻QUESTO È SOLO LA PRIMA PARTE ✌🏻️ SPERO VI PIACCIA❤️ COMMENTATE E FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE. GRAZIE 😘

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